Al Primo Sguardo. Gino Salvi

Al Primo Sguardo - Gino Salvi


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      (voce fuori campo)

      Benvenuta a Parigi, mia cara. Spero che tu abbia potuto riposare durante il volo e che Raphael non abbia russato troppo;) Scusami per quello che ti ho detto prima: sono molto contenta che ti sposi e che abbia trovato l’uomo capace di renderti felice. Ti prometto di fare tutto il possibile per svolgere con serietà e solennità il mio ruolo di damigella d’onore.La tua amica del cuore, Juliane.

      Che cos’è questo pasticcio, un bizzarro scherzo di Marcus? pensa Matthew leggendo l’sms. Lo pensa, finché non ha studiato il telefonino: stesso modello, stesso colore, ma... non è il suo. Un rapido sguardo alla posta elettronica gli permette di scoprire l’identità della proprietaria: una certa Isabelle Wilcox, che vive a Parigi. Cazzo, è il cellulare di quella squinzia del JFK, pensa.

      Isabelle guarda l’orologio e reprime uno sbadiglio. Le sei e mezzo del mattino. Roissy si sta svegliando con gran rapidità. Come a New York, nonostante l’ora mattutina, i vacanzieri di Natale prendono possesso dell’aeroporto.

      Raphael è davanti al nastro trasportatore dei bagagli.

      RAPHAEL

      Sei sicura di voler andare a lavorare, oggi?

      Isabelle afferra il telefonino cromato per consultare la posta elettronica.

      ISABELLE WILCOX

      Certo, amore. Scommetto che ci sono già parecchie ordinazioni in attesa.

      Isabelle ascolta la segreteria telefonica.

      MARCRCUS

      (voce fuori campo) )

      (in tono strascicato e addormentato)

      Ciao, Matt, sono Marcus. Ho avuto qualche problema con la R4, una

      perdita d’olio che... va be’, ti spiego dopo. Insomma, per farla corta, rischio di arrivare un po’ in ritardo. Scusa.

      Chi è questo fuori di testa! pensa Isabelle premendo il tasto rosso. Uno che ha sbagliato numero? Boh.

      MATTHEW ROSE

      (ad alta voce)

      Accidenti, è il telefono di quell’imbecille dell’aeroporto!

      Matthew invia il primo sms.

      MUSICA

      "HOLLY" DI HENRY MANCINI (ORCHESTRALE)

      MATTHEW ROSE

      Ho il suo telefono, lei ha per caso il mio? Matthew Rose.

      Isabelle risponde quasi istantaneamente.

      ISABELLE WILCOX

      Si, lei dove si trova? Isabelle Wilcox.

      MATTHEW ROSE

      (voce fuori campo)

      A Parigi. E lei?

      ISABELLE WILCOX

      (voce fuori campo)

      A Parigi: Come facciamo?

      MATTHEW ROSE

      (voce fuori campo)

      Be’, non esiste la posta, in Francia? Le mando il suo domani.

      ISABELLE WILCOX

      (voce fuori campo)

      Troppo gentile. Farò del mio meglio. Qual è il suo indirizzo?

      MATTHEW ROSE

      (voce fuori campo)

      Ristorante Le Temps des cerises, 16 rue Princesse, Parigi. VI arrondissement.

      ISABELLE WILCOX

      (voce fuori campo)

      Ecco il mio: God Save the Boots, 3 bis rue Delambre, Parigi, XIV arrondissement.

      MATTHEW ROSE

      (voce fuori campo)

      Lei ha un negozio di scarpe, vero? Sì, certo, c’è l’ordinazione molto urgente di un certo Oleg Mordhorov: un paio di stivali di Dolce e Gabbana da consegnare al Théàtre de Chàtelet all’attrice che si spoglia nel terzo atto. Detto tra noi, dubito si tratti di sua moglie.

      ISABELLE WILCOX

      (voce fuori campo)

      Chi l’ha autorizzata ad ascoltare la mia segreteria?

      MATTHEW ROSE

      (voce fuori campo)

      Ma l’ho ascoltata per farle un favore, razza di idiota!

      ISABELLE WILCOX

      (voce fuori campo)

      Vedo che è cafone negli sms come lo è dal vivo. Allora è un ristoratore, eh, Matthew?

      MATTHEW ROSE

      (voce fuori campo)

      Sì.

      ISABELLE WILCOX

      (voce fuori campo)

      In tal caso, c’è una nuova prenotazione per la sua bettola: un tavolo a nome dei signori Strzechowski, per domani sera.

      Almeno, così ho capito dal tono del messaggio, ma la ricezione era pessima.

      MATTHEW ROSE

      (voce fuori campo)

      Benissimo. Buonanotte.

      ISABELLE WILCOX

      (voce fuori campo)

      Sono già le sette del mattino.

      LA MUSICA CESSA

      Matthew, irritato, infila il telefonino nella tasca interna del cappotto.

      Le porte a vetri si aprono e Raphael, sollevato, sospira.

      spingendo un carrello portabagagli mentre Isabelle gli rivolge dei grandi gesti con le mani.

      AUTOSTRADA - EST. - GIORNO

      La vecchia Renault lascia la statale per imboccare l’uscita.

      Il vecchio macinino procede come una lumaca, tanto che pare andare al rallentatore.

      MACCHINA MARCUS - INT. - GIORNO

      Per quanto il riscaldamento sia al massimo, i vetri sono appannati dal vapore. Matthew è seduto accanto a Marcus.

      MATTHEW ROSE

      (in tono lamentoso)

      Ci farai uscire di strada con questo mucchio di ferraglie.

      MARCUS

      Ma no, fila che è un piacere, la mia macchinina. Sapessi come me la curo!

      Marcus è un uomo tra i trentacinque e i quarant’anni, con i capelli castani lunghi e arruffati e un velo di barba. Gli occhi, chiari sono cerchiati e scavati dalla stanchezza.

      Indossa dei jeans scuri ed una camicia azzurra spiegazzata aperta fino all’ombelico. Calza un vecchio paio di scarpe da ginnastica verdi e guida con un solo piede: tiene il calcagno poggiato sulla frizione e con le dita dei piedi schiaccia ora l’acceleratore ora il pedale del freno.

      Charly si dimena sul sedile di dietro.

      CHARLY ROSE

      A me piace, la macchina di zio Marcus.

      Marcus risponde con una strizzatina d’occhi.

      MARCUS

      Grazie, piccolo.

      MATTHEW ROSE

      Allacciati la cintura e smetti di agitarti in quel modo, Charly.

      Matthew si volta verso Marcus.

      MATTHEW ROSE

      Sei passato dal ristorante, ieri pomeriggio?

      MARCUS

      Ehm,


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