Bramata . Морган Райс
CAPITOLO TRE
“O benedetta, benedetta notte! Ho paura.
Sei qui notte, dunque tutto questo è solo un sogno,
Troppo dolce e lusinghiero per avere sostanza.”
—William Shakespeare, Romeo e Giulietta
CAPITOLO UNO
Caitlin Paine sfrecciò ad alta velocità lungo la West Side Highway, decisa a raggiungere i Chiostri prima della chiusura. Era immersa nei suoi pensieri: rifletteva su tutti i problemi che stavano sopraffacendo Scarlet — problemi che nessun adolescente dovrebbe avere. Sua figlia stava cambiando, Caitlin ne era certa. Non era più una semplice umana, e, giorno dopo giorno, la cosa peggiorava. Caitlin sentiva che stava diventando ciò che lei stessa era stata un tempo: un vampiro.
Naturalmente, Caitlin non aveva alcun ricordo diretto di tale esperienza; ma, da quanto aveva letto nel suo diario, trovato in soffitta — il suo diario del tempo in cui era stata una vampira — sentiva che era tutto reale. Se il diario era vero - e la donna sentiva che lo era - allora una volta era stata lei stessa un vampiro, in un momento storico del passato; in qualche modo, era finita lì, nel presente, con una vita normale, una famiglia normale, e nessun ricordo legato a quello che era stato.
Ma il problema era che la sua famiglia era ben distante da essere normale. La sua vita non era affatto normale. Sua figlia, in qualche modo, stava diventando ciò che lei stessa era stata un tempo.
Per la milionesima volta, Caitlin avrebbe voluto non trovare quel diario. Sentiva che quel ritrovamento era stato come aprire il vaso di Pandora, scatenando una serie di incubi. Avrebbe disperatamente voluto che ogni cosa tornasse alla normalità.
Non aveva alcuna soluzione. Prima di tutto doveva assicurarsi che quella fossa la realtà. Poi, se non poteva forzare le cose a tornare alla normalità, doveva almeno imparare di più su quanto stava accadendo a Scarlet. E scoprire se esistesse un modo per porvi rimedio.
Mentre guidava, Caitlin ripensava ai libri rari che aveva trovato nella sua biblioteca. Soprattutto, ripensò a quel volume raro e alla pagina strappata. Pensò alla descrizione di quell'antico rituale, in latino, diretto a curare il vampirismo. Si chiese nuovamente se fosse reale. Si trattava soltanto di una leggenda folcloristica? Un vecchio racconto delle nonne?
Qualunque studioso serio, naturalmente, avrebbe confermato che era solo una favola. E anche una parte di lei lo pensva. Ma un'altra parte di lei si era aggrappata a quel rito, perchè lo vedeva come l'ultima speranza di salvare Scarlet. Per la milionesima volta, si chiese come poteva trovare l'altra metà della pagina. Apparteneva ad uno dei testi più rari al mondo, e, anche se fosse riuscita a rintracciarne un'altra copia esistente, quante erano le possibilità che l'altra metà della pagina fosse all'interno? Dopotutto, la pagina era stata strappata, come se fosse stata nascosta. Ma da chi? Da che cosa? Il mistero s'infittiva nella sua mente sempre di più.
Provò allora a concentrarsi sul suo diario, quel manoscritto risalente a secoli prima ma chiaramente scritto di suo pugno: ripensò alla sua descrizione del covo di vampiri che viveva nei sotterranei dei Chiostri. Lei stessa aveva scritto di una stanza segreta che conduceva al covo, nei sotterranei, ad un livello inferiore. Doveva verificare se era vero. Se avesse trovato un segno, un segno qualunque, allora si sarebbe convinta definitivamente del fatto che era tutto vero e avrebbe trovato la fiducia per poter proseguire. Ma, se non avesse trovato alcun segno, il fallimento avrebbe screditato tutto il suo diario.
Caitlin uscì dall'autostrada, diretta a Fort Tyron Park e poi all'entrata principale dei Chiostri. Guidò lungo una strada stretta e tortuosa, e infine parcheggiò davanti all'imponente struttura.
Uscita dall'auto, si fermò a guardare in alto; per qualche strana ragione, il luogo le apparve notevolmente familiare, come se fosse stato un edificio importante per la sua vita. Non riusciva a comprendere il perché: per quanto ne sapeva, ci era stata soltanto una o due volte e non aveva mai avvertito una simile sensazione. A meno che tutto il contenuto del suo diario da vampiro fosse vero. Sentiva che era reale? O era solo ciò che le piaceva credere?
La donna quasi si precipitò attraverso la porta d'ingresso ad arco, entrando nella struttura medievale in pietra, poi percorse in fretta un corridoio lungo e stretto. Giunta infine all'entrata principale, pagò il biglietto di accesso e proseguì lungo un altro corridoio. Passò davanti ad un piccolo cortile alla sua destra, caratterizzato da file di archi di pietra, all'interno del quale c'era un giardino medievale. Le foglie autunnali luccicavano. Era il pomeriggio di un giorno feriale, e il luogo era quasi vuoto; sentiva di averlo tutto per sé.
Fu così, finché sentì una musica. All'inizio, fu soltanto una voce — poi se ne aggiunsero altre. Era un canto. Un canto antico di un piccolo coro. Caitlin non riusciva a capire se fosse dal vivo o se si trattasse di una mera registrazione, mentre rimaneva lì, ipnotizzata, ad ascoltare quelle voci celestiali che riecheggiavano nel piccolo castello. Si sentì trasportata, come se fosse stata trasferita in un altro luogo, in un'altra epoca.
Sapeva di avere una missione da compiere, ma doveva scoprire da dove provenisse quella musica. Si diresse lungo un altro corridoio, seguendo il suono. Aprì una piccola porta ad arco, di foggia medievale,