Un Amore Come Il Vostro . Sophie Love
delle nostre vendite. Ora la parte più importante è quella online, con le sottoscrizioni e gli articoli bite-sized sui social media. È di questo che d’ora in avanti si occuperà il nuovo team.”
Keira guardò quei volti sconosciuti. Era strano che Elliot non avesse pensato di promuovere nessuno del personale già presente nella compagnia. Non le sembrò giusto. Capiva che il capo volesse il meglio che potesse permettersi, ma lei non sarebbe mai arrivata dove era se nessuno le avesse concesso un’occasione.
Poi Rick si schiarì la gola. “Ci mettiamo al lavoro? Sally, puoi elencare a Keira le sue apparizioni pubbliche?”
Se possibile Sally sembrava una versione persino più efficiente di Heather, perché a quanto pareva aveva previsto la domanda dell’uomo e aveva già rivolto la sua attenzione e a un ordinato taccuino appoggiato davanti a sé.
“Breakfast New York, News 24, Daily Roundup, Good Morning USA, Helen & Phil In the Morning, Katie & Joe In the Evening…”
Mentre ascoltava la lista dell’assistente, Keira rimase senza fiato. Tutti quei talk show e notiziari la volevano nei loro spettacoli? Iniziò a venirle la nausea per lo stress.
“Te la cavi bene con i giornalisti?” chiese Rick, non appena la sua assistente ebbe finito di elencare i programmi televisivi.
“Non ne ho idea,” rispose lei. “Non sono mai stata in TV.”
“Non c’è problema,” disse lui nel suo tono professionale e pratico. “Ti insegnerò io. Sally, segna Keira per l’Helen and Phil In the Morning, domani. È un ottimo show per fare pratica. Le interviste sono brevi e piuttosto informali. E soprattutto, pre-registrate. Quindi sarà perfetto in ogni caso. Passeremo agli spettacoli dal vivo non appena avremo visto come te la cavi lì, quindi Sally, prepara anche qualche programma pomeridiano.”
L’assistente non perse nemmeno un secondo. Portò subito il suo cellulare all’orecchio ed entro pochi istanti cominciò a parlare rapidamente al ricevitore. Keira non riusciva a capacitarsi della rapidità con cui tutti si stava muovendo. Lanciò un’occhiata a Elliot, che stava sorridendo come lo Stregatto, chiaramente entusiasta dell’improvviso aumento di ritmo e di pressione. A differenza di lei, l’uomo prosperava in quel genere di situazione. Ma la giovane scrittrice non poteva fare a meno di sentirsi una pedina in un gioco. Aveva sempre avuto quella sensazione al Viatorum, anche quando erano stati solo Elliot e Nina a prendere le decisioni. Ma ora, con quella squadra di gente che le organizzava la vita, era persino peggio.
“Sarà meglio cominciare a fare pratica,” disse allora Rick, ripiegando suoi fogli e alzandosi.
“Devo uscire alle cinque di questo pomeriggio,” sbottò Keira all’improvviso. “Devo andare a fare shopping con mia sorella.”
Tutti si bloccarono e la guardarono sospettosi.
“Uh, sì, certo,” rispose l’addetto stampa, raddrizzandosi la giacca.
Lei capì subito che erano stati sicuri che avrebbe rinunciato a ogni suo momento libero, e che non avevano minimamente pensato a che cosa voleva in realtà. Avevano dato per scontato che avrebbe seguito l’onda e obbedito agli ordini senza dare nessuna opinione.
Rick guardò Sally. “Fai in modo che per le cinque abbiamo finito.”
L’assistente annuì.
Una volta conclusa la riunione, il nuovo team editoriale si alzò per lasciare la sala conferenze. Keira stava per andarsene quando Elliot la chiamò.
“Posso avere un momento del tuo tempo? In privato?”
Keira guardò Rick, che in quel momento sembrava al comando.
“Ma certo,” annuì l’uomo, persino più rigidamente di quando lei aveva chiesto di potersene andare alle cinque.
Il resto dello staff lasciò la stanza e rimasero solo loro due.
“Che c’è?” gli domandò.
“Lo so che è un po’ troppo” iniziò il capo. “Ma il tuo articolo ha fatto scalpore.”
“Tra lo staff?”
“Oh, questo non mi importa,” rispose lui. “La gelosia può essere un eccellente motivatore. No, ha fatto scalpore tra gli inserzionisti.”
“Oh,” disse Keira, vagamente confusa. “Che cosa vuoi dire?”
“Voglio dire che sono disposti a pagare cifre molto più alte per apparire nel Viatorum di quanto non facessero prima. Cioè, è in corso una guerra di offerte per lo spazio pubblicitario nel nostro prossimo numero e sul sito. Stiamo ricevendo moltissima attenzione.”
“È fantastico,” esclamò lei. “Ma che cosa ha a che fare con me?”
Elliot scoppiò a ridere. “Non hai molto senso degli affari, vero, Keira?”
La donna scrollò le spalle. “C’è un motivo se sono diventata una scrittrice.”
“Ottima osservazione.” Ridacchiò di nuovo. “Keira, sto dicendo che l’aumento dei nostri guadagni è merito tuo. Quindi meriti un premio.”
Solo allora iniziò a capire. “Intendi un bonus?”
“È esattamente quello che voglio dire.” Si infilò una mano in tasca e ne estrasse un pezzo di carta che fece scivolare attraverso al tavolo di vetro fino a lei.
Keira lo prese. Era un assegno. Lesse la somma.
“Cinquecento dollari? Grazie, li userò per pagare i miei mobili nuovi.”
Elliot si accigliò. “No, Keira. Sono cinquemila dollari.”
Lei quasi si strozzò. Rilesse l’assegno. Era vero, la cifra era cinque mila, non cinque cento.
“Wow. Beh… non so che cosa dire. Grazie mille.”
Il capo annuì. “Se continui così, Keira, quello sarà solo il primo di molti.”
Con una sensazione di trionfo, Keira piegò l’assegno e se lo mise in tasca. Magari diventare virale non era così male. Anche se l’idea di apparire in televisione la terrorizzava, l’assegno che aveva in tasca era un ottimo modo per sopportare la tensione.
CAPITOLO SEI
Il resto della giornata di Keira passò nella confusione più totale. Tra la pratica per le interviste con Rick e Sally (che le sembrò più un interrogatorio), le presentazioni con il nuovo e impavido team editoriale i cui nomi si dimenticò subito dopo averli sentiti, e la sfilza di riunioni, non riuscì nemmeno a fare una pausa per pranzo, né ebbe occasione di parlare con Nina.
Non appena arrivarono le cinque, uscì dall'ufficio e si mise in viaggio verso casa. Non riusciva ancora a credere a quello che stava succedendo e aveva una gran caos nella testa. Mai nella sua vita aveva pensato che la sua carriera da scrittrice potesse prendere una simile piega. In metropolitana, diretta verso il suo nuovo appartamento, fu con una certa ironia che si rese conto che non aveva scritto una singola parola per tutta la giornata.
Solo una volta che fu tornata nella sua casa vuota ebbe il tempo per riprendere fiato. Persino l’oscurità causare dalla completa mancanza di lampade era un sollievo, attenuando il mal di testa martellante provocato dalla dura giornata di lavoro.
Si sfilò le scarpe e si strofinò le caviglie doloranti, poi chiuse la porta d’ingresso e vi appoggiò contro la testa. Lasciò che gli occhi le si chiudessero e scivolò in uno stato di dormiveglia indotto dalla stanchezza.
Era ancora premuta contro il legno quando il campanello accanto a lei squillò. Si riscosse con uno scatto, ricordando che aveva in programma di vedersi con la sorella. In passato i piani dopo il lavoro non erano mai stati un problema, ma il suo corpo era esausto e pesante dopo la lunga giornata e si maledisse per aver già preso accordi con Bryn.
Si voltò e lasciò entrare la sorella. La donna aveva tra le mani una pianta in vaso.
“Un regalo per la nuova casa!” esclamò.
Keira sorrise. “Accomodati,” la invitò con