Se lei si nascondesse. Блейк Пирс

Se lei si nascondesse - Блейк Пирс


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– e, nel caso, che cosa avrebbe dovuto fare per radunarne tutti i pezzi.

      CAPITOLO TRE

      La stazione di polizia di Deton era più o meno quello che Kate si aspettava. Era nascosta in fondo al tratto principale dello stradone, un semplice edificio di mattoni con una bandiera americana a ondeggiare in cima. Qualche auto di pattuglia se ne stava parcheggiata lungo il fianco, il quantitativo magro un riflesso della cittadina stessa.

      All’interno, un’ampia area destinata agli uffici prendeva la maggior parte dello spazio. Una grande scrivania si trovava in fondo, incustodita. A dire il vero il posto sembrava fondamentalmente deserto. Seguirono Barnes fin sul retro dell’edificio, giù per uno stretto corridoio che vantava solo cinque stanze, una delle quali era contrassegnata da una targhetta sulla porta che diceva Sceriffo Barnes. Barnes le condusse all’ultima stanza del corridoio, una stanza piccolissima allestita come una specie di sala conferenze. All’interno un agente sedeva al tavolo, a rovistare tra una piccola catasta di documenti.

      «Agenti, lui è l’agente Foster» disse Barnes.

      L’agente Foster era un uomo giovane, probabilmente vicino ai trent’anni di età. Aveva i capelli tagliati a spazzola e un cipiglio in volto. Kate capì che era un agente pragmatico. Non se ne sarebbe uscito con qualche battuta per alleggerire la tensione e probabilmente non si sarebbe disturbato a chiacchierare in leggerezza per conoscere le agenti che gli erano sedute davanti.

      Kate decise che le piacque subito.

      «L’agente Foster fondamentalmente ha servito da centro nevralgico di questo caso fin da quando abbiamo ricevuto la telefonata del pastore Poulson» spiegò Barnes. «Qualsiasi informazione giunta qui è passata dalle sue orecchie o sotto i suoi occhi, e lui l’ha aggiunta ai dossier del caso. Qualsiasi domanda abbiate, probabilmente lui sa rispondere.»

      «Lodi nobili» disse Foster «ma sicuramente posso fare del mio meglio.»

      «Be’, che informazioni abbiamo riguardo a quelli con cui tutti e tre i Fuller hanno parlato – a parte l’uno con l’altro – prima degli omicidi?» chiese Kate.

      «Alvin Fuller ha parlato con un vecchio amico della scuola superiore uscendo da Citgo fuori dalla Highway 44» disse Foster. «Stava tornando a casa dal lavoro, si è fermato a prendere una confezione da sei di birra e si sono incrociati. L’amico dice che hanno semplicemente chiacchierato di famiglia e lavoro. Roba di livello molto superficiale, giusto per fare gli educati. L’amico ha detto che Alvin non sembrava assolutamente strano.

      «Per quanto riguarda Wendy Fuller, l’ultima persona che le ha parlato oltre alla famiglia è stato un collega. Wendy lavorava in un piccolo magazzino spedizioni appena fuori città. Il collega in questione ha detto che l’ultima cosa di cui hanno parlato è stato il fatto che Wendy temeva che Mercy stesse cominciando a mostrare molto interesse per i ragazzi. Mercy apparentemente di recente ha dato il suo primo bacio, e Wendy aveva paura di quel che la cosa poteva significare. Però, a parte questo, le cose sembrava più o meno le stesse.»

      «E Mercy?» chiese DeMarco.

      «L’ultima persona con cui ha parlato è stata la sua migliore amica, una ragazza del posto di nome Anne Pettus. Abbiamo parlato con Anne due volte, solo per assicurarci che raccontasse la stessa storia. Ha detto che l’ultima conversazione che hanno avuto è stata a proposito di un ragazzo di nome Charlie. Stando ad Anne, questo Charlie non era il ragazzo di Mercy. Anne ci ha detto anche una cosa che in qualche modo cozza con quel che i genitori potrebbero aver saputo di lei.»

      «Una bugia?» chiese Kate.

      «Sì. Stando al collega di Wendy, hanno parlato di questo ipotetico primo bacio. Però, stando ad Anne Pettus, non è vero. Apparentemente Mercy ha dato il suo primo bacio molto tempo fa.»

      «Era promiscua?»

      «Anne non direbbe così. Ha detto solo che sapeva per certo che Mercy aveva fatto molto più che baciare un ragazzo.»

      «Riguardo alla sua scomparsa, a questo punto le prove dove portano?» chiese Kate. «Che è stata rapita o che se n’è andata di sua volontà?»

      «A meno che voi due non scopriate qualcosa di nuovo nella casa, non c’è prova a suggerire che Mercy sia stata portata via contro la sua volontà. Come minimo abbiamo piccole prove circostanziali che suggeriscono che potrebbe essersene andata da sola.»

      «Che tipo di prove?»

      «Stando ad Anne, Mercy aveva una piccola quantità di risparmi in contanti. Sapeva anche dove li teneva: sul fondo del cassetto dei calzini. Abbiamo controllato, e c’erano circa trecento dollari nascosti lì. Questo in realtà va contro l’idea che se ne sia andata da sola, perché si sarebbe portata dietro i soldi, no? Comunque l’ultima voce della carta di credito di Mercy è stato un pieno di benzina. L’ha fatto circa due o tre ore prima che venissero scoperti i corpi dei genitori. Prima di quello, due giorni prima, ha acquistato qualche cosmetico da viaggio a un Target di Harrisonburg: spazzolino, dentifricio, deodorante. Abbiamo questa roba nella storia della sua carta di credito, così come conferma di Anne Pettus, che quel giorno è andata a fare shopping con lei.»

      «Per caso ha chiesto a Mercy perché le servivano dei cosmetici da viaggio?» chiese Kate.

      «Sì. Mercy ha detto che a casa stava finendo quelle cose e che odiava sentirsi una bambina e chiedere ai suoi di comprargliele.»

      «E nessun fidanzato di cui si sappia?» chiese Kate.

      «Non secondo Anne. E pare sapere praticamente tutto di Mercy.»

      «Mi piacerebbe parlare con Anne» disse Kate. «Pensa che sarebbe aperta alla cosa o che verremmo rifiutate?»

      «Sarebbe apertissima» disse Foster.

      «Ha ragione lui» aggiunse Barnes. «Ci ha persino chiamati qualche volta tra gli interrogatori per vedere se avevano qualche nuova informazione. È stata molto utile. Perciò chiedete ai suoi che ci lascino parlare con lei. Se volete posso chiamare io e organizzare qualcosa.»

      «Sarebbe fantastico» disse Kate.

      «È una ragazza forte» disse Foster. «Però, che resti tra me e voi… penso che potrebbe nascondere qualcosa. Forse niente di grosso. Penso che voglia solo assicurarsi di non confidare niente di male sulla migliore amica scomparsa.»

      Comprensibile, pensò Kate.

      Però sapeva anche che il fatto che loro fossero migliori amiche sarebbe stata una ragione più che sufficiente a nascondere qualcosa.

      ***

      I genitori di Anne comprensibilmente le avevano permesso di restare a casa da scuola. Quando Kate e DeMarco arrivarono alla residenza dei Pettus – situata in fondo a una strada molto simile a quella in cui avevano vissuto i Fuller – i genitori erano in piedi al portone, in attesa. Kate li vide entrambi attraverso la zanzariera di vetro già parcheggiando l’auto nel vialetto a U.

      Il signore e la signora Pettus uscirono sul portico per andare incontro alle agenti. Il padre teneva le braccia incrociate, uno sguardo triste in viso. La madre sembrava stanca, gli occhi iniettati di sangue e la postura accasciata.

      Dopo un rapido giro di presentazioni, il signore e la signora Pettus andarono subito al punto. Non erano né maleducati né insistenti, ma semplicemente dei genitori preoccupati che non avevano intenzione di far passare alla figlia brutti momenti non necessari.

      «Pare migliorare ogni volta che ne parla» disse la signora Pettus. «Penso che, a mano a mano che passerà altro tempo, comincerà a capire che la sua migliore amica non è necessariamente morta. Penso che più l’idea che possa semplicemente essere scomparsa farà presa, più vorrà essere d’aiuto.»

      «Detto ciò» aggiunse il signor Pettus «apprezzerei enormemente che foste brevi con le domande e il più speranzose possibili. Non fate errori… non interferiremo mentre le ponete le domande, ma se sentiamo qualcosa che pare turbarla, il tempo a vostra disposizione con nostra figlia


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