Monotonie. Alfredo Oriani

Monotonie - Alfredo Oriani


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       Alfredo Oriani

      Monotonie

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066068639

       LO SCROFOLOSO

       LA VIOLA (PER UNA FANCIULLA)

       AUTUNNO

       IL COLTELLO

       IDEALE

       PALINODIA

       BARCAROLA

       NEL BAGNO

       BRINDISI

       BIANCA!

       LA VESTIZIONE

       DOPO

       A GIOSUÈ CARDUCCI (ODI BARBARE) RISPOSTA DI UN BARBARO

       I.

       II.

       NINA — NANNA

       CURIOSITÀ

       SILENTIUM

       MEMENTO (11 MAGGIO. 2 GIUGNO 1878)

       INDICE

      Signora

      Il vostro nome era una virtù, la vostra vita un capriccio, la vostra morte fu un martirio. Questo libro che mi chiedeste un giorno col più spensierato dei vostri sorrisi lo depongo oggi sulla vostra tomba; non lo leggerete; se foste viva non vi risovverreste più nè del poeta, nè dell'uomo.

      Ottone de Banzole.

       Là dove altra volta l'artista disperò, là cominciarono la politica e la filosofia; là dove oggi il politico ed il filosofo disperano, là ricomincia l'artista.

      Riccardo Wagner.

       Indice

      Vien qui, divina

      bionda fanciulla dalla fronte pallida:

      vieni e ti china

      sull'infelice che t'amava incognito.

      Dalla finestra

      non veggo il sol, ma sento che dilegua...

      Oh! la tua destra

      mi pon sul capo, ancor morir non voglio;

      e se tramonta

      il caldo sole e, qual nella miseria

      amico, pronta

      fuggi la giovinezza e sul giaciglio

      dell'ospedale

      imputridisco — tu, severa monaca,

      l'ultimo vale

      del poeta deliba ed egli un bacio.

      Lo so, che puro

      come la neve delle alpine guglie

      un sacro giuro

      vuole il tuo corpo dall'amor degli uomini;

      che uno schifoso

      male mi cruccia e sul sembiante gonfio

      e sanguinoso

      abbuia l'idëal luce dell'anima.

      Ma sovrumano

      m'urge il bisogno di un tuo santo bacio:

      vergin, la mano

      ponmi sul capo e vuo' parlarti. Splendida

      una mattina,

      dalla triste soffitta uscivo all'aria

      pura; la brina

      di ricami vestiva i nudi platani

      del gran viale —

      ed io sognava una passione incognita,

      una spirtale

      beltà di donna qual non era e d'angelo,

      candida, mesta

      voluttuosa e alteramente vergine.

      La bella testa

      tua m'apparì, disparve in un patrizio

      cocchio elegante.

      Ed io t'amai d'immenso amor: quel rapido

      beato istante

      fu la mia vita — e qui sul letto incommodo,

      che la insolente

      carità dei felici mi elemosina,

      oh! finalmente

      qui ti riveggo dall'eccelsa immagine

      quanto mutata...

      Di gnomo il corpo con un volto d'angelo:

      o sciagurata

      vien qui ed amiamci, che la mia bell'anima

      val la tua faccia.

      Santo l'amore che consola il povero;

      fra le mie braccia,

      sposa di Cristo, ti rifugia e lagrima!

      Vuoi tu che il mondo

      per noi deformi non possegga un gaudio?

      Lacera al biondo

      crine le bende e sul guancial discioglilo

      del tuo morente,

      inutil vate e ci perdiam nell'estasi

      muta, fremente

      d'un insaziato, interminabil bacio.

      Fuori all'aperto

      crescan le rose ed armonioso


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