In Cerca di Vendetta. Блейк ПирÑ
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Blake Pierce è l’autore della serie di successo dei misteri di RILEY PAGE, che include nove libri (e oltre). Blake Pierce è anche autore della serie dei misteri di MACKENZIE WHITE, composta da sei libri; della serie dei misteri di AVERY BLACK, composta da quattro libri (e oltre); e della nuova serie dei misteri di KERI LOCKE.
Accanito lettore, da sempre appassionato di romanzi gialli e thriller, Blake apprezza i vostri commenti; pertanto siete invitati a visitare www.blakepierceauthor.com per saperne di più e restare in contatto.
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LIBRI DI BLAKE PIERCE
I MISTERI DI RILEY PAIGE
IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)
IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)
OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)
IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)
KILLER PER CASO (Libro #5)
CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)
MORTE AL COLLEGE (Libro #7)
UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)
UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)
IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)
LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)
I MISTERI DI MACKENZIE WHITE
PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)
UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)
PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)
PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)
PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)
I MISTERI DI MACKENZIE WHITE
PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)
UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)
PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)
I MISTERI DI AVERY BLACK
IL KILLER DI COLLEGIALI (Libro #1)
CORSA CONTRO IL TEMPO (Libro #2)
FUOCO A BOSTON (Libro #3)
I MISTERI DI KERI LOCKE
UNA TRACCIA DI MORTE (Libro #1)
PROLOGO
Katy Philbin ridacchiava allegramente, mentre scendeva con attenzione le scale.
Basta! si disse.
Che cosa c’era di tanto divertente?
Come si stava comportando? Ridacchiava come una ragazzina e non come la diciassettenne che era in realtà!
Più di ogni altra cosa al mondo voleva comportarsi come da adulta.
Dopotutto, lui la trattava come tale e le aveva parlato in quel modo per tutta la sera, facendola sentire speciale e rispettata.
L’aveva persino chiamata la sua Katherine, invece di Katy.
E questo le piaceva davvero.
Aveva apprezzato molto anche i drink per adulti che le aveva offerto per tutta la sera: li chiamava “Mai Tais”, ed erano così dolci, che era riuscita a malapena a sentire il sapore dell’alcol.
E ora, non riusciva nemmeno a ricordare quanti ne avesse bevuti.
Era forse ubriaca?
Oh, sarebbe davvero grave! pensò.
Che cosa avrebbe pensato di lei se a malapena riusciva a gestire pochi drink ghiacciati e dolci?
In quel momento la ragazza si sentiva estremamente stordita.
Che cosa sarebbe successo se fosse caduta per quelle scale?
Si guardò i piedi, chiedendosi come mai non si stessero muovendo come avrebbero dovuto e perché la luce fosse così fioca.
Con suo grande imbarazzo, si rese conto di non ricordare neppure, con esattezza, il motivo per cui si trovasse lì su quelle scale di legno, che sembravano aumentare sempre di più.
“Dove stiamo andando?” chiese.
Quelle parole vennero fuori completamente confuse e disordinate, ma almeno era riuscita a smettere di ridacchiare.
“Te l’ho detto” le rispose. “Voglio mostrarti una cosa.”
L’adolescente si guardò intorno, cercandolo. Doveva essere da qualche parte in fondo alle scale, ma non riusciva a vederlo. L’unica fonte di luce era una lampada, che si trovava in un angolo distante.
Ma quella luce fu sufficiente a ricordarle dove si trovava.
“Oh, sì” mormorò allora. “Nella tua cantina.”
“Stai bene?”
“Sì” rispose, provando a convincersi che fosse vero. “Arrivo.”
Costrinse un piede a raggiungere lo scalino successivo.
Lo sentì dire: “Coraggio, Katy. Quello che ho promesso di mostrarti è proprio quaggiù.”
Realizzò debolmente …
Mi ha chiamata Katy.
Si sentì stranamente delusa, dopo che l’aveva chiamata Katherine per l’intera serata.
“Arrivo in un minuto” replicò.
Il suo farfugliare si palesò ancora di più.
E, per qualche ragione, trovò la cosa decisamente buffa.
Lo sentì sogghignare.
“Ti stai divertendo, Katy?” le chiese in tono piacevole, che le era sempre piaciuto e di cui si era fidata per tanti anni.
“Assolutamente” rispose, ridacchiando di nuovo.
“Ne sono contento.”
Ma, in quel momento, il mondo sembrò girarle intorno. Aggrappandosi al corrimani, si sedette sulle scale.
L’uomo riprese a parlare, ma stavolta in un tono meno paziente.
“Sbrigati. Non voglio restare qui tutto il giorno.”
Katy si rimise in piedi, senza riuscire a schiarirsi le idee. Non le piaceva quel tono di voce. Ma come poteva biasimarlo per essere diventato impaziente? Che cosa le stava succedendo? Perché non riusciva a scendere per quelle stupide scale?
Stava trovando sempre più difficoltà nel concentrarsi su dove fosse e che cosa stesse facendo.
Lasciò il corrimani, e si lasciò cadere a terra, sedendosi su uno scalino.
Si chiese di nuovo quanti drink avesse bevuto.
Poi, ricordò.
Due.
Solo due!
Naturalmente,