Cronobiologia. Dr. Juan Moisés De La Serna

Cronobiologia - Dr. Juan Moisés De La Serna


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di questi è associato alla vitalità poiché, dal momento in cui sorgeva la luce, si alzava la temperatura e la maggior parte degli esseri viventi recupera il proprio movimento lasciando il letargo della notte, dando inizio all’attività del giorno.

      I maschi ominidi escono per cacciare, mentre le femmine rimangono per svolgere i compiti di raccolta dei frutti selvatici della zona. La caccia diventa così l’asse della vita sociale, dove una buona caccia, viene celebrata da tutti, poiché fornirà cibo per diversi giorni.

      Così il sole è diventato il simbolo che rappresenta il mondo maschile, la forza e la vitalità della natura, considerato da alcune culture come la principale divinità e padre del resto delle divinità; numerosi esempi che si possono trovare in tutta la Terra, dalle civiltà bagnate dal Mediterraneo come l’egiziano (Ra) o il greco (Helios), a quelli americani come l’Aztec (Tonatiuh) o l’Inca (Inti), o asiatici come la Cina (Ri Gong Tai Yang Xing Jun).

      Inoltre, quella palla di fuoco calda e vitale sembra descrivere nel cielo sempre la stessa disposizione di una strada che inizia a Oriente dove parte, passando attraverso lo zenit, a mezzogiorno, fino a raggiungere l’Ovest dove si posa; un viaggio che è stato raccolto da varie tradizioni come l’Astro Rey che è stato spostato da una macchina o una barca solare lungo la volta del cielo, da cui è tornato dopo il tramonto.

      Una forte convinzione che ha dovuto aspettare di essere spiegata nel XVII secolo da Galileo Galilei. È un effetto visivo causato dalla rotazione della Terra sul proprio asse con un movimento continuo verso Est, che fa sì che, prendendoci come riferimento, qualsiasi stella esterna sembra girare nella direzione opposta, come accade al Sole, che si vede attraversare il firmamento da Est a Ovest.

      Tuttavia, forse il fenomeno più misterioso e attraente, che ha sorpreso e abbagliato l’umanità allo stesso modo, è stato quello originato dalla stella più vicina alla Terra, l’enigmatica Luna.

      L’attività che si svolge durante la notte è molto diversa da quella del giorno, è il momento in cui gli anziani approfittano per trasmettere la loro saggezza ed esperienza ai più piccoli, usando storie e favole che li aiutano a ricordare i loro insegnamenti, riuniti al calore di un falò, prima di andare a riposare fino all’alba del nuovo giorno.

      Tutto sotto la supervisione di quel corpo celeste brillante, che a volte sembra illuminare tanto quanto il Sole, il quale accompagna solo un marcato calo della temperatura, a parte il buio l’emergere di milioni di piccoli punti brillanti nel firmamento.

      Sono state attribuite caratteristiche sorprendenti all’unico satellite della Terra, che forse, nel momento in cui vi è un maggiore consenso, influenza le maree, fino al più discusso, negli esseri umani libera gli istinti primitivi.

      Per quanto detto prima, la Luna è stata tradizionalmente associata ad un mondo di sottigliezza e delicatezza, essendo raffigurata come una divinità femminile, sia tra i popoli del Mediterraneo, per esempio, l’egiziana (Iside) o la greca (Artemis), l’americana Azteca (Coyolxauhqui) o l’Inca (Mama Quilla), o le asiatiche come la cinese (Chang E).

      Questo cambiamento drastico di luminosità tra il giorno e la notte ha permesso ai nostri antenati di iniziare a rendersi conto di qualcosa al di fuori della loro comprensione, che inevitabilmente impressionava tutti gli esseri viventi, il trascorrere del tempo.

      Ogni nuova alba, era un giorno di vita in più per quei primi ominidi, che al fine di poter comprendere quello che accade intorno a loro, lentamente diventano consapevoli dell’importanza di aspettare queste variazioni.

      A differenza del Sole, che può essere osservato sempre con la stessa sfericità, la Luna mano man mano che passano le notti sembra cambiare forma, vedendosi più o meno rotonda a secondo della fase in cui si trova.

      All’inizio del ciclo lunare dalla sua forma più completa e arrotondata, simile al Sole (Luna Piena o Plenilunio) passa ad una posizione in cui mostra solo una piccola porzione semicircolare della sua superficie verso destra (Quarto Crescente) fino a scomparire lasciandosi vedere completa (Luna Nuova o Novilunio o Luna nera), per poi ripresentarsi lentamente con la parte sinistra (Quarto Calante), fino a completare di nuovo il ciclo con la luna Piena.

      Un fenomeno astronomico che è iniziato a registrarsi, dato che il suo ciclo prevedibile è di ventinove giorni, ciascuna fase ha una settimana di durata. Dopo aver verificato come si succedevano le fasi lunari, si pensò che essa poteva essere una buona misura del tempo, per potere, in qualche modo, comprendere i cambiamenti del mondo che li circondava.

      Ed e così il che è nato il primo calendario, basato, appunto, sulle lune, che permetteva di contare ogni quanti cicli vi era l’abbondante primavera o quando potevano emigrare a causa della comparsa dei primi freddi, che annunciavano il rigido inverno; ciò ha dato origine ai primi registri sui cambiamenti stagionali.

      Ma non sono stati solo questi fenomeni che si ripetono con una certa regolarità quelli che hanno stupito l’umanità, lasciando traccia, prima per mezzo di pittogrammi e poi passando alla lingua scritta. In diverse latitudini troviamo i registri delle apparizioni di strani fenomeni atmosferici, come le aurore e i corpi cosmici, attraverso il grande cielo, come in passato è stato chiamato il cielo, che lasciano una scia luminosa.

      Al contrario, molti altri fenomeni sono passati inosservati perché non avevano sufficiente regolarità, anche grazie alle cronache del tempo, come le aurore, i terremoti, le alluvioni o la siccità.

      Un mondo remoto pieno di cambiamenti imprevedibili, che avevano lo scopo di essere compreso dai nostri antenati, inizialmente utilizzando spiegazioni basate su grandi forze della natura che si sono comportati in modo caotico e senza criterio, spesso personificato nelle loro divinità mitologiche, che in molti casi sono stati adorati, e venivano fatte delle offerte per ottenere il loro bene placido e per scongiurare la loro rabbia.

      Esempi come questo si sono diffusi in tutta la geografia del mondo e nelle tradizioni e culture dei nostri antenati, in modo che possiamo trovare riferimenti a divinità come Thor, dio del tuono nella mitologia nordica; Namazu, divinità giapponese dei terremoti; o Eolo, divinità greca dei venti.

      Inoltre, la curiosità umana non si è fermata qui; il prossimo passo verso l’accumulo di questi minuziosi registri, è stato quello di cercare, per quanto possibile, una sorta di spiegazione, una relazione tra questi eventi esterni che ha avuto una tale influenza sulle condizioni della vita, che colpisce sia la caccia che il raccolto.

      Forse la relazione più ovvia si trova osservando vari cambiamenti nella natura, a un livello climatologico che porta una moltitudine di piccole variazioni in termini di disponibilità di cibo e acqua, come fa ognuna delle quattro stagioni durante l’anno.

      In primavera, i fiori sbocciano e i frutti emergono, mentre gli animali si accoppiano per procreare; tutto sembra essere favorevole alla vita.

      In estate, le temperature aumentano e le piogge diminuiscono e in alcuni punti l’acqua disponibile è così scarsa da costringere a spostarsi in luoghi più benevoli.

      L’autunno, considerato come un momento di transizione, dove si verificano cambiamenti di temperatura, con piogge frequenti e la caduta delle foglie degli alberi, è anche quando gli uccelli migrano alla ricerca di luoghi più caldi.

      L’inverno, al contrario dell’estate, è la stagione più fredda, dove la luce è più debole, le notti più lunghe e la vegetazione e gli animali scarseggiano alle latitudini più alte. L’interesse non è più semplicemente lasciare scritti quei fenomeni e cercare di dare un senso, ma iniziare a cercare la possibilità di prevedere, e quindi trovare un modo sia preparare che porre rimedio, per quanto possibile alle avversità, di sfruttare momenti buoni.

      Non erano ancora guidati da anni di 365 giorni, come li conosciamo oggi, ma erano guidati dalle stagioni, si cominciarono a usare per conoscere l’età di ciascuno, dal numero di primavere che avevano vissuto, e, ancora alcune città oggi li continuano ad usare, mantenendo un contatto diretto con la natura.

      Nell’antichità non solo si sono interessati all’osservazione di eventi atmosferici o astronomici, ma anche a tutto quel fenomeno che potrebbe influenzare il normale sviluppo della vita, come dimostrato dagli antichi registri


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