Non Resta Che Ricominciare. Emmanuel Bodin

Non Resta Che Ricominciare - Emmanuel Bodin


Скачать книгу
Sia in un caso che nell’altro, non rimane che un’unica soluzione: la fuga!

      Non era affatto responsabile. Si era sentito pronto e mi voleva vicino a lui. Io, invece, appena uscita dall’adolescenza avevo una voglia pazza di scoprire la vita e di divertirmi. Ma ecco che, incontrando Franck, l’amore era sbucato fuori dal nulla. Ero subito rimasta abbagliata e accecata. Era cosi bello, tranne per il fatto che era troppo presto. Ho cercato di reprimere i miei sentimenti perché sapevo che non ci sarebbe stato un lieto fine. Trascorsa l’estate, sono dovuta ritornare a casa per terminare i miei studi. Era molto più facile stare lontano. Quattro anni dopo, non vedo più la mia vita sentimentale allo stesso modo. Quando guardo indietro, come in uno specchietto retrovisore, rifletto sul copione che recitavamo. In certe occasioni, potremmo persino chiederci se non ci fossimo persi qualcosa durante il tragitto. Quando le speranze non vengono appagate, i rimpianti sono lì a ricordarci che un’altra strada forse sarebbe stata più adatta.

      Franck ha quasi dieci anni in più di me. La sua età non mi aveva mai turbata. Al contrario, mi era piaciuto immediatamente. Il suo fisico era abbastanza comune: bruno con un pizzetto ed esile. La sua semplicità, la sua cortesia, le sue piccole attenzioni ed il suo umore equilibrato, di cui avevo assolutamente bisogno per sentirmi serena, avevano fatto colpo su di me. Mi lasciai sedurre e trasportare dalle onde di questa storia. A distanza di poche settimane, non riuscivo ancora a capire cosa volesse da me, se volesse impegnarsi seriamente o no, il che probabilmente aveva suscitato in me un po' di diffidenza e sentimenti contrastanti. Sembrava che fosse ancora innamorato della sua ex. La loro storia, tuttavia, non era stata altro che una breve avventura rispetto alla nostra relazione in erba. Dalla precedente, Franck ne era uscito annientato. Era stato il nostro incontro a risollevargli il morale. Mi trovava splendente come un raggio di sole che illuminava l’oscurità della sua vita e io adoravo le parole dolci che mi sussurrava, anche se la paura mi frenava per la stessa ragione.

      Una volta tornata in Russia, a Irkutsk, già dopo alcuni giorni, mi mancava. Il fatto di vivere lontano dalla Francia, ne era la causa o forse i sentimenti che avevo respinto riaffioravano in me? Volevo proteggermi, non soffrire, entrambi sapevamo che la nostra storia avrebbe avuto una fine, una scadenza inevitabile e necessaria. La nostra unione non poteva in alcun modo durare. Avevamo giocato a fare gli innamorati con una relazione di cui entrambi conoscevamo l’epilogo. Dovevamo chiudere questa parentesi per costruire un nuovo presente senza la presenza dell’altro. Come mi aveva detto chiaramente Franck, vivevamo un amore improbabile... Eppure, era stato proprio lui che aveva voluto crederci di più. Non aveva voluto mettere un punto alla nostra storia. Non voleva permettere che la nostra unione cadesse nell’oblio, diventasse passato. Aveva sognato di vivere il nostro amore nel presente, quando questo presente non aveva nulla da offrire. Per diversi mesi, eravamo rimasti in contatto per non perderci di vista. Mi chiamava regolarmente e mi suggeriva gli studi che avrei potuto intraprendere in Francia. Mi vedeva bene a iniziare un master in lingua o letteratura francese ma non gli importava davvero, voleva solo che tornassi il prima possibile. Non so se fosse la solitudine sentimentale ad avere influenzato il suo comportamento o se gli mancassi davvero. Mi aveva colpita, comunque, sentire che desiderasse tanto la mia presenza.

      La nostra corrispondenza era durata fino a quando non incontrai un ragazzo che viveva nella mia stessa città. Il presente aveva avuto ragione sul mio attaccamento a lui, che era affogato nel virtuale. È bello sognare, ma la vita non può essere costruita su un futuro incerto. Ero così giovane, il mio corpo desiderava vivere. È inumano essere soli per troppo tempo. Franck, molto attento, mi aveva chiesto di non passare troppo tempo con questo ragazzo. Gli avevo allora spiegato che la distanza tra di noi aveva spento i miei sentimenti; non sapevo cosa volessi davvero. Dopo averlo estromesso completamente, avevo ricevuto solo rimproveri fino a quando il suo dolore non era stato spazzato via da un nuovo idillio. Anche se la tristezza che si prova dopo un fallimento amoroso di cui siamo consapevoli fa nascere una delusione, che non potrà scomparire completamente. Qualche tempo dopo, anche nelle sue e-mail pacate, c’era sempre in sottofondo una forma di rancore e di forte disappunto.

      Il nostro ultimo dialogo era stato all’inizio dell’anno, quando l’avevo chiamato per il suo compleanno. Sarei stata un anno più vecchia, a mia volta, poche settimane dopo e Franck mi avrebbe chiamata per farmi gli auguri per i miei venticinque anni... Per me, tutto sarebbe dovuto ripartire da qui e già mi vedevo a condividere questo giorno al suo fianco! Mi trovavo ora nella stessa città di una persona che amo e tuttavia mi sentivo così distante, anche più lontana di quando vivevo a settemila chilometri da Parigi.

      Posso considerare la mia storia come una specie di insegnamento, fatto di esperienze e di molte sfide. Eccone le vicissitudini.

      2.

      Che tempo meraviglioso! Che l’estate volgesse al termine, non era poi così evidente; la stagione si prolungava, piacevolmente, ideale per le passeggiate. Ma uscire da sola... Brrr... Ho sempre preferito uscire in compagnia, sia per fare quattro chiacchiere o soltanto per passare il tempo.

      Quel pomeriggio, avevo deciso di andare al Jardin du Luxembourg. Da Montparnasse, era abbastanza vicino per cui avevo preferito fare una deviazione a Denfert-Rochereau, allungando considerevolmente il percorso, al solo scopo di dare una spintarella al destino. Tuttavia, quando il destino pianifica per voi un programma diverso né luogo né tempo concedono favori, qualsiasi tentativo è destinato all’insuccesso. Indugiavo in quel quartiere, dando un’occhiata ai negozi e ai grandi magazzini e sperando stupidamente di incontrare Franck. Sicuramente, mi stavano scambiando per una turista smarrita, che non sa bene cosa cercare, ma nessuno si sarebbe meravigliato per cose del genere. Guardavo in ogni direzione ma non ero interessata né al sapone profumato al gelsomino dell’erboristeria né al cornetto caldo e profumato del panificio accanto. Speravo solo in un’apparizione. Il mio cuore batteva all’impazzata nel pensare alla sua casa così vicina, a pochi isolati di distanza. Sarebbe bastato che suonassi alla sua porta per sorprenderlo, per ritrovarmi davanti a lui come prima, quando ci frequentavamo. Ma stavolta, nulla giustificava un’azione del genere.

      Oltrepassai i numerosi caffè della piazza di Denfert-Rochereau, rallentai, vi guardai dentro, ciondolavo per cercare di vedere chi vi si trovasse all’interno. Di lui nemmeno l’ombra. All’improvviso sentii qualcuno chiamarmi. A più riprese, dei Playboy da strapazzo mi invitavano a bere qualcosa. Più o meno lo stesso tipo di persone che avevo intorno quando lavoravo nei bar. Camminavo dritto per la mia strada. I miei occhi pensosi, delusi, sinceri fissavano i miei piedi. Attraversai la piazza, percorsi il viale Denfert-Rochereau e poi il boulevard Saint-Michel. Osservavo i passanti; gli uomini mi guardavano, mi sorridevano allegramente, altri sembravano intimoriti e abbassavano lo sguardo. Anch’io abbassavo gli occhi, affranta. Andai per la mia strada. Arrivata vicino al parco, mi sistemai sulla terrazza di un caffè. Da qui, avevo una bella vista su uno degli ingressi. Vedevo le coppie tenersi per mano, abbracciarsi, ridere... La felicità stringeva in un forte abbraccio quelle persone. La mia felicità, invece, sembrava perduta, smarrita, persino scomparsa.

      Per non lasciarmi sopraffare dalla malinconia, ordinai un gelato ai frutti di bosco con una limonata. Fin da bambina, mi veniva l’acquolina in bocca davanti a queste deliziose prelibatezze.

      Un passante si era fermato per chiedermi se avevo da accendere. Ridacchiai e scossi la testa. Di una banalità desolante, un approccio che non lasciava ombra di dubbio. Gentilmente, risposi che non fumavo e lui mi rifilò il suo discorsetto.

      «Mademoiselle, lei è molto affascinante... Posso offrirle da bere?

      – Grazie signore, ma preferirei rimanere sola al mio tavolo. Sto aspettando il mio fidanzato.

      – Ah... mi dispiace, signorina. Il suo fidanzato è molto fortunato. Buona giornata.»

      Immediatamente, il ragazzo andò via. Non è sempre facile liberarsi di qualcuno che vuole fare la vostra conoscenza. A volte sono molto insistenti. Non dubito della serietà di alcuni, ma la maggior parte vuole solo portarti a letto. Non ho più voglia di ciò e non l’ho avuta che raramente... Forse in una città diversa e con uno stato d’animo diverso, mi sarei lasciata sedurre ma in quel momento, i miei pensieri erano concentrati su qualcun altro. Il poverino sbavava fissando le mie cosce lasciate scoperte


Скачать книгу