La guerra del Vespro Siciliano vol. 2. Amari Michele
trasse da diplomi. E questo fatto, collocato così a luogo opportuno, riesce verosimile: perchè Giacomo insistè dopo la prima ripulsa; Federigo se ne rimise al solito al parlamento, e gli oratori aragonesi, avendone istruzione del re, o comprendendo che riferirsi al parlamento era un prender tempo a una seconda ripulsa, andaron via senz’aspettarla, come afferma il Surita. Indi si vede più chiaramente l’errore del Testa, che, togliendo al tutto da Surita questa legazione di febbraio 1297, fa tener poi il parlamento in Messina, quando al creder di Surita, lib. 5, cap. 26, fu convocato dopo la partenza de’ legati, e in Piazza.
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Cap. 45, 57, 37, 40, 42, 43, 44, 50, 51, 52, 54.
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Cap. 36, 38, 39, 46, 47, 48, 58.
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Cap. 45.
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Cap. 55, 41, 56.
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Cap. 53.
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Cap. 59 infino al 75.
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Cap. 76.
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Cap. 77 infino ad 84.
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Cap. 82, 83, 85.
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Questo statuto pel carcere è nel cap. 84.
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Nic. Speciale, lib. 3, cap. 18.
Questa fazione d’Ischia si dee porre tra il 15 settembre e il 20 ottobre 1296, perchè di questa data abbiam due diplomi di Carlo II, l’uno in Brindisi, l’altro in Roma; e Speciale afferma che il re si trovava in Napoli quando tornaron le quattro teride fuggenti.
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Raynald, Ann. ecc., 1297, breve del 30 dicembre 1296.
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Surita, Ann. d’Aragona, lib. 5, cap. 25. Veg. la nota a pag. 96 nel presente capitolo.
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Surita, ibid., cap. 28.
La bolla è data il 4 aprile 1297, in Raynald, Ann. ecc., 1297, §§. 2 a 16.
Veg. anche Gio. Villani, lib. 8, cap. 18.
Nic. Speciale, lib. 3, cap. 12.
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Raynald, ibid., §. 17.
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Diploma dell’8 giugno 1297, pubblicato dal Testa, Vita di Federigo, docum. 7.
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Raynald, Ann. ecc., 1297, §. 18.
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Ibid., §. 25.
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Nic. Speciale, lib. 3, cap. 18 e 19.
È gran danno che questo scrittore diligentissimo abbia a sdegno di riportar le date de’ più notabili avvenimenti. In questo di Ruggiero Loria, ancorchè certo si sappia che fin dall’anno precedente ei fosse risoluto a spiccarsi da Federigo, pur importerebbe molto ritrarre appunto il giorno che l’ammiraglio fu sostenuto a corte e poi si fuggi. Perocchè Giacomo a 2 aprile 1297, il creava grande ammiraglio a vita (diploma in Quintana, citato di sopra a pag. 69) e papa Bonifazio il 6 del mese stesso concedeva in feudo a Loria, tornato ad
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Nic. Speciale, lib. 3, cap. 20, 21, 22.
Anon. chron. sic., cap. 56.
Surita, Ann. d’Aragona, lib. 5, cap. 26 e seg.
Gio. Villani, lib. 8, cap. 18.
Veggasi anche il Montaner, cap. 185, il quale seccamente narra l’andata della regina Costanza a Roma con Giovanni di Procida, ove il re d’Aragona era venuto per trattar pace tra Carlo e Federigo. E per le concessioni a Loria veggansi anche i due diplomi del 2 e 6 aprile 1297, citati nella nota precedente.
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Molti documenti fornisce il r. archivio di Napoli intorno i beni di Giovanni di Procida, e la restituzione che ne fece il governo angioino dopo la sua, come piaccia meglio chiamarla, conversione o tradigione. Ecco quelli in cui io mi sono avvenuto rifrustando i registri angioini.
Diploma del…Carlo II concedette ad Anselletto de Nigella, valletto della sua corte:
Diploma del 28 marzo duodecima Ind. (1299), perchè sulle pubbliche entrate di Salerno si pagassero once 12 annuali a Colino di Ducato, in compenso
Diploma del 16 aprile duodecima Ind., perchè lo stratigoto di Salerno facesse rendere al procuratore de’ beni di Giovanni, ereditati da Tommaso di Procida, alcuni beni burgensatici presi da supposti creditori; e se costoro avesser dritto, il facesser valere innanzi il giudice competente. Ibid., fog. 15, a t.
Diploma della stessa data allo stesso effetto, ibid., fog. 210, pubblicato a docum. XXVIII.
Diploma dato di Napoli a 6 maggio duodecima Ind., per lo quale son resi a Tommaso di Procida alquanti beni, già conceduti ad altre persone, e a queste è assegnato un compenso. In questo diploma è notevole il principio:
Altro diploma della stessa data, per altri beni dello stesso Procida, simile al tutto. Ibid., fog. 56 a t.
Diploma del 18 agosto duodecima Ind., perchè senza strepito di giudizio si rendesse ragione a una vedova, che chiedea il pagamento di un debito che avea contratto con lei
Diploma della stessa data del 18 agosto. Compenso di alcuni beni, ch’erano stati di Giovanni di Procida, e i presenti possessori li aveano ceduto al fisco per renderli a Tommaso. Ibid., fog. 137 a t.
Diploma del 29 settembre 1300, cavato dallo stesso r. archivio di Napoli e pubblicato dal Buscemi, Vita di Giovanni di Procida, docum. 8.
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Quintana, Vidas, etc., tom. I, pag. 170, dice che questo sepolcro si vedea ancora nel monastero di Santa Croce dell’ordine di san Bernardo in Catalogna; e trascrive la modesta iscrizione che vi si leggea ancora, secondo la quale Loria morì il 17 gennaio 1865. Ibid., tom. II, pag. 125, è pubblicata la disposizione testamentaria dell’ammiraglio per la sua sepoltura.
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Il sac. Buscemi, nella Vita di Giovanni di Procida, porta che finisse i suoi giorni di settembre 1299, argomentandolo dal diploma del 30 settembre 1300, docum. 8, in fin del suo lavoro, nel quale riconcedeasi a Tommaso, suo secondo figlio, il castel di Procida, di cui il primogenito, Francesco, non avea curato di prender l’investitura nel solito termine di un anno e un giorno dalla morte del padre. Gli altri diplomi da me trovati nell’archivio di Napoli e citati nella nota precedente mandano indietro la morte del Procida almeno infino a marzo 1299.
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Ricordinsi i documenti che ho notato nel cap. precedente a mostrare il tradimento di Giovanni di Procida alla Sicilia.
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