Impronte. Manuele Migoni

Impronte - Manuele Migoni


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      Impronte

Manuele MigoniIMPRONTESequel de LA ZONA GRIGIA

      Descrizione: sequel de “La Zona Grigia”. Quando giocare d’anticipo, quando non sapere, è la miglior fortuna che si possa ottenere. Costretto a riparare altrove, in fuga da scomode verità, a Riley Webb non bastò Miami, non bastò la CIA, non bastò Katrina Zarkoskaya, “Elene”. E per gli agenti FBI che lo scovarono, ci volle ben altro che un confine delittuoso e una rischiosa messinscena. Qualcosa era sfuggito, di qualcuno non avevano tenuto conto. Ma a certi livelli è difficile si prendano iniziative senza aspettarsi un riscontro, e soprattutto quando ci sono in ballo cifre, soldi pubblici, lo scommetterci non può limitarsi a una semplice ipotesi. Più che prove di fatto, dati oggettivi, fu come un’intuizione che qualcosa stesse arrivando. Forse quel qualcuno che, come un innocuo scherzo del destino, come un insolito giustiziere, chiuderà una partita giungendo alla verità?

      ©2019. Editing e realizzazione copertina : Manuele Migoni. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

      1

      Miami, Novembre 2017

      Di sette occulte, broker al soldo di mafie internazionali, Riley Webb non ne avrebbe mai voluto sapere.

      Ciò che per lui veramente contava erano le donne e le auto di grossa cilindrata.

      E anche essere qualcuno nel sobborgo londinese in cui era nato.

      Eppure nel suo curriculum criminale ci fu qualche operazione degna di nota, tanto da metterlo in contatto con servizi segreti e qualche famiglia importante.

      Persone che comunque lo portarono a un punto di non ritorno.

      Accusato di tutto, omicidio, furto, terrorismo: omicidio e furto nei confronti di Virginia Blade, la celebre rockstar assassinata dopo essersi fatta passare per suicida; terrorismo a seguito dei suoi servizi al soldo di agenti segreti come Larry Belfiori e di famiglie importanti come i Lobowicz.

      Lui che aveva sempre avversato la politica, politica che poi gli si ritorse contro non appena ci entrò in affari.

      Politica per conto dei servizi segreti inglesi, che non impiegarono un minuto in più per trasferirlo altrove come spia, non appena la sua presenza divenne scottante.

      Meglio del carcere, si convinse.

      Ma con David Lobowicz imprigionato, e Larry Belfiori collaboratore, la vita da latitante, negli Stati Uniti, non era per niente facile.

      Braccato dall'FBI, aveva giorni e soldi contati.

      Nascosto in un appartamento di Miami, meditava da tempo su un possibile ritorno nel Regno Unito.

      Quel francese, Jacques Merries, divenuto quasi, nell'omicidio Blade, suo “socio in affari”, si era da un pezzo dileguato; oltre all'FBI, egli stesso ne aveva perso le tracce, e chissà che non nascondesse qualche segreto in più, soprattutto sulla somma estorta a Virginia Blade, somma che risultò finire nelle mani di Larry Belfiori, che volle prontamente restituirla all'FBI come prova che lui e i suoi uomini poco o nulla c'entravano con la morte della cantante. I dubbi erano che Jacques Merries ne mantenne una parte.

      Ma tutto ciò ormai apparteneva al passato.

      Quel che dopo tutto importava, era come poterne uscire.

      Se non altro Miami era un posto sicuro.

      Un posto che non conosceva, ma sicuro.

      E nessuno avrebbe pensato con facilità che si potesse trovare lì in quel momento.

      L'FBI lo cercava anche per saperne di più su David Lobowicz, su Larry Belfiori, e sul giudice Neil Price, candidato sindaco per la città di Londra, a cui tese una trappola.

      Quelle poche volte che sapeva di potersi concedere delle uscite, non esitava un attimo per sfrecciare a tutta velocità per le strade di Miami.

      La sua Cadillac XLR nera, ottenuta in maniera fortuita, diventava sempre più un'àncora di salvezza: la sua vendita sarebbe equivalsa a un lasciapassare per il ritorno in Inghilterra.

      Nel frattempo poteva cavarsela con qualche rapina, o tentare di accordarsi per gestire alcune partite di droga.

      Tornare, insomma, al suo vecchio mestiere.

      Non facile in una città come Miami, completamente in mano a gang di ispanici e afro-americani.

      < Riley, sei tu? Sei impazzito? >

      < L’apparecchio da cui ti sto chiamando è in sicurezza, sia per chi chiama, che per chi riceve, non avrei mai fatto un passo del genere >

      < Dove sei finito? Stai bene? >

      < Si bene sto bene, sono in attesa >

      < In attesa? >

      < Sono a Miami, sono in attesa che mi si sblocchi la situazione >

      < In che senso spiegati >

      < Vivo in un appartamento appena fuori città, ho scansato tutti, polizia, FBI, però, come tu ben sai, una distrazione è un fatto che non possiamo permetterci >

      < Immagino, ho sentito, hai avuto un bel da fare laggiù>

      < Non è come credi, sono stato quasi costretto, di David Lobowicz per fortuna me ne son liberato, sembra che l'FBI abbia ottenuto quel che voleva>

      < Anche Larry, quindi >

      < Si, anche se a un certo punto non ho capito a che gioco stesse giocando, se ci abbia usato, oppure se l'abbia spuntata, sei ancora in contatto con lui? >

      < Ti serve per qualcosa forse? >

      < No, ti pare >

      < Con tutta l'FBI che gli stava attorno, non ci ho più avuto a che fare >

      < Mi è rimasta una Cadillac, ma penso di liberarmene per tornare a Londra…ti ho chiamato proprio per questo, dovrai raccontarmi un po' di cose>

      < Spesso faccio ritorno a Mosca, lì qualcuno che mi passi dei lavoretti lo trovo sempre >

      < Lavoretti di che tipo? >

      < Solo qualche assalto >

      < Per il resto? Servizi? >

      < No, dopo Larry, credo che i servizi ci abbiano bruciato per il momento >

      < Okay, converrà starsene tranquilli per un po', vorrei vederti qui a Miami da me >

      < Come? Io da te? >

      < So che potrei metterti in difficoltà, il viaggio, i controlli >

      < A Miami hai detto? Ci dovrei pensare >

      < Va bene >

      < Okay, ora ti saluto >

      < Ciao >

      Interruppe la comunicazione con Elene, salì in macchina, e prese a correre per tutto il lungomare di Miami.

      Elene, la biondissima, Elene.

      All'occorrenza spietata rapinatrice, immischiata in numerosi ambienti e traffici.

      Per Riley, un appoggio importante.

      Un appoggio su cui ricominciare.

      In fondo, comunque, Miami cominciava a piacergli.

      2

      Miami, Dicembre 2017

      Era tutto pronto.

      Bagagli, biglietti, documenti.

      Katrina Zarkoskaya, per tutti “Elene”, del suo approdo a Miami non si sarebbe di certo accontentata di una semplice collaborazione.

      Per quanto anche lei fosse consapevole di ripartire da zero, quindi di dover ricostituire certi affari, in cuor suo meditava di scoprire le motivazioni del perché il gruppo di cui aveva fatto parte si fosse dissolto in quel modo.

      Sperava che Riley Webb potesse dirle qualcosa.

      E


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