La prigione; Acqua sul fuoco. Ercole Luigi Morselli

La prigione; Acqua sul fuoco - Ercole Luigi Morselli


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Duomo.

      MARTA, CHIARA, PIA

      Uh! che bellezza!... Avete visto!... È questo! È questo! (via tutte da sinistra).

      SASSETTO

      È così. È così, caro Buonincontri!... Vuoi che ti riveli da che parte vengono quelle quindici mila lire?

      BUONINCONTRI

      Tu lo sai?

      SASSETTO

      Semplicissimo: dal Banco Fiorentino.

      BUONINCONTRI

      Eh? Dal Banco Fiorentino?! Così ostico sempre!

      SASSETTO

      Così stanno le cose, amico mio! Quest'uomo rovinato gode una di quelle fiducie... che noi a mala pena riusciamo a sognarci di notte... e... quando la digestione è in regola!... (ride. Escono da destra).

      SCENA QUARTA

      PIERO

      (avanzando nel vano della finestra)

      Tu sei un angelo, Gaia... tu non hai occhi fuor che per il bene!

      GAIA

      Il babbo soffre... è vero... me ne son avvista anch'io...

      PIERO

      E dunque?

      GAIA

      Ma non le dice nulla... mai... Non si lamenta mai con lei di questa vita di città... Con lei fa finta d'esserne beato!

      PIERO

      (con dolce rimprovero)

      Ah! Gaia! Se io soffrissi per causa tua... dovrei dirtelo... perchè tu te ne avvedessi?

      GAIA

      No!... Piero!! L'indovinerei subito!!... Ma credi pure che li ho sentiti io tante e tante volte rallegrarsi tra loro d'aver salvato questo palazzo, che chi sa in quali mani sarebbe caduto...

      PIERO

      Di questo non dubito. Ma salvare il palazzo è una cosa, e viverci è un'altra. Lui, mia cara, aveva sognato di poter vivere con tua madre come vivremo noi, nella pace di una campagna, tra studio e amore... Unica felicità del mondo!!... Lui non parla, Gaia... Lui non dice nulla... Ma basta guardarlo!... Quando noi col nostro egoismo di ragazzi innamorati gli riempiamo la testa delle nostre felicità future... Oh! non piange, no! Ride!... Ma è più che se piangesse! Io giurerei che rivede quella sua antica «Villa Speranza» dove gli sei nata tu... e che non è più sua... che non ritornerà più sua!... Pensa se dovessimo rinunziar noi al nostro sogno, alla nostra piccola «Villa Gaia»...

      GAIA

      No!

      PIERO

      Se per un qualche destino avverso... non la potessimo più avere...

      GAIA

      (prendendogli un braccio con terrore)

      No! Piero!

      PIERO

      (ridendo)

      No! No! Non aver paura, mia reginotta dalle trecce d'oro!... Le fate guardano la nostra casetta... e ottobre è vicino... (stringendole forte la mano, poi baciandogliela) vicino! vicino! vicino!

      MADDALENA

      (entra da sinistra, posa un grosso bricco di rame sulla consolle)

      Signorina, c'è una bella nuova!

      GAIA

      (scendendo)

      Che c'è Maddalena?

      MADDALENA

      Indovini un po' chi è arrivato?

      GAIA

      Chi?

      MADDALENA

      Il signor ingegnere!

      GAIA

      Lorenzo?! (felice) Senti, Piero? è arrivato Lorenzo (a Maddalena) E dov'è?

      MADDALENA

      (mettendosi il dito sulla bocca)

      Zitta!... Per carità! è salito subito subito su dal signor Marchese, e m'ha detto: Non lo dire a nessuno che son venuto.

      GAIA

      (diventando seria)

      Perchè avrà detto così?

      PIERO

      Eh! non mi par difficile indovinarlo! Avrà fretta di ripartire... vorrà parlar d'affari col babbo... Sai che questi ricevimenti sono sempre stati un incubo per tuo fratello.

      SCENA QUINTA

      MOLTE VOCI

      (da destra)

      Ooooh! Finalmente! Oooh!

       Piero riconduce Gaia alla finestra. Maddalena vuota il bricco di rame in quello di maiolica, poi esce da sinistra.

      SELVAGGIA

      (entrando da destra)

      Di qua, di qua, zia! È arrivata la cioccolata calda calda!

       Rosa, vestita molto antiquata e buffa, entra al braccio di Sassetto. Seguono Roberto, Buonincontri, Serdoni.

      ROBERTO

      (a Selvaggia che è corsa alla consolle di sinistra)

      Poca poca! Mi raccomando! Non si va in paradiso, a bere molta cioccolata!

      ROSA

      (col suo fare da scema di mente)

      Che ne sa lei del paradiso? ereticaccio! Chissà quanta cioccolata bevono anche lassù, oggi! dico io!

      SASSETTO

      Sicuro! bisognerebbe essere scomunicati per non bere la cioccolata in questa ricorrenza!

      BUONINCONTRI

      (offrendole)

      Qualcuno di questi pasticcini? (continuando a tenerle dinanzi il vassoio anche dopo che Rosa ha preso con ambe le mani e mangia avidamente).

      SERDONI

      (offrendole un vassoio di biscotti)

      Questi son «riccioli d'angiolo»... non si possono rifiutare, contessa!

      ROBERTO

      Sarebbe un peccato mortale!

      ROSA

      (a bocca piena, ingegnandosi a prendere)

      Uh! grazie... troppo buoni!

      SASSETTO

      Noi... o i pasticcini?

      ROSA

      (risponde con un mugolìo espressivo, avendo la bocca piena).

      SELVAGGIA

      Ecco la cioccolata, zia; ci ho messo cinque cucchiaini di zucchero. Va bene?

      ROBERTO

      Troppo poco! diavolo! cinque soli! (prende una zuccheriera e gliene mette qualche altro).

      ROSA

      (schermendosi)

      No!... No!... No!...

       Giunge da sinistra il suono di un battimani come il primo.

      CHIARA, MARTA, PIA

      (entrando


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