La guerra del Vespro Siciliano vol. 2. Amari Michele

La guerra del Vespro Siciliano vol. 2 - Amari Michele


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de Neocastro, cap. 105, 106.

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Raynald, Ann. ecc., 1286, §. 6 a 9.

22

Bart. de Neocastro, cap. 101. Montaner, cap. 116, con l’errore che Giacomo fosse ito a questa impresa.

23

Diploma del 22 agosto 1286, nell’Elenco dello pergamene del r. archivio di Napoli, tom. II, pag. 16.

24

Montaner attesta, a cap. 149, che Sarriano fosse cavaliere di Sicilia.

Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 15, porta questa spedizione del Sarriano con anacronismo, rimandandola appresso la tregua di Gaeta.

25

Bart. de Neocastro, cap. 102, 103, 104.

Diploma del 27 giugno 1286, per la catena del porto di Napoli, nel citato Elenco, tom. II, pag. 15.

Montaner, cap. 109, 113, 116, 148, 149, 152, il quale confondendo i tempi, pur narra questi fatti con tali minuzie che si riconoscono di leggieri, e sen trae maggior fede al racconto del Neocastro.

26

Bart. de Neocastro, cap. 107, 108, 109.

Che Giovanni di Mazarino fosse chiarito reo di maestà, confermasi ancora da un diploma di re Giacomo, dato di Messina a 5 agosto 1288, nella Bibl. com. di Palermo, Mss. Q. q. G. 3, fog. 6, col quale son conceduti al nobile Bernardo Milo una torre e un podere presso Trapani, confiscati a questo Giovanni. Per un altro diploma del 30 luglio dello stesso anno fu conceduto ad un Villanuova il casale di Mazarino, Mss. citati, Q. q. G. 1, fog. 158.

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Diplomi del 17 dicembre 1285 e 25 maggio 1286, nell’Elenco delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. II, pag. 12 e 13.

28

Bart. de Neocastro, cap. 110.

I Guelfi trovavan sì tiepido papa Onorio in tale impresa, che Giovanni Villani, scrittor di quella fazione, nel biasima apertamente, lib. 7, cap. 113. E pur noi lo veggiamo sì duro contro casa d’Aragona ne’ trattati della liberazione di Carlo lo Zoppo.

29

Bart. de Neocastro, cap. 110.

Diplomi del 27 dicembre 1286, 15 aprile, 20 aprile, e 15 maggio 1287, nel citato Elenco, tom. II, pag. 18 e 19.

30

Questo sbarco a Malta si legge nell’or citato diploma del 15 maggio 1287, con l’altra circostanza che la terra d’Eraclea e altre mandarono a offrirsi a’ Francesi; che par bugia del diploma.

31

Bart. de Neocastro, cap. 110.

Nic. Speciale, lib. 2, cap. 10.

Gio. Villani, lib. 7, cap. 117, il quale dice 50 i legni di Rinaldo d’Avella.

Montaner, cap. 106, con molti errori nel tempo e nei nomi.

32

Bart. de Neocastro, cap. 110.

Atanasio d’Aci, in di Gregorio, Bibl. arag., tom. I, pag. 279 e seg.

Nic. Speciale, lib. 2, cap. 10.

Nessuno di questi scrittori porta l’appunto delle forze di Giacomo, se non che delle navali. Ma il Neocastro gli dà 1,000 cavalli al primo dì che venne in Catania, e dice poi ingrossata molto l’oste di cavalli e più di fanti.

Il Montaner, cap, 107, porta a 700 i cavalli e a 3,000 i fanti.

33

Bart. de Neocastro, cap. 110.

Nic. Speciale, lib. 2, cap. 10.

Nel Neocastro si legge che Arrigo de’ Mari fosse cittadino di Marsala. Giovanni Villani in altro luogo parla di Arrigo de’ Mari, ammiraglio e genovese, e così leggiamo negli Ann. del Caffari. Se dunque furon due Arrighi de’ Mari, o un solo, nato in una di quelle città e fatto cittadino dell’altra, è oscuro, nè importa molto il chiarirlo.

34

Diploma dell’imperador Federigo, dato di Cremona a 20 febbraio 1248. Indi si scorge che Oddone di Camerana con molti altri Lombardi, lasciata la patria per cagion dell’imperatore, venuti in Sicilia, ebber dapprima Scopello, poi, non bastando, la terra di Corlone che fu data in feudo ad Oddone. Ma essendo quella assai ricca, popolosa, e forte, l’imperadore ripigliandola in demanio, la permutò con Militello in val di Noto, che a lui ricadea per essersi estinta la linea della famiglia dei Lentini (collaterale forse ad Alaimo) che la possedea. Mss. della Bibl. com. di Palermo, Q. q. G. 12.

35

Bart. de Neocastro, cap. 110.

Anon. chron. sic., cap. 48.

36

Bart. de Neocastro, cap. 110; e con minori particolarità Niccolò Speciale, lib. 2, cap. 10 e 12, Giovanni Villani, lib. 7, cap. 117, l’Anonymi Chron, sic., cap. 48, e, non senza circostanze poco credibili, Montaner, cap. 107. Costui con manifesto anacronismo, porta questa fazione prima della battaglia del golfo di Napoli nel 1284, in cui fu preso Carlo lo Zoppo.

37

Bart. de Neocastro, cap. 110, 111.

Nic. Speciale, lib. 2, cap. 11.

Montaner, cap. 105, con errore di tempo e di qualche circostanza, dicendo che i Francesi tenessero ancora il castello di Cefalù; nel quale sappiamo che era stato già prigione Carlo lo Zoppo.

Gio. Villani, lib. 7, cap. 117.

Anon. chron. sic., cap. 48.

Cronaca di Parma, in Muratori, R. I. S., tom. IX, pag. 812.

Tolomeo da Lucca, Hist. ecc., lib. 24, cap. 22, in Muratori, R. I. S., tom XI.

Cronaca di Rouen, presso Labbe, Bibl. manuscripta, tom. I, pag. 381.

Un diploma del 1 giugno duodecima Ind. (1299) attesta che Guglielmo Sallistio fu preso nella battaglia de’ conti, ov’era nella famiglia del conte di Monforte, e fu accecato. Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 88.

Un altro del 30 settembre terza Ind. (1289), dato di Napoli, accorda una sovvenzione a un Provenzale accecato dopo che fu preso nella battaglia navale, e perciò deve intendersi della più recente, cioè questa del 23 giugno 1287. Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1291, A, fog. 16.

Ibid. a fog. 16 a t. e 17, son due altri diplomi dati il 3 ottobre e uno il 4, per Ruffino di Pavia similmente accecato, due uomini d’Ischia ai quali era stato cavato un sol occhio, ec.

Finchè non avremo per tempi anteriori altri di questi documenti, spiacevoli e non però men fedelmente da me riportati, potremo credere col Montaner (cap. 118) che Ruggier Loria si sia dato a tali crudeltà per rappresaglia, e molto tempo dopo che vide da’ nemici cavati gli occhi e mozzate le mani ai nostri presi combattendo: il che non toglie il biasimo, ma l’attenua. Montaner aggiugne che a queste rappresaglie i nemici cessarono dall’empio lor costume.

38

Nic. Speciale, lib. 2, cap. 12.

Bart. de Neocastro, cap. 111.

La restaurazione d’Agosta è riferita dal Montaner, cap. 108. Il quale a cap. 118, sebbene con anacronismo, dice de’ tributi che i nostri riscuoteano da Ischia sulle merci uscite dal golfo.

Un diploma del r. archivio di Napoli, reg. seg. 1289–1290, A, fog. 54, citato da D. Ferrante della Marra (Discorsi, Napoli 1641), attesta che Ramondo de Baux, fatto prigione nella battaglia dei conti, fu ricattato dal padre; il quale impegnò la contea d’Avellino per avere il denaro.

39

Raynald, Ann. ecc., 1288, §§. 10 e 11.

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V. il cap. 12.

41

Rymer, Atti pubblici d’Inghilterra, tom. II, diplomi del 5 febbraio, 2 e 13 maggio, e 29 giugno 1286, pag. 315, 317, 318, 319.

42

Rymer, loc. cit., pag. 326, 328, 329, 330, 331, 332, 333, due diplomi del 15 luglio 1286, e altri del 22, 24, 25, dello stesso mese.

Altro del 15 luglio, in Martene e Durand, Thes. Nov. Anecd. tom. I, pag. 1217.

43

I particolari di questi maneggi furono i seguenti:

Onorio incominciò a sollecitar Filippo il Bello, affinchè ripigliasse l’impresa del padre; e a questo effetto diede autorità al legato pontificio in Francia di sospendere e scomunicare tutti gli ecclesiastici che favorissero Alfonso in Aragona. (Archiv. del reame di Francia, J. 714. 9.)

Eduardo I appena fermata la tregua di luglio 1286, caldamente sollecitò la corte di Roma a ratificarla (Rymer, Atti pubblici d’Inghilterra, tom. II, parecchi diplomi del 27 luglio 1286, pag. 334, 335); ed essa mandò gli arcivescovi di Ravenna e di Morreale per trattar della pace, senza fermarla però da lor soli, soggiugnea Onorio, in sì dilicato e importante negozio (Ibid., pag. 340 e 341, 7 novembre e 1 marzo 1287; Raynald, Ann. ecc., 1286, §§. 13 e 14; Cronaca di Parma, in Muratori, R. I. S. tom. IX. pag. 810).

Ma insistendo Alfonso su i preliminari di Cefalù, il papa sdegnato ruppe gli accordi (Raynald, Ann. ecc., 1287. §. 6, breve dato di Roma a 4 marzo, di cui si fa menzione in due altri di papa Niccolò IV, del 15 marzo e 26 maggio 1288, in Rymer, l. c. pag. 358); sovvenne Filippo il Bello e Valois, che nuovamente minacciassero la guerra (Raynald, Ann. ecc., 1286, §. 28); i quali tentarono con lieve dimostrazione il Rossiglione (Montaner, cap. 158 e 160).

Intanto


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