Mariti Nel Mirino. Блейк Пирс

Mariti Nel Mirino - Блейк Пирс


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      Riley ed April si guardarono in silenzio per alcuni istanti. Improvvisamente, Riley si sentì profondamente colpita dalla maturità che dimostrava la sua figlia quindicenne.

      Sta davvero crescendo, Riley pensò orgogliosamente.

      April disse infine: “Va bene, ti lascio andare. Chiamami non appena sai qualcosa.”

      “Certo” Riley rispose.

      Terminò la videochiamata e tornò a sedersi sul letto con Jilly. Il film era quasi terminato, quando il telefono squillò. Riley cadde nuovamente in preda alla preoccupazione.

      Le telefonate non avevano portato alcunché di buono ultimamente.

      Prese il telefono e sentì una voce femminile.

      “Agente Paige, la chiamo dal centralino di Quantico. Abbiamo appena ricevuto una chiamata da una donna di Atlanta … beh, non so come gestire la cosa, ma vuole parlare direttamente con lei.”

      “Atlanta?” Riley chiese. “Di chi si tratta?”

      “Il suo nome è Morgan Farrell.”

      Riley sentì un brivido che la mise in allerta.

      Ricordava la donna da un caso a cui aveva lavorato a febbraio. Il ricco marito di Morgan, Andrew, era stato - seppur per breve tempo - sospettato in un caso di omicidio. Riley e il suo partner, Bill Jeffreys, avevano interrogato Andrew Farrell a casa ed avevano compreso che non era il killer, che stavano cercando. Ciò nonostante, Riley aveva notato dei segni, da cui aveva dedotto che abusasse della moglie.

      Aveva silenziosamente dato a Morgan un bigliettino dell’FBI, ma, da allora, non aveva mai avuto sue notizie.

      Immagino che voglia finalmente aiuto, Riley pensò, visualizzando la donna minuta ma timida che aveva visto nella villa di Andrew Farrell.

      Si chiese che cosa sarebbe stata in grado di fare per chiunque, in quel momento.

      Infatti, l’ultima cosa al mondo di cui lei aveva bisogno era un altro problema da risolvere.

      L’operatrice in attesa chiese: “Vuole che le giri la telefonata?”

      Riley esitò per un secondo, poi rispose: “Sì, per favore.”

      Nel giro di un istante, sentì una voce femminile.

      “Pronto, parlo con l’Agente Speciale Riley Paige?”

      In quel momento ricordò: Morgan non aveva pronunciato una sola parola per tutto il tempo in cui era stata a casa sua. Era parsa fin troppo terrorizzata dal marito persino per parlare.

      Ma non sembrava affatto terrorizzata adesso.

      In effetti, sembrava piuttosto felice.

      E’ soltanto una telefonata di cortesia? si chiese.

      “Sì, sono Riley Paige” rispose.

      “Beh, ho soltanto pensato di doverle fare una chiamata. E’ stata molto gentile con me quel giorno quando è venuta a casa nostra, e mi ha lasciato il suo bigliettino da visita, e sembrava molto preoccupata per me. Volevo soltanto informarla che non deve già farlo. Tutto andrà bene adesso.”

      Riley respirò più facilmente.

      “Mi fa piacere saperlo” disse. “Lo ha lasciato? Otterrà il divorzio?”

      “No” Morgan rispose allegramente. “Ho ucciso il bastardo.”

      CAPITOLO DUE

      Riley si sedette sulla sedia più vicina, con la mente in subbuglio, mentre le parole della donna riecheggiavano nella sua mente.

      “Ho ucciso il bastardo.”

      Morgan lo aveva detto davvero?

      Poi Morgan chiese: “Agente Paige, è ancora lì?”

      “Sono ancora qui” Riley rispose. “Mi dica che cos’è successo.”

      Morgan sembrava ancora stranamente calma.

      “Il fatto è che non ne sono esattamente sicura. Sono stata poco lucida recentemente, e tendo a non ricordare le cose che faccio. Ma l’ho ucciso, decisamente. Sto guardando il suo corpo nel letto, e ha ferite da coltello ovunque, e ha perso molto sangue. A quanto pare, ho usato un coltello affilato da cucina. Il coltello è proprio accanto al suo corpo.”

      Riley si sforzò di trovare un senso a quanto stava sentendo.

      Lei ricordò di quanto Morgan le fosse sembrata patologicamente magra. Aveva ipotizzato che fosse anoressica. Riley sapeva meglio della maggior parte delle persone quanto fosse difficile pugnalare una persona a morte. Morgan era fisicamente in grado di commettere un tale gesto?

      Sentì la donna sospirare.

      “Detesto volerla importunare, ma, onestamente, non so che cosa fare adesso. Mi chiedo se lei possa aiutarmi.”

      “Lo ha detto a qualcun altro? Ha chiamato la polizia?”

      “No.”

      Riley balbettò: “Va… va bene, provvedo subito.”

      “Oh, la ringrazio tanto.”

      Riley stava per dire a Morgan di restare in linea, mentre faceva un’altra chiamata al cellulare. Ma la donna riagganciò.

      Rimase seduta a fissare il vuoto per un momento, finché non sentì Jilly chiedere: “Mamma, qualcosa non va?”

      Riley alzò gli occhi e vide che Jilly sembrava profondamente preoccupata.

      Lei disse: “Nulla di cui preoccuparti, tesoro.”

      Poi, riprese il cellulare e chiamò la polizia di Atlanta.

      *

      L’agente Jared Ruhl sedeva, annoiato ed irrequieto, nell’auto di pattuglia, guidata dal Sergente Dylan Petrie. Era notte, e stavano pattugliando uno dei quartieri più ricchi di Atlanta, una zona in cui di rado avvenivano crimini. Ruhl era nuovo del mestiere, ed era affamato d’azione.

      Nutriva un grande rispetto per il suo partner e mentore. Il Sergente Petrie, afroamericano, in servizio da oltre vent’anni, ed era uno dei poliziotti più esperti e competenti esistenti.

      Mi chiedo perché stiamo perdendo tempo così? Ruhl si domandò.

      Come per rispondere alla sua domanda inespressa, una voce femminile interruppe il silenzio…

      “Quattro-Frank-tredici, mi ricevete?”

      L’attenzione di Ruhl si ridestò quando sentì la sigla identificativa del loro veicolo.

      Petrie rispose: “Ti riceviamo, va’ avanti.”

      La voce esitò, come se quasi non credesse a quello che stava per comunicare.

      Poi disse: “Abbiamo un possibile centottantasette a casa Farrell. Andate sulla scena.”

      La bocca di Ruhl si spalancò, e vide gli occhi di Petrie sbarrati per la sorpresa. Ruhl sapeva che 187 era il codice che stava per omicidio.

      A casa di Andrew Farrell? Ruhl si domandò.

      Entrambi non riuscivano a credere alle proprie orecchie.

      “Ripeti” Petrie disse.

      “Un possibile 187 a casa Farrell. Riuscite ad arrivarci?”

      Ruhl vide Petrie strizzare gli occhi perplesso.

      “Sì” Petrie disse. “Chi è il sospettato?”

      La voce esitò ancora, poi aggiunse: “La Signora Farrell.”

      Petrie sbottò, scuotendo il capo. “Uh … è uno scherzo?”.

      “Per niente.”

      “Chi è il mio RP?” Petrie domandò.


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