”Dolce Settembre”. Gabrielle Queen

”Dolce Settembre” - Gabrielle Queen


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occhi. <<Da quanto tempo c’è qualcosa tra te e la piccola Sandy? Cosa ha fatto, ti ha agganciato in una chat di minorenni che la regalano in cambio di favori particolari? Come diciamo … una carriera al top?>>

      <<Ehmm … scusate se interrompo… >>

      I due uomini saltano come se le poltrone li avessero morsicati al sedere.

      <<Ho bussato ma nessuno rispondeva!>>

      Sullo stipite della porta c’era la silhouette esile di Sandrine Martignon, meglio nota come Sandy.

      Gerardo sgrana gli occhi come se avesse appena visto un fantasma, mentre Justin si sta passando ripetutamente la mano nei capelli, con la schiena verso l’entrata.

      Quando si gira lentamente, cercando di darsi un’aria arrogante e con una replica tagliente pronta sulla lingua, si accorge che sullo stipite della porta in vetro non c’è solo Sandrine Martignon ….. ma praticamente l’intera ditta. O quasi.

      Rimane spiazzato e apre la bocca per dire qualcosa, ma Sandy è più veloce, facendo un passo avanti nell’ufficio.

      <<Chiedo scusa di aver interrotto una conversazione talmente interessante, ma, Signor Gerardo, desidero parlarle.!>>

      Porta come sempre i suoi biondi codini alla Britney Spears, camicia bianca leggermente sbottonata e una gonna corta grigio scuro che sarebbe del tutto insignificante, se da sotto non sbucassero due gambe sottili e quasi troppo bianche, avvolte in calze colorate che le danno un’aria da allieva di liceo ma allo stesso tempo la rendono inspiegabilmente molto ma molto…

      “sexy”

      Justin solleva lo sguardo dalle gambe di Sandy giusto per vedere il suo capo e amico diventare rosso al complimento della ragazza dagli impertinenti codini d’oro.

      Sandy ha appena detto al grande capo di avere l’aria … sexy???

      Si sta parlando di Gerardo Spiazzi, l’uomo che ha battuto un record nazionale a mangiare salsicce tirolesi e che ogni anno va in vacanza a Cannes e finisce in ospedale per intossicazione con ostriche.

      Che ora sta fissando Sandy con viso paonazzo, come se avesse appena ingoiato una delle sue famose salsicce e le fosse rimasta incastrata nella gola.

      Leggermente intontito, Justin apre la bocca per dire qualcosa, ma non ne esce alcun suono.

      <<Ha un’aria fantastica signor Gerardo, si è fatto qualcosa ai capelli? (quelli praticamente inesistenti) O forse ha cambiato modello di camicia?>> continua a cinguettare Sandy, strisciando distrattamente avanti e indietro una di quelle sue gambe che, per chissà quale ragione,Justin avrebbe voglia di afferrare solo per un attimo.

      Gerardo sta balbettando qualcosa mentre da dietro la porta aperta a metà si sento risate di sottofondo. Gli altri colleghi e impiegati della ditta stanno seguendo attivamente la conversazione, per aver dopo in interminabile argomento di chiacchiere e risate nei loro uffici.

      <<Ciao Jus, come stai?>>

      Justin sussulta, mentre nell’ufficio si è appena insinuata la silhouette di Annalisa, la sua fidanzata, spargendo dappertutto un’ebriante ondata di J’Adore. La ragazza avanza sui tacchi vertiginosi, in un vestito verde aderente che le mette in risalto gli occhi di gatto e le forme generose, gli getta le braccia al collo e lo saluta con un bacio appassionato al sapore di cicche alla menta. Come se non si fossero visti da settimane, mentre proprio la sera scorsa, dopo le ore di lavoro…

      Quanto si erano divertiti.

       Capitolo 2 – Le mutandine rosse

      Justin cerca senza successo di svincolarsi dalla stretta di Annalisa, per l’amore del cielo, un po’ di riservatezza. Non ama mescolare le cose private al lavoro, anche se l’intera ditta è al corrente della sua piccante relazione, ampiamente commentata con lusso di dettagli in tutti gli uffici e persino dal personale di pulizia. Justin è così, una specie di star tra tutti perché americano, bello e pieno di glamour, e lo sa benissimo, anzi è una parte che gli va come un guanto e che si diverte a fare.

      E tutti hanno capito come attraverso un telefono senza filo, un’invisibile ondata elettrica ha appena percorso la ditta: qualcosa di clamoroso stava per succedere, come tutte le volte che Justin e Sandy si trovano nella stessa stanza.

      E quel qualcosa accade … con molta disinvoltura la giovane si piega e da sotto la scrivania del grande capo raccoglie un paio di … mutandine rosse, con un pizzo minuscolo, mostrandolo a tutti quanti.

      Justin rimane di sasso sulla poltrona, con Annalisa incollata addosso come una specie di edera rampicante. Sandy non rivolge loro nemmeno un’occhiata, continua a fissare il capo con espressione di scherzoso rimprovero negli occhi scintillanti.

      Gerardo sgrana i suoi così tanto che tra un po’ sembra che gli partiranno dalla testa e si incolleranno alle mutandine rosse che Sandy gli sventola davanti.

      <<Forse la ragione per la quale è così allegro oggi?>> gli dice, ma proprio in quel momento accadono quattro cose: Gerardo emette una specie di urlo non articolato e dà un colpo di pugno sulla scrivania, così forte che alla fine il bicchiere di caffè di prima finisce per rovesciarsi macchiando una sfortunata pila di documenti che si trovava proprio accanto nel momento fatidico.

      Dall’entrata si sente un coro di “aaaa” e circa sette persone con l’espressione più scioccata del mondo irrompono dentro a fissare più da vicino l’incredibile oggetto nella mano della studentessa alla Bocconi.

      <<Quelle non sono mie!>> grida Annalisa, e per un attimo tutti gli occhi sono su di lei, in un silenzio apocalittico. Le bocche di tutti hanno effettivamente raggiunto il pavimento.

      Il telefono si mette a squillare.

      <<Pronto!>> urla Gerardo nel ricevitore, senza perdere d’occhio l’intera scenata.

      Nel frattempo Sandy si è lentamente voltata verso Annalisa, la mano con le mutande sempre all’altezza del viso e un’espressione del più puro candore negli occhi neri lucenti.

      Annalisa è la copia esatta dell’Urlo di Munch, pietrificata, rimpicciolita, la mascella sul pavimento e barcollando sui tacchi come se avesse appena ricevuto un pugno in piena figura.

      Senza sapere bene cosa sta facendo, Justin si lancia verso Sandy con un vero salto da acrobata alle Olimpiade, le toglie le mutandine di mano e in meno di un nanosecondo se le infila in tasca, sudando come se avesse appena salito a piedi i dieci piani dell’edificio.

      Gli altri spettatori ripetono in coro un “ooo” e, avvicinandosi a Justin, gli toccano le spalle in un muto segno di compassione. Annalisa ha perso la capacità della parola.

      <<Noi tre dobbiamo parlare!>> sputa Gerardo a Justin e a Annalisa, appena conclusa la conversazione telefonica. <<E lei, signorina, sarà meglio che stia fuori da questo!>> ringhia verso Sandy, che con una quasi piroetta si sta già congedando, non senza aver prima lanciato una bella occhiata di sottinteso alla coppia di piccioncini.

       Capitolo 3 – Sesso e telecamere

      <<Questo è inammissibile, inammissibile!>> continua a ripetere Gerardo da cinque minuti, facendo giri intorno alla scrivania, mentre i due colpevoli davanti a lui sono ormai maschere della disperazione.

      <<Senti, Gera, non è come pensi..>>

      <<Non è come penso? NON E’ COME PENSO????>> urla il grande capo, soffermandosi per un attimo davanti a Justin, come se costui fosse un pericoloso killer mascherato appena piombato dalla grande finestra.

      <<Voi due avete fatto …. Sesso sulla mia scrivania, dove lavoro e tengo i documenti più importanti e vorreste pretendere che io non vi licenzi proprio in quattro e quattro otto?>> si passa una mano sulla faccia rossa e riprende i giri intorno alla scrivania con espressione inorridita, quasi aspettandosi di veder spuntare da qualche angolo anche fruste e manette, a parte le famose mutandine rosso fuoco.

      <<Tecnicamente


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