La Bugia di un Vicino . Блейк Пирс

La Bugia di un Vicino  - Блейк Пирс


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Non è ancora stato determinato quale delle due cose l'abbia uccisa. Abbiamo bisogno di voi due per scoprire chi è stato.”

      “L'omicidio era l'unico motivo per cui l'assassino è entrato in casa?” chiese Chloe.

      “Così sembra. Non pare sia stato rubato nulla. La casa era esattamente come i Carver l’avevano lasciata... ad eccezione della loro tata morta. L'indirizzo è nel fascicolo” proseguì Garcia. “Ho appena parlato al telefono con lo sceriffo di Landover. I coniugi Carver e i loro tre figli sono alloggiati in un motel da quando è avvenuto l'omicidio, due giorni fa. Ma stamattina vi aspetteranno in casa per rispondere a qualsiasi domanda. E questo è tutto, agenti. Andate là fuori e portateci un'altra vittoria. Passate dal reparto risorse umane e fatevi assegnare un’auto. Conoscete la procedura?”

      Chloe non la conosceva, ma annuì comunque. Immaginava che Nikki Rhodes sapesse già tutto. Visto com’era andata il giorno prima, Chloe credeva che la collega conoscesse ogni singolo dettaglio su come funzionavano le cose al Bureau.

      Chloe e Nikki si alzarono dal tavolo. Chloe bevve un ultimo sorso di caffè, prima di uscire dall'ufficio di Garcia. Camminarono lungo il corridoio verso l'ascensore senza dire una parola.

      Sarà una lunga giornata, se non mettiamo da parte questa stupida rivalità, pensò Chloe.

      Mentre Chloe spingeva il pulsante con la freccia verso il basso, si rivolse a Nikki e fece del suo meglio non solo per rompere il ghiaccio, ma per scioglierlo del tutto.

      “Agente Rhodes, parliamoci chiaro. Hai qualcosa contro di me?”

      Nikki sorrise e si prese un momento per pensare alla risposta. “No” disse alla fine. “Non ho niente contro di te, agente Fine. Ma sono un po’ titubante a lavorare con qualcuno che è stato inserito nel ViCAP all'ultimo minuto. Mi chiedo se questo non sia una specie di favore che ti è stato fatto, il che sarebbe ingiusto nei confronti di altri agenti che si sono fatti il ​​culo per far parte di questo programma.”

      “Non che siano affari tuoi, ma mi è stato chiesto di entrare a far parte di questo programma. Ero perfettamente soddisfatta del mio corso con la Squadra Ricerca Prove.”

      Nikki scrollò le spalle, mentre le porte dell'ascensore si aprivano. “Non so se alla SRP sarebbero contenti di come hai contaminato quell'impronta, ieri.”

      Chloe rimase in silenzio a quelle parole. Avrebbe potuto continuare quella piccola guerra di parole con Nikki, ma questo non avrebbe fatto altro che rendere il loro rapporto di lavoro ancora peggiore di quanto non fosse già. Se voleva cambiare le cose, avrebbe semplicemente dovuto provare all’agente Rhodes di essere all’altezza.

      Inoltre, era vero che aveva combinato un casino il giorno prima. E l'unico modo per risolverlo era mettersi alla prova con questo nuovo caso.

      ***

      Quando Nikki decise di guidare senza intavolare alcun tipo di conversazione, Chloe la lasciò fare. Non valeva la pena arrabbiarsi. Sulla strada per Landover, Chloe iniziò a chiedersi se a un certo punto del percorso di Nikki fosse successo qualcosa che l’aveva portata a diventare così prepotente. Aveva un sacco di tempo per rifletterci, nella mezz'ora di viaggio fino a Landover, poiché Nikki non stava ancora facendo alcuno sforzo per parlare.

      Arrivarono alla residenza dei Carver alle 8:05. Era una casa stupenda in un quartiere benestante, il tipo di quartiere in cui tutti i prati erano meticolosamente delimitati a mostrare le linee perfette dei marciapiedi. C'era un minivan nuovo nel vialetto, parcheggiato davanti al garage. Nikki accostò e spense il motore, quindi guardò verso Chloe e chiese: “Siamo a posto?”

      “Non credo proprio, ma non importa. Concentriamoci sul caso.”

      “È quello che intendevo” ribatté piccata Nikki mentre apriva la portiera ed usciva.

      Chloe si unì a lei e, in quell’istante, un uomo e una donna scesero dal minivan: i Carver, immaginò Chloe. Un rapido giro di presentazioni confermò che si trattava proprio dei Carver, Bill e Sandra. Bill sembrava uno di quei tipi che non dormono mai molto, ma che sono comunque vigili; Sandra era piuttosto carina, il tipo di donna che non doveva sforzarsi troppo per apparire bella. Ma aveva anche l’aria esausta, soprattutto mentre guardava verso la casa.

      “Ho saputo che alloggiate in un motel?” chiese Chloe.

      “Sì” confermò Sandra. “Quando è successo, Bill era via per lavoro. I poliziotti entravano e uscivano di casa e c'era... insomma, c'era così tanto sangue. Così ho preso i bambini da scuola, li ho portati a cena fuori e poi in un motel. Ho detto loro cosa era successo e mi sembrava macabro tornare subito a casa.”

      “Sono tornato ieri mattina” disse Bill. “Intorno a mezzogiorno, ieri, la polizia ci ha dato l'ok per rientrare in casa. Ma i bambini e Sandra erano troppo spaventati.”

      “Credo abbiate fatto la cosa migliore” disse Nikki. “Vorremmo dare un'occhiata al luogo dove è stata uccisa la vittima, se per voi va bene.”

      “Sì, lo sceriffo ci ha informato del vostro arrivo” disse Sandra. “Ci ha incaricato di riferirvi che c'è un fascicolo con tutte le informazioni sul bancone della cucina.”

      “Prima di entrare” disse Chloe, “Mi stavo chiedendo se poteste parlarci un po’ di Kim?”

      “Era così gentile” dichiarò Sandra.

      “E fantastica con i bambini” aggiunse Bill, con un tremolio nella voce. Era come se iniziasse a realizzare cosa fosse successo solo in quel momento.

      “Sapete se ci fosse qualcuno che ce l’aveva con lei?” chiese Chloe

      “Non ci risulta” rispose Sandra. “È quello che ci chiediamo da due giorni, ma... non ha assolutamente senso.”

      “Qualche relazione fallita?” chiese Nikki. “Magari un ex-fidanzato o qualcosa del genere?”

      “Ha un ex, certo” confermò Bill. “Ma lo menzionava di rado.”

      “Però ve ne ha parlato?” chiese Chloe.

      Negli occhi di Sandra si accese un lampo di comprensione. “In effetti, diceva che era qualcosa da cui era dovuta fuggire. E non penso scherzasse. Insomma... non ha mai veramente parlato di lui.”

      “Sapete come si chiama questo ex?” chiese Nikki.

      “No” disse Sandra. Quindi guardò Bill, ma lui si limitò a fare segno di no con il capo.

      “Kim restava mai da voi a dormire?”

      “Sì. Se io e Bill ce ne andavamo per qualche giorno, lei si trasferiva a casa nostra. Abbiamo una camera degli ospiti che chiamavamo sempre scherzosamente la camera di Kim. A volte si fermava anche a dormire, nei giorni in cui i bambini avevano avuto difficoltà con i compiti o la scuola.”

      “Che camera da letto è?”

      “Al piano di sopra, la prima a sinistra” disse Bill.

      “Vi dispiacerebbe restare un po’, nel caso avessimo domande da farvi dopo che avremo guardato dentro casa?” domandò Chloe.

      “Non dobbiamo entrare, vero?” Chiese Sandra.

      “No”, li rassicurò Nikki. “Potete stare qui fuori.”

      Sandra ne sembrò sollevata, ma guardava ancora la casa come se si aspettasse che un assassino con l’ascia in mano uscisse dalla porta d’ingresso da un momento all’altro.

      Entrambi i coniugi rimasero nel vialetto, mentre Chloe e Nikki si diressero verso il portico, che correva tutto intorno alla casa, ed era completo di dondolo. Chloe aprì la porta principale ed entrarono.

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