Viaggi di Ali Bey el-Abbassi in Africa ed in Asia, v. 1. Ali Bey

Viaggi di Ali Bey el-Abbassi in Africa ed in Asia, v. 1 - Ali Bey


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spesse volte che uno dei musici strascini l'altro a suo capriccio, obbligandolo di tenergli dietro alla meglio; lo che produce un effetto precisamente somigliante a quello d'un cattivo organo che si sta accordando. Malgrado così spaventosa melodia, tale è la forza dell'abitudine, che poc'a poco quasi m'avvezzai a questo carivari, e feci anzi sì fatti progressi in questa musica, che giunsi a scifrare alcune delle arie più accreditate, ed a poterle notare coi segui della musica europea. Queste arie, cui difficilmente può aggiungersi un basso, sono quasi sempre in tuono di re.

      Sembra impossibile che questi suonatori di pira possano vivere lungamente a fronte dello sforzo continuo ch'essi fanno suonando il loro istromento; le loro guancie vedonsi estremamente enfiate, e malgrado un cerchio di cuojo che le ricopre due o tre pollici intorno alla bocca, gettano molta saliva, ed il loro ventre irrigidito per la violenta espansione del fiato che devono aspirare e respirare, dimostra quanta fatica essi sostengano.

      Ho già fatto osservare che questi stromenti sono sempre accompagnati da un grosso tamburro, il di cui rauco suono si fa sentire ad intervalli di quattro o cinque minuti, ed anche più spesso, tranne in una specie d'aria nella quale marca colpi regolari assai più vicini.

      I musici accompagnano d'ordinario i matrimonj, le circoncisioni, i complimenti di felicitazione, e le feste di Pasqua; ma non sono ricevuti nelle moschee, e l'arte loro è straniera ad ogni atto del culto. Essi temono, come facetamente osservò un viaggiatore, di risvegliare l'Eterno…

      A Tanger non vi sono nè divertimenti pubblici nè private società. Il Moro ozioso esce la mattina di casa, si pone a sedere in terra sulla piazza e in altro luogo pubblico, ove altri abitanti sopraggiungono per azzardo e fanno lo stesso, e per tal modo formano alle volte dei circoli ove stanno parlando tutto il giorno.

      Finchè io rimasi in quella città, la mia casa fu ogni sera l'unico luogo di riunione dei fakihs, i quali venivano a prendere il te. I consoli e gli altri Europei unisconsi tra di loro, formando una specie di repubblica affatto segregata dai musulmani, dividendo fra di loro le notti per le adunanze e le conversazioni.

      Alle donne, assolutamente separate dalla società degli uomini, non altro rimane a farsi ne' giorni di festa, che mandare a prova, di sotto alle molte vesti onde sono coperte, acute e penetranti voci. Quando un fanciullo ha terminati i suoi studj di leggere e scrivere, nel che consiste tutta la scienza d'un moro, viene condotto per le strade a cavallo colla medesima solennità delle circoncisioni, e le feste, che dà in tale occasione la sua famiglia, sono sempre accompagnate dai penetranti gridi delle femmine. Esse gridano per la presenza del re, e gridavano per me poich'ebbi acquistata molta riputazione. Essendosi ridotto ad arte, e risguardandosi come prova di talento il saper fare spaventose grida, le donne approfittano d'ogni occasione per mostrare la loro abilità, sforzandosi di sorpassar l'une l'altre non solo coi tuoni più acuti, ma col saper più lungo tempo sostenerli. Talora io le udiva due o tre ore dopo mezza notte gettare acutissime voci mentre passavano in truppa innanzi alla mia casa.

      La lettura è difficilissima, sia per la forma arbitraria dei caratteri scritti, quanto per la mancanza di vocali e di segni ortografici; difetti sempre crescenti, finchè non s'introduca una stamperia. Per ciò gli abitanti di Tanger trovansi immersi nella più stupida ignoranza. Una sola persona io trovai in questo paese, la quale aveva udito parlare del movimento della terra. Riferiscono mille stranezze intorno ai pianeti, alle stelle, al movimento dei cieli, senza che abbiano la più leggiere conoscenza della fisica. Uno di coloro, che chiamansi dotti, vedendomi un giorno tra le mani un orizzonte artificiale pieno di mercurio nell'atto di fare un'osservazione astronomica, m'avvisò, come di cosa importantissima, essere questo un eccellente rimedio per far morire i schifosi animali e gl'insetti; m'insegnò la maniera d'applicarlo alle pieghe ed ai contorni degli abiti; facendomi sentire essere questo l'uso più utile che potesse farsi del mercurio.

      I mori confondono l'astronomia coll'astrologia, e quest'ultima ha non pochi coltivatori. Non sospettavan pure che siavi la chimica; ma trovansi tra di loro alcuni pretesi alchimisti: la medicina è affatto sconosciuta. Limitatissime sono le loro cognizioni aritmetiche, e geometriche. Si può dire che non abbiano quasi poeti, e meno storici; e quindi ignorano la storia del proprio paese, e le belle arti loro sono affatto straniere.

      Il Corano ed i suoi commenti formano l'unica lettura degli abitanti di Tanger. Questo quadro è sgraziatamente rassomigliantissimo; e questi paesi possono in tutta l'estensione del termine chiamarsi barbari.

      Quella d'essere Santo è tra i Musulmani una professione, o piuttosto un mestiere, che si esercita, e si abbandona ad arbitrio, e talvolta ancora diventa ereditario. Sidi Mohamed el Hadji fu a Tanger un riputatissimo Santo. Dopo la di lui morte viene riverito il suo sepolcro posto nella cappella sopra descritta; suo fratello, che fu l'erede della sua santità viene parimenti venerato. È questi un accortissimo furbo che di quando in quando veniva a visitarmi; cosa risguardata dagli abitanti come un singolar favore. La sua cappella ed il suo giardino sono un sicuro asilo per i delinquenti perseguitati dalla giustizia; e non si troverebbe verun musulmano tanto audace che esasse entrarvi senz'essersi prima assoggettato alla legale abluzione dell'acqua del pozzo posto in vicinanza della sua porta; ma io che per favore speciale della mia origine ero risguardato come superiore agli altri, v'entravo talvolta a cavallo col mio domestico per trovare il santo senza alcuna preventiva ceremonia.

      Tanger possiede pure un altro veneratissimo santo, che divenne anch'esso mio amico; il quale, dopo avergli infinite volte detto ch'era un furbo che ingannava i suoi concittadini coll'impostura, si ridusse a confessarmi finalmente la verità, ed a ridersi meco in segreto dell'altrui credulità; ripetendo spesse volte che su questa terra i sciocchi servono ad alimentare i minuti piaceri degli uomini di spirito.

      Un altro santo scorreva le strade come un insensato, seguito da molto popolo: aveva la testa scoperta, una lunga capigliatura arricciata, e portava in mano una specie di spartum che abbonda nel paese. Distribuiva come reliquie alcuni pezzetti di questa pianta a coloro che glie ne chiedevano; de' quali, allorchè l'incontraj per istrada, me ne diede un pugno come dimostrazione di particolar favore, che io mi posi sul petto colla più grande venerazione.

      Passeggiando una volta per la città mi s'avvicinò un moro, dicendomi, datemi una piastra e mezza per comperarmi un bournous; io sono santo, e se non volete credermi, o se diffidate della mia parola, chiedetene ai vostri domestici, ai vostri amici, e troverete che non v'inganno. Mostrando di credere a quanto mi diceva venni a patti, e gli diedi mezza piastra.

      Ricorderò pure un altro santo di Tanger, che è, o finge d'essere imbecille: egli sta sempre sulla gran piazza imitando il grido dell'oca o dell'anitra: estrema è la sua sudiceria, e sarebbe indecenza il descriverla. Mi fu detto che questo santo aveva talvolta fatte pubblicamente cose affatto contrarie al buon costume. Lo stupido fanatismo degli abitanti su quest'oggetto non par credibile. I fakihs ed i talbas lasciano il popolo nell'errore quantunque siano abbastanza istruiti, e mi abbiano più volte parlato di queste aberrazioni dello spirito umano.

      CAPITOLO V

      Giudei – Pesi, misure e monete. – Commercio. – Storia naturale. – Situazione geografica.

      I Giudei del regno di Marocco vivono nel più misero stato di schiavitù. È veramente cosa straordinaria che i Giudei abitino in Tanger indistintamente coi Mori senza avere un separato quartiere, siccome costumasi in tutte le altre città ove domina l'islamismo, ma questa stessa distinzione è una perenne sorgente di dispiaceri per questa casta disgraziata; rendendo più frequenti i motivi di contese, nelle quali se il giudeo ha torto il moro si fa giustizia da se medesimo; e se il giudeo ha ragione è costretto di portare i suoi riclami al giudice sempre parziale per il musulmano.

      Quest'orribile disuguaglianza di diritti tra individui della stessa setta rimonta fino alla culla; di modo che un giovinetto musulmano insulta o batte un giudeo qualunque siasi l'età sua, e le sue infermità, senza che questi abbia, sto per dire, il diritto di lagnarsene, non che quello di difendersi. I fanciulli delle due religioni trovansi nella medesima disuguaglianza, avendo più volte veduto i fanciulli musulmani divertirsi a battere i fanciulli giudei, senza che questi osassero giammai opporgli la più piccola difesa.

      Per ordine del governo i Giudei vestono diversamente dagli altri: il loro abito è composto d'un pajo di mutande, d'una


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