Sperduti nel buio: Dramma in tre atti. Bracco Roberto

Sperduti nel buio: Dramma in tre atti - Bracco Roberto


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Buona notte, signore! Grazie e a ben rivederla. (Indicando un avventore che aspetta in piedi) Emilia, vedi qua che paga.

Emilia

      (svogliatamente esegue.)

Don Achille

      Professore, un galoppo finale non ce lo regalate?

Nunzio

      (immediatamente attacca un galoppo.)

Don Achille

      (al suo amico:) Ci siete, voi, don Lorenzino?

Don Lorenzino

      Sì, ci sarei, ma, mio caro don Achille, è tardi.

Don Achille

      Appena le due.

Don Lorenzino

      E alle sette in punto devo trovarmi al Cimitero: sono di guardia io alla sala di deposito.

Don Achille

      Un giretto solamente.

      (Nunzio suona stringendo il tempo. I due uomini, un po' per la musica vertiginosa, un po' per gli urti della gente che se ne va, si confondono in tentativi vani.)

Franz

      (al 2º Avventore, che s'avvia per uscire:) I miei complimenti, signore. E non dubiti, chè mendichi qua non faranno più apparizione. Già, se io fossi il governo, con la debita civiltà e considerazione, li impiccherei tutti!.. A rivederli, signori… Buon riposo!..

Ida

      (che è l'ultima ad uscire ed è sola, passando per vicino la coppia, batte lievemente con la mano sulla spalla di Don Lorenzino) A rivederci, don Lorenzino!

Don Achille

      Maestro! Maestro!.. (Va verso il Cieco per insegnargli il tempo, cadenzandolo con le mani.)

Nunzio

      (s'interrompe.)

Don Lorenzino

      (a Ida:) Io non vi conosco.

Ida

      Non importa. Può essere che mi rivedrete presto.

Don Lorenzino

      E dove?

Ida

      (uscendo) Al Cimitero: nella sala di deposito.

Don Lorenzino

      Be'!

Nunzio

      (riattacca il galoppo.)

Don Achille

      (riafferrando per la vita Don Lorenzino e cercando di prendere l'aire) Questo è il momento: taran, taran, taran…

Franz

      (a mezza voce, assestando un pugno sul dorso di Nunzio) E finiscila, che non c'è più nessuno!

Nunzio

      (cessando di suonare) M'era parso che…

Franz

      (bruscamente) Che t'era parso, imbecillissimo?!

Don Achille e Don Lorenzino

      (non sentendo più la musica, siedono, aspettando che ricominci.)

Nunzio

      (discende dalla pedana, e resta con gli occhi spalancati, senza sguardi, senza colore, senza lucentezza, con l'espressione vaga e tetra di due simboli del vuoto.)

Emilia

      (sul comptoir, sonnecchia.)

Franz

      (non si cura dei due uomini e comincia in fretta a sbarazzare i tavolini, riunendo bicchieri e bottiglie vuote sulla credenza, posando qualche bottiglia di liquore, qualche piatto di pasticcini sul comptoir.) Così non si può marciare in avanti. Si scombussola tutto il macchinario, e l'onore del locale diventa schifosissimo! Parlo con te, professore dei miei stivali! L'avventore paga il suo denaro, e vuole trovarci il suo tornaconto, che è nostro dovere di fornire.

Emilia

      (in tono pigro, sbadigliando) Se non hai amor proprio tu, ne abbiamo noi.

Nunzio

      (umile) Le canzonettiste le ho accompagnate sempre abbastanza bene.

Franz

      Le canzonettiste cantano con le gambe, e ognuno è buono ad accompagnarle con qualunque sinfonia. Ma la musica danzante? Là si vede il cervello del maestro! E tu la musica danzante non la sai maneggiare. E mi lasci anche il pianoforte aperto, animale! Non lo sai che se ci entra l'aria, si sfiata e perde ogni particolarità?

Nunzio

      (rimonta sulla pedana, chiude il pianoforte e ridiscende.)

Franz

      (ora smorza i lumi, lasciandone solo uno acceso. Si toglie la giacca e mette le sedie sui tavolini per poi spazzare.)

Don Achille

      (che è rimasto finora stupidamente imbambolato) Dunque, professore, questo galoppo?

Franz

      (pone una sedia capovolta sul tavolino presso cui sono seduti i due uomini.)

Don Achille

      (a Franz:) Che c'è?

Franz

      (continuando a sollevare seggiole) Si fa pulizia e poi si va a cuccia.

Don Achille

      Non c'è più musica?

Franz

      Sicuro! (Affaccendatissimo) Domani sera.

Don Achille

      Curioso! (A Don Lorenzino:) Dobbiamo andare?

Don Lorenzino

      Per forza.

Don Achille

      (mettendosi lentamente il cappello a tuba e una breve mantellina a pipistrello) E il nostro professore non viene?

Franz

      Il professore resta qui.

Don Lorenzino

      (con la stessa calma di Don Achille si mette un cappelluccio floscio e un lungo paltò.)

Don Achille

      (a Franz:) Già, intendo… (Si tocca gli occhi con un dito come per indicare d'aver capito che Nunzio è cieco.) Voi fate una bell'azione!.. Bravo! Bravo!.. (Si avvia.)

Don Lorenzino

      (mettendo una mano sulla spalla di Nunzio con curiosità gaia) Cieco nato?

Nunzio

      (con un cenno della testa risponde di no.)

Don Lorenzino

      (seguendo Don Achille) Eh eh! Quanti brutti scherzi fa la natura!

Don Achille e Don Lorenzino

      (passando dinanzi ad Emilia si tolgono il cappello) Signora! – Signora!

Emilia

      (dorme.)

Don Achille

      Buona notte, Franz.

Don Lorenzino

      Buona notte, Franz.

Franz

      (abbreviando) Buona passeggiata! Buona passeggiata!

      (I due escono.)

      SCENA III

FRANZ, NUNZIO, EMILIAFranz

      Che si possano rompere le gambe! (Apre in dentro l'uscio di vetro della bottega, e socchiude dal di fuori i battenti di legno.) Nunzio, vattene a letto. (Accende due mozziconi di steariche in due piccoli candelieri che sono sul comptoir. Si rivolge intanto a Emilia:) E tu, non lo vedi che sto sfacchinando come al solito? Metti almeno a posto sulle scansie questi liquori, questi pasticcini; lavami quei bicchieri…

Emilia

      Ho sonno. Sono stanca.

Franz

      Di che? Se non fai mai niente!

Emilia

      Secondo te.

Franz

      (portando in giro uno dei due mozziconi accesi procede alla pulizia. Cava fuori dal retrobottega una scopa, un recipiente d'acqua e una manata di segatura.) Stai di giorno e di notte su questo pulpito come un pappagallo sulla pappagalliera.

Emilia

      Lo vuoi tu che io ci stia.

Franz

      Non sei buona che a pettinarti e metterti il negrofumo sotto gli occhi.

Emilia

      (senza alterarsi, mollemente) E anche questo serve alla bottega! Non è forse per la bottega che ti sei ammogliato un'altra volta?

Franz

      (con


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