Il Fascino Di Medusa Tra Arte, Mito E Leggenda. Andrea Piancastelli
e questa “voce di bronzo”, nella bocca dell’Eacide, basta a far tremare di terrore le file nemiche (2).
In effetti il carattere terrificante del gorgoneion ne fa l’ornamento prediletto delle armature, in modo particolare degli scudi, nei più antichi dei quali la testa gorgonica decora tutta la superficie.
Lo scudo è uno strumento di guerra con funzione protettiva, nasce come barriera per difendere, non per attaccare. Ma la testa della Gorgone lo trasforma in un’arma offensiva e ne rafforza l’originale funzione profilattica. La Gorgone deve intimidire il nemico attraverso lo sfavillio insostenibile della testa e degli occhi, nel bagliore folgorante delle armi, ancora una volta in una sorta di possessione: la faccia mostruosa di Medusa trasmette il furore della carneficina nell’azione di guerra (3). Così viene descritto lo scudo di Agamennone nell’ Iliade:
Sollevò lo scudo grande e possente, riccamente ornato, stupendo: dieci cerchi di bronzo vi correvano intorno e al centro c’erano venti borchie di stagno, bianche, con una nel mezzo di smalto nero; lo incoronava una Gorgone dal volto tremendo, dallo sguardo crudele, con accanto Deimos e Phobos (4).
(Trad. M.G. Ciani)
Tav. 10 Prosternopidion in bronzo e avorio, inizi del VI sec. a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale. Inv. 5715.
Ma non solo gli scudi riproducono la maschera gorgonia. Un prosternopidion di bronzo, il pettorale che serviva a proteggere e ornare il petto dei cavalli, databile agli inizi del VI secolo, presenta un gorgoneion in rilievo al centro come decorazione (5): sulla fronte la chioma forma una serie di ricci a chiocciola, alle cui estremità sono le orecchie; gli occhi, obliqui, hanno le ciglia segnate sulla palpebra superiore con una serie di trattini incisi; dalle labbra, aperte in un ghigno, esce il blocco eburneo della lingua tra quattro zanne aguzze; dalle orecchie al mento il volto è inquadrato da ali. Da notare il bulbo e l’iride in avorio che enfatizzano il carattere malefico e sovrannaturale dello sguardo della Gorgone.
E' interessante l’associazione di Medusa a una bardatura per cavalli: infatti il legame tra le due è più stretto di quello che si pensi. Se si tiene conto dell’analisi di Vernant, anche il cavallo, per come agisce e per le sonorità che gli sono proprie, può tradurre la presenza inquietante di una potenza degli Inferi che si manifesta in forma animale: la sua nervosità, la sua tendenza a imbizzarrirsi di colpo per effetto di un improvviso terrore che lo porta a diventare frenetico e selvaggio. Nel lessico riferito al cavallo, gorgòs assume un significato quasi tecnico. Riferito a tale animale, infatti, gorgoumai significa scalpitare. Senofonte nota, nell’ Equitazione, che il cavallo nervoso e impetuoso è terribile a vedersi ( gorgos idein), che le sue nari spalancate lo rendono gorgòteros, che i cavalli, quando si uniscono in torme, con il battito degli zoccoli, i nitriti, gli sbuffi moltiplicati dal numero, sembrano più ardenti e focosi ( gorgòtatoi) (6). Altri aspetti del mito rimandano inoltre all’elemento equino: quando Perseo recide la testa gorgonea di Medusa, dal suo collo balza fuori il cavallo prodigioso Pegaso. Lo stesso Poseidone, amante di Medusa, viene spesso associato al cavallo, ed è nota la storia in cui il dio, gareggiando con Pallade Atena, donò agli uomini il primo cavallo.
Tav. 11 Placca in terracotta rappresentante Perseo a cavallo che sostiene il capo reciso di Medusa, 490-470 a.C., dall’isola di Melo, British Museum, Londra.
[1] J.P. VERNANT, La mort dans les yeux, Paris 1985 (trad.it. La morte negli occhi, Bologna 1987).
[2] OMERO, Iliade, XVIII 214-21.
[3] J.P. VERNANT, La mort dans les yeux, Paris 1985 (trad.it. La morte negli occhi, Bologna 1987).
[6] SENOFONTE, Equitazione, 10 17.
4. Distruzione e protezione: Medusa e l’egida di Atena
Si diceva che la testa della Gorgone appare nell’ Iliade anche sull’egida di Atena; come questo avvenne si apprenderà dalla storia di Perseo, ben documentata da numerose raffigurazioni a partire dal principio del VII secolo. Una grande anfora protoattica da Eleusi (1), del secondo venticinquennio del VII secolo, rappresenta Perseo che, dopo aver tagliato la testa di Medusa, fugge mentre Atena lo protegge da Stheno e Euriale (2).
Protettrice e guida di Perseo nella lotta per ottenere la testa di Medusa, Atena insegnò a Perseo come procedere contro la Gorgone in modo da non vederne il volto, ma soltanto l’immagine riflessa nella superficie del suo scudo (3)
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