Teste quadre. Enrico Panzacchi

Teste quadre - Enrico Panzacchi


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       Enrico Panzacchi

      Teste quadre

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066069476

       GALILEO GALILEI E IL SUO INGEGNO CRITICO

       I.

       II.

       III.

       RICCARDO WAGNER E L'ANELLO DEI NIBELUNGI

       GIOSUÈ CARDUCCI

       I.

       II.

       III.

       IV.

       MASSIMO D'AZEGLIO (« I MIEI RICORDI »)

       I.

       II.

       IL TOMMASEO POETA

       I.

       II.

       III.

       IV.

       ERNESTO MASI (STUDI SULLA RIFORMA IN ITALIA NEL SECOLO XVI)

       I.

       II.

       GIUSEPPE GIUSTI

       I.

       II.

       EMILIO ZOLA [ a proposito della GIACINTA di L. Capuana ]

       I.

       II.

       III.

       GIACOMO LEOPARDI (il PESSIMISMO nella letteratura)

       I.

       II.

Immagine decorativa

      Sappi di polver tollere

      La pietra prezïosa,

      E da uom senza grazie

      Parola grazïosa.

      . . . . . . . . . .

      Dov'è piana la lettera

      Non fare oscura glosa.

      Fra Iacopone da Todi.

       Indice

Immagine decorativa D

      Di recente in Francia un dramma del signor Ponsard ha subitamente rialzata la fama di Galileo, che giacevasi ancora dei colpi datile, or fa qualche anno, dall'Arago. Oggi colà è un gran parlare e discutere sopra di lui, la sua vita, l'ingegno, l'opere sue, con quel misto di entusiasmo devoto e di protezione, di dotto acume e di leggerezza elegante, che i francesi mettono in ogni cosa. Capricci della gloria! dirà qualcuno: ma intanto a noi giova osservare come la grandezza vera abbia essa sola questo privilegio di fare rinascere, a certi intervalli di tempo, un periodo ove gli animi sono tratti ad occuparsi di lei come di cosa nuova, a rimettere in campo, quasi per amor suo, antiche questioni, ad agitarle con energia appassionata come se fossero sorte ieri.

      Altra causa speciale concorre a tener viva la fama e lo studio di Galileo. Tutti sentono che con lui e per lui s'apre una grande epoca nella scienza universale: non è dunque solo questa o quella classe di dotti, che intende l'importanza dell'opera sua. Uno storico della filosofia infatti, omettendo oggi di parlare a lungo di Galileo, lascierebbe non minore lacuna nella sua opera, d'uno storico della astronomia o della fisica, che peccassero d'uguale omissione. Anzi io penso che con qualche scoperta di meno (e delle sue più importanti) egli non sarebbe meno grande nè per avventura meno celebre, venendogli e grandezza e celebrità massimamente da un titolo universale, che trascende ogni altro ordine del merito nella scienza. M'affretto ad aggiungere che questo titolo risiede nella potenza dell'ingegno critico, che Galileo ebbe più d'ogni altro nel suo tempo, e come pochi altri in tutta la storia dello scibile umano.

      Anzi tutto badiamo d'intenderci sui termini. Ciò che inizia e dà forma ad un'epoca scientifica o artistica è quasi sempre la critica della scienza o dell'arte contemporanea ed anteriore. Così l'età di Socrate esordisce colla critica de' Sofisti, l'età del Rinascimento colla critica dell'autorità e delle forme medioevali. Studiando adunque nella storia della scienza un periodo di movimenti innovatori bisogna anzi tutto tener d'occhio l'attività dell'ingegno critico e i modi coi quali si fa strada di mezzo al rimescolio delle opinioni cozzanti, e vedere le varie parti che assume, nel distruggere prima, poi nel ricostruire d'antichi e nuovi elementi l'epoca, che per lui s'inaugura. Distinguiamo pertanto due ordini d'ingegni critici, rispondenti alla duplice maniera di critica che dà fuori e si esercita sopra il contenuto della scienza anteriore e contemporanea. La prima maniera considera i fatti particolari senza volere o potere ascendere alle loro più riposte sorgenti;


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