Sperduti nel buio: Dramma in tre atti. Bracco Roberto
ha dichiarato che… «nel mentre due sconosciuti lo aggredivano, una ragazza scalza, che poco prima gli aveva domandata l'elemosina, era fermata sotto il fanale all'angolo del vicolo.»
Santo Dio! Dove siamo arrivati!
(a Paolina:) Che tu bazzicassi con una combriccola di malfattori, lo sospettavo.
(siede nel mezzo della bottega per ascoltare.)
(ostentando di non interessarsi alla cosa per discrezione, continua a pulire e a mettere in assetto bicchieri, bottiglie ed altro.)
Ma che già facessi il palo ai grassatori della combriccola, l'ho saputo in questa occasione e ne ho piacere, perchè ti tengo nelle mani e, se non mi dici chi erano quei due galantuomini, ti tiro il collo come a una gallina.
Io non so niente, non so niente! Non ho visto niente.
(alzando il grosso bastone nodoso) Pensa a quello che fai, ragazzina!
E se mi battete, sempre lo stesso è. Io sono una povera pezzentella. Da me, che ne volete?
(rivolgendosi un po' a Franz e a Emilia:) E poi il torto è nostro, e si dice che maltrattiamo la gente, che facciamo le sevizie, che commettiamo abusi, che questo, che quello…
(a Paolina:) Ma non essere così cocciuta! È anche una vergogna alla tua età! Digli ciò che vuole sapere, e lui te ne manda subito per i fatti tuoi. (Guardando Milone, fa una smorfietta significativa come per dire: «lasciateglielo credere».)
(autorevolmente) Zittisci tu, Emilia! Non t'introdurre in faccende che non riguardano l'esercizio del locale.
Ma questo è nostro domicilio, mio caro.
Il domicilio è una cosa e la giustizia è un'altra! (Dall'alto del comptoir, ripone sulla scansia pasticcini e liquori.)
(a Emilia:) Scusate, signora, mi sbrigo subito.
(a Milone:) Procedete innanzi comodamente con la legge in mano e non vi fate scomporre dalle circostanze.
(a Paolina:) Tu approfitti perchè sei femmina e sei ragazza, ma se credi che non ti faccia sputare quello che hai in corpo, significa che non hai capito bene chi sono io. (Le afferra i polsi, li riunisce e glieli stringe in una sola mano come in una morsa.)
Mi fate male! Mi fate male!
(tenendole sempre i polsi e facendola retrocedere, alza il bastone come per essere pronto a colpirla.) Parla, dunque.
Abbiate compassione! Mi fate male!
Parla! Come si chiamano i due grassatori? Parla! Parla! (La incalza, spingendola fin dietro il pilastro.)
(Spariscono tutti e due. Si odono i gridi di lei.)
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