Il Killer di Halloween. Блейк Пирс
che davvero colpì Riley era la strana forma dei segni. Erano a forma di pera, ma divisi al centro. Prima che Riley potesse identificare esattamente tale forma, Ann Marie intervenne.
“Sembrano impronte di zoccoli.”
“Lo penso anch’io” Tyler concordò.
Riley provò un pizzico di confusione.
Chiese pertanto: “State dicendo che la donna è stata calpestata a morte da un animale con gli zoccoli?”
Tyler scosse il capo. “Non sto ancora dicendo una cosa simile. Non sono ancora certo che questi segni siano stati fatti prima o dopo la ferita inferta al petto. Ma ho la sensazione che siano stati fatti in seguito, dopo che la vittima era già stata trafitta.”
Ann Marie sussultò di nuovo.
Disse: “E l’oggetto che l’ha trafitta aveva la forma di un corno di un animale con gli zoccoli! Come se fosse stata trafitta a morte!”
“Così sembra” Tyler disse.
Riley riuscì a malapena a credere alle proprie orecchie.
Lei disse: “State dicendo che questa donna è stata colpita al petto da un grosso animale, che poi le ha schiacciato il corpo?”
Tyler fece spallucce: “Come ho detto, non sono ancora in grado di affermarlo.”
Ann Marie chiese: “Ma di che tipo di animale potremmo parlare?”
Lo Sceriffo Wightman si espresse con una sorprendente nota di certezza.
“Un caprone.”
Riley guardò lo sceriffo. Intuì dalla sua espressione che intendeva davvero ciò che aveva detto.
“Non capisco” Riley disse.
“Neanch’io” Wightman disse. “Ma sono piuttosto sicuro che saranno in molti a finire morti, se non mettiamo fine a questo. Vi dimostrerò perché, quando torneremo alla stazione. Spero che il BAU possa trovarci un senso. Pensate che vada BENE se Tyler e la sua squadra portano il corpo in obitorio ora?”
“Va bene” Riley assentì.
Appena Tyler iniziò a distribuire ordini alla sua squadra, Wightman si rivolse a Riley e Ann Marie: “Andiamo in stazione. Potete seguirmi con la vostra auto. Quando arriveremo, potrò aggiornarvi su quanto sappiamo finora.”
La mente di Riley si mise in moto, mentre lei ed Ann Marie tornavano al loro veicolo. Questo omicidio era molto più strano di quanto avesse immaginato; troppo strano, sospettava, perché la polizia locale lo affrontasse per conto proprio.
Si sarebbe rivelato un vero caso dell’FBI dopotutto?
Mentre, entrata in auto con la sua nuova partner, seguiva il veicolo dello sceriffo, Riley era assillata da qualcos’altro: il comportamento di Ann Marie sulla scena del crimine. Sembrava che il capo coroner sapesse più su di lei di quanto la stessa Riley sapesse. Quella situazione doveva cambiare.
Riley provò a pensare ad un modo diplomatico di affrontare l’argomento. Ma la sua impazienza ebbe la meglio su di lei, e disse ad alta voce ad Ann Marie: “Ma chi sei tu, piuttosto?”
CAPITOLO SEI
Quelle parole, appena pronunciate, sembravano riecheggiare nell’auto e Riley si pentì immediatamente della schiettezza della propria domanda.
“Chi sei tu, piuttosto?”
Ann Marie la guardò con sorpresa. Sembrava che la recluta stesse provando a comprendere ciò che Riley stava chiedendo.
Riley balbettò: “Ciò che intendo dire è … sai molte cose sui cadaveri … e il coroner sembra conoscerti … e …”
Ann Marie esplose in un sorriso.
“Oh, quello” disse. “Sì, immagino di dover essere sembrata un po’, macabra. Beh, sono cresciuta tra i cadaveri.”
“Huh?” Riley disse.
“Mio padre gestisce un’agenzia di pompe funebri a Georgetown, la Esmer’s Funeral Home.”
Poi, rise ed aggiunse: “È un lavoro prospero, mi creda. I ricchi muoiono tanto quanto chiunque altro. Chi lo avrebbe mai pensato, vero? Ad ogni modo, papà ha ottenuto una reputazione davvero professionale nel suo settore, perciò molti uomini della scientifica lo conoscono. Ecco perché il coroner ha riconosciuto il mio nome.”
Riley provò a tenere gli occhi sulla strada, e sull’auto che stava seguendo. Ma non poté fare a meno di dare un’occhiata ad Ann Marie, provando ad immaginarla da bambina, da piccolissima forse, a girare intorno alle bare. A che tipo di cose questa ragazza acqua e sapone aveva assistito nella sua vita finora? Forse aveva persino osservato suo padre eseguire delle imbalsamazioni? Se così era, quanti anni aveva avuto la prima volta?
Come per rispondere alle domande silenziose di Riley, Ann Marie disse: “Immagino di conoscere il lavoro piuttosto accuratamente. Ecco perché papà non è ancora felice che io abbia deciso di entrare nelle forze dell’ordine. ‘Non si guadagna così’ continua a ripetermi. Ciò che intende davvero è che ha sempre voluto che prima o poi prendessi le redini dell’impresa di famiglia.”
Ann Marie fece spallucce e continuò: “E ho sempre pensato che quella vita sarebbe andata bene per me, finché non ho risolto quel caso di omicidio e sono stata reclutata nel Programma dell’FBI. Ora sono davvero attaccata a questa attività.”
Attività? Riley pensò.
In tutti questi anni non aveva mai pensato a ciò che faceva come “attività”.
Adesso la curiosità di Riley stava crescendo. Sembrava esserci ancora molto che non sapeva riguardo a questa ragazza.
Chiese: “Dimmi di quel caso che hai risolto.”
Ann Marie esplose in una risata modesta.
“Oh, non è importante” replicò. “L’annoierebbe, ne sono sicura.”
Ne dubito, Riley pensò.
Ma non era il momento di sentire la storia. Lo sceriffo stava fermando l’auto nel parcheggio della stazione di polizia, così Riley lo seguì, affiancando la sua auto. Le due agenti uscirono dal veicolo e si diressero alla stazione insieme allo sceriffo.
La stazione era un grande e bell’edificio coloniale ma, nell’istante in cui vi entrarono, Riley notò che il posto era totalmente ristrutturato e di aspetto moderno. Era certa che fosse ben equipaggiato dalle ultime tecnologie di cui disponevano le forze dell’ordine. Le persone all’interno sembravano concentrate sul proprio lavoro.
Tutto portava a far ritenere che lo Sceriffo Wightman gestisse una forza competente, non la sorta di personale primitivo con cui Riley e Bill avevano spesso a che fare.
Si ritrovò a chiedersi se agenti dell’FBI fossero necessari lì, dopotutto.
D’altro canto, non aveva ancora idea del perché lo sceriffo pensasse che stessero avendo a che fare con un serial killer e non semplicemente con un omicida di una volta.
Una volta raggiunte le scrivanie degli impiegati, Riley notò che tutti sembrarono sollevare lo sguardo e sorridere ad Ann Marie; la ragazza incontrò i loro sguardi, sorrise di rimando e fece un lieve cenno di saluto.
Immagino che lei piaccia, Riley pensò.
A tutti, tranne a me, apparentemente.
Ciò che infastidiva Riley era il fatto che la ragazza sembrava di sapere di essere piacevole e graziosa. Si stava chiaramente crogiolando di tutta l’attenzione che le persone che aveva intorno le stavano dimostrando. A Riley non pareva un atteggiamento particolarmente professionale per un’aspirante agente del BAU.
Riley ed Ann Marie seguirono lo Sceriffo Wightman in una grande sala conferenze, dove, su un tavolo, era posto un raccoglitore. Tutti sedettero, lo sceriffo aprì il raccoglitore e dette un’occhiata al contenuto.
“Immagino di dover cominciare dal principio” disse. “L’anno scorso, la notte di Halloween, una ragazza è scomparsa, la diciassettenne