Monotonie. Alfredo Oriani
chiusi dolori,
di un disperato amor solo il delirio,
sol ci rimane.
O bella santa! se la tua disgrazia
non rese vane
degli afflitti le voci alle tue orecchie,
e la malata
vita sacrasti a consolar; se lagrima
unqua asciugata
ti fu rugiada all'arso fior dell'anima;
e se la fede
hai di un divino amor, che dove orribile
la sferza fiede
della natura ci soccorra un balsamo...
m'ama: il tuo Dio
certo il consente. Inorridita, trepida
mi fugge... Addio!
Muori, ti aspetta il sol, poeta inutile!
Casola Valsenio 1876 10 Settembre.
LA VIOLA (PER UNA FANCIULLA)
Viola, che mediti
fra l'erbe romita,
col capo sì languido
che sembri assopita?
Il sole rifolgora,
la vita è una gioia:
e il fior primigenio
di marzo si annoia?!
Perchè? sei pur pallida...
T'intendo, bel fiore;
te, nata nei palpiti
precoci di amore,
emblema d'insipida
modestia ti volle
un volgo d'ignobili —
E allor fra le zolle,
dimessa la faccia
ti festi romita;
e i primi rammemori
bei giorni, avvilita.
Bologna, 1876 8 Maggio.
AUTUNNO
Vola, fuggiasca rondine,
che verrò teco a vol.
Tutto è qui morto — o rondine,
dove dirizzi il vol?
Lontan lontan ceruleo
sorride il ciel; sorride
più in alto il sole — o rondine,
quale più ti sorride?
Vola, fuggiasca rondine,
fuggiasco volerò:
tutto è qui morto — perdermi
lontan, lontan io vò.
Casola Valsenio 1876. Agosto.
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