Incantesimo Di Mezza Estate. Kristen Strassel
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INCANTESIMO
DI MEZZA ESTATE
I Draghi delle Smoky Mountains
LIBRO 2
di Kristen Strassel
Traduzione italiana a cura di Chiara Vitali
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono usati in modo fittizio e non devono essere considerati come reali. Qualsiasi riferimento a fatti realmente accaduti o a persone, in vita o defunte, è puramente casuale.
Cover Art e modifiche successive © 2019 Sotia Lazu
“Midsummer Spell” © 2019 Kristen Strassel
“Incantesimo di Mezza Estate”
Traduzione Italiana © 2021 Chiara Vitali – con la collaborazione di Antonella Caso
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata, riprodotta elettronicamente o stampata senza autorizzazione scritta, fatta eccezione per brevi citazioni inserite nelle recensioni. Potete contattare l’autrice al seguente indirizzo: [email protected]
Pubblicato da Tektime
Un potente drago, su cui tanti anni fa è stato lanciato un incantesimo, è convinto che io sia una dea. Ma non una dea qualsiasi – la sua. Ha bisogno che io lo aiuti, ma perché ciò accada deve prima farmi credere nella magia.
Una cosa da niente, vero?
Sono impegnata a costruirmi una carriera e a ristrutturare la casa dei miei sogni. Ho tutto ciò che desidero, ma negli anni ho volutamente ignorato alcune parti della mia vita. Nello specifico, la mia vita amorosa.
Quando la casa della nonna va a fuoco, mi reco a Summerland per aiutarla a rimettersi in piedi. Lei e mia sorella sostengono che la causa di quella devastazione sia stato un combattimento tra draghi, e che sia necessario che io venga a patti con la vita che ho a lungo trascurato e con la magia, nella quale non credo.
Anche quell’uomo così sexy di Chance Drake è disposto ad aiutare la nonna. È scettico sulle capacità magiche che lei sostiene di avere, e insiste che uno degli incantesimi che lei ha lanciato è andato storto e lo ha lasciato intrappolato nella sua forma umana.
Sostiene di essere un drago, e io l’ho sfidato a farmi credere nella magia.
Quando solo io riesco a leggere un antico testo che nessun altro finora è stato in grado di decifrare, la mia vita cambia per sempre. Chance riuscirà a convincermi a rimanere a Summerland e a usare la mia magia per salvare il tuono delle Smoky Mountains?
Capitolo uno
Monique
La nonna diceva sempre che la magia è quella parte della scienza che gli uomini devono ancora comprendere.
La mia risposta era sempre la stessa: mi sarei attenuta a ciò che potevo capire, grazie mille.
Avevo completamente sottovalutato mia nonna.
Avevo trascorso tutti i trentaquattro anni della mia vita da convinta sostenitrice del detto che la magia è una stupidaggine. Mia nonna sosteneva di essere un’incantatrice, ma mia madre aveva allevato me e mia sorella facendoci credere solo in ciò che poteva essere spiegato dai fatti e non dalla fede.
«Come fai a essere così tranquilla, hai lanciato un incantesimo su te stessa?» le chiesi. La nonna doveva aver invocato alcuni superpoteri davvero seri. Eravamo di fronte ai resti divorati dalle fiamme dell’unica casa in cui lei avesse mai vissuto. O almeno così ricordavo. Il nastro giallo della polizia sbarrava le porte rotte e le finestre andate in frantumi.
«È solo un edificio, Monique. Tutto ciò che conteneva può essere sostituito. Tutte le cose importanti», disse battendosi una mano sul petto, «le tengo qui.»
Non mettevo piede a Summerland da oltre un decennio, ma non importava, la nonna mi aveva accolta di nuovo come se avessimo pranzato insieme il giorno prima. Mentre lei si dilettava di magia, io avevo studiato medicina. Quando non ero stata impegnata a lavorare, avevo versato sangue, sudore e lacrime nella ristrutturazione di una vecchia casa trascurata a East Nashville. Avevo messo il mio cuore in quella casa.
«Non riesco a immaginare di perdere la casa in cui abito.»
«Tu dai troppa importanza alle cose materiali.» La nonna si avvicinò alla struttura bruciata e sollevò uno di quei nastri gialli che avvertivano di non oltrepassare. Fece un cenno con la testa, come se stesse salutando quel posto, e poi se ne andò senza voltarsi indietro. Mi fece segno di seguirla. «Nel tuo cuore cosa c’è?»
«Cosa vuoi dire?» Alcune cose non cambiavano mai. La nonna amava parlare per enigmi.
Sospirò, frustrata come sempre dalla mia praticità e dal rifiuto di credere nell’ignoto. Presto mi avrebbe ricordato che avevo preso da mia madre. «Per cosa saresti pronta a rinunciare a tutto?»
«Il mio ambulatorio pediatrico.» Ero appena diventata socia. Alla fine, ero uscita dall’estenuante tran tran della turnazione ospedaliera. Ora che avevo degli orari certi e una casa da chiamare mia, potevo iniziare a lavorare sulla vita che avevo trascurato. «E la mia casa.»
Lei scosse la testa. «Quelle sono cose. Qualcuno te le può portare via. Lasciami riformulare la domanda. Chi ci sarà per te quando perderai tutto? Non illuderti, succede a ognuno di noi.»
Una domanda che faceva riflettere. Avevo sempre potuto contare su Cecily, la mia migliore amica, ma trascorreva metà dell’anno in tour con la sua band. Quando era dall’altra parte del paese, non poteva mollare tutto per me. Ma non era quello che intendeva la nonna. Voleva sapere chi mi completasse, se ci fosse qualcuno in grado di sbloccare il mio cuore freddo, calcolatore e pratico.
La serratura era arrugginita e non potevo confessarle di aver smarrito la chiave.
«Ho te. E Sophie.» Mi sforzai di sorridere. Faceva male ammettere che era una cazzata.
«Ma non sei venuta al mio matrimonio» ribatté mia sorella dal sedile posteriore, il dolore ancora fresco nella sua voce.
Mi voltai e affrontai la sua delusione. «Avevo bisogno di più di due giorni di preavviso! E poi, chi si sposa di mercoledì?»
«Era la Festa di Beltane» rispose Sophie, come se quel fatto lo rendesse più praticabile.
«Adesso è qui. Non c’è bisogno di litigare.» La nonna avrebbe cercato, fino all’ultimo dei suoi giorni, di convincerci a mettere da parte le nostre differenze. Mi mise una mano sul braccio mentre guidavo, allontanando il veicolo su cui eravamo dalla sua casa. «Uno di questi giorni, Monique crederà nella magia.»
Stavo per dirle che era altamente improbabile, ma avevo notato alcune cose, in quel viaggio a Summerland. Sophie non era mai stata la personificazione della responsabilità, piuttosto era un’ottimista, ma non pensavo che ciò avesse nulla a che fare col fatto che si fosse sposata in fretta e furia. Si stava ancora crogiolando nel bagliore della sua prima notte di nozze. La nonna aveva perso tutti i suoi beni terreni e non sembrava affatto turbata. E invece eccomi qui, una palla di nervi, attaccata al cellulare come se me lo avessero impiantato chirurgicamente, e non riuscivo a pensare a una singola persona che fosse davvero pronta a guardarmi le spalle.
Sophie e la nonna chiacchierarono sulla via del ritorno alla montagna, e, per la prima volta, fui consapevole di tutte le cose che mi ero persa.
«Tyson e io ceneremo un po’ prima» disse Sophie quando scendemmo dall’auto. «Vuoi unirti a noi? Sono sicura