Il perfetto amore: Dialogo in tre atti. Bracco Roberto

Il perfetto amore: Dialogo in tre atti - Bracco Roberto


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non potevo sperare che in lei destasse tanta curiosità la mia povera persona. Ne sono orgoglioso!

Elena

      (in uno stato di irrequietezza graziosa, va un po' di qua, un po' di là, gingillandosi con un qualche oggetto preso a caso.) Non incomodi il suo orgoglio, sa. Non c'è di che. La mia curiosità? Sfido, io! Da che sono in viaggio, dovunque io vada, mi trovo sempre lei davanti!

Ugo

      (codiandola) Dica piuttosto che mi trova sempre alle sue spalle. (Difatti, in questo punto, si trova precisamente alle spalle di Elena, che guarda una carta di musica sul pianoforte.) Io non faccio che seguirla.

Elena

      (con simulata ingenuità) Davvero? Credevo che si trattasse di coincidenze casuali.

Ugo

      Mi affaticai tanto per partire da Napoli col medesimo treno con cui partì lei!

Elena

      (continuando a simulare) Si vanta di uno zelo del quale non la credo capace. Alla stazione di Napoli, lei non c'era.

Ugo

      Io le dico che c'ero.

Elena

      Lei non c'era.

Ugo

      Ci ero! Ci ero! Le assicuro che ci ero!

Elena

      Ma no.

Ugo

      Cerchi di ricordare. Badi che avevo la barba.

Elena

      Una barba finta?!

Ugo

      Una barba vera. Una barba mia.

Elena

      E che ne ha fatto?

Ugo

      La lasciai a Roma.

Elena

      Al bagagliaio?

Ugo

      Mentre ella era al restaurant, andai a farmela radere.

Elena

      Perchè?

Ugo

      Credetti utile sembrare un po' meno brutto e un po' più giovane.

Elena

      A chi?

Ugo

      Non certo al capotreno. A lei, s'intende.

Elena

      Sicchè, con quel suo inseguimento senza barba, si riprometteva di conquistarmi?

Ugo

      (atteggiandosi a modesto) Io non aspiravo che a farle tollerare la mia presenza, di cui mi proponevo di offrirle la costante assiduità. La disturbo con la mia presenza?

Elena

      Ogni tanto lei mi domanda se mi disturba. È lo stesso che domandare come va l'appetito a un poveretto che stia soffrendo il mal di mare.

Ugo

      Io sarei il mal di mare?!

Elena

      Un ostinato corteggiatore è anche peggio per una signora che viaggia sola.

Ugo

      Non tutte le signore che viaggiano sole sono afflitte da una simile idiosincrasia.

Elena

      Tutte le signore rispettabili come me! Ma lei non lo sa nemmeno che io sono una signora rispettabile!

Ugo

      Se non lo sapessi, le avrei già mancato di rispetto. In fondo, perchè sono così noioso, io? Perchè so che lei è rispettabile. Vuol vedere che lo so? Le mostrerò gli appunti da me raccolti sul conto suo quando a Napoli cominciai ad occuparmi di lei. Monologavo… nel mio taccuino. (Lo cava di tasca.)

Elena

      Il pigliare degli appunti sul conto d'una signora fa parte delle attitudini di avventuriero?

Ugo

      Naturalmente. Legga queste paginette. (Le porge il taccuino, aperto.)

Elena

      (sedendo sul bracciuolo d'una poltrona, prende il taccuino e guarda.) Ha una bruttissima calligrafia!

Ugo

      (sedendole accanto, sopra una sedia.) Sì, la calligrafia non è bella…

Elena

      Ma come si fa a leggere?!

Ugo

      Non leggo io stesso perchè ella potrebbe credermi intento a mutare il testo. Si regoli: ho un g che sembra una f, un b che sembra una h, un p che sembra un y, e faccio allo stesso modo la n, la r, le s, la z, il v e il c.

Elena

      Ma è un rompicapo!

Ugo

      Tutto sta a farci l'occhio.

Elena

      Mi ci proverò. (Cerca di decifrare:) Qua su, si capisce: è il mio nome: «Elena Lamberti Ardori». Poi?.. (Continua a decifrare:) «Vedova… che ha avuto un…» (A Ugo:) Un che?

Ugo

      «Un marito».

Elena

      Ci sono delle vedove che non lo hanno avuto?

Ugo

      Sicuro! E non le nego che io, sulle prime, sospettai che lei appunto non lo avesse avuto.

Elena

      (offesa) Mi meraviglio!

Ugo

      Ma visto che fu un sospetto passeggero…

Elena

      Andiamo avanti. (Fissa un punto della paginetta) Che dice qui?.. «Il quale marito…»

Ugo

      (spiegando) Il quale marito di questa vedova…

Elena

      (decifrando:) «il quale marito non è morto»… Eh?!

Ugo

      Lei ha troncata la frase. Riunisca le parole in un sol fiato: «Il quale marito non è morto di morte naturale».

Elena

      Questo è vero. (Con un sospiro) Mah!.. (Poi, leggendo in un tono di tristezza:) «Egli si uccise con un colpo di rivoltella dopo qualche mese di manicomio». (A Ugo:) Di manicomio?!

Ugo

      «Di matrimonio». Io ricordo di avere scritto: «matrimonio».

Elena

      (legge con la medesima intonazione malinconica ed enfatica:) «Egli si uccise con un colpo di rivoltella dopo qualche mese di matrimonio perchè era… un areostatico».

Ugo

      Ma che areostatico! «Un nevrastenico».

Elena

      No: questo è inesatto.

Ugo

      Effettivamente, doveva essere non un nevrastenico, ma addirittura un pazzo se preferì un colpo di rivoltella a una moglie come lei.

Elena

      Per sua norma, mio marito fu il più saggio degli uomini!

Ugo

      Mi affretto a crederlo, perchè riconosco una incontestabile competenza nella donna che lo ha amato e che certamente lo ama tuttora.

Elena

      Anche questo è fantastico. Come fa a sapere che lo amo tuttora?

Ugo

      Ne dubiterei soltanto se egli fosse vivo.

Elena

      (con severità) Lei si permette delle insinuazioni!

Ugo

      Ma no… Non si adombri. Legga ciò che segue. Nel mio taccuino è consacrata la sua fedeltà coniugale. Sarà soddisfatta di me.

Elena

      Vediamo. (Legge con facilità:) «Per quanto riguarda la causa del suicidio, risulta nettamente esclusa l'ipotesi che egli abbia avuto dei dispiaceri da sua moglie…»

Ugo

      Ecco: ora ci ha fatto l'occhio.

Elena

      (continuando:) «La quale…»

Ugo

      (spiegando) La quale moglie del marito suicida…

Elena

      (legge velocemente:) «… avendo dato prova di serietà e di rettitudine fin da quando, adolescente, rimase orfana e sola, era andata a nozze con la reputazione di possedere tutte le qualità per renderlo felice».

Ugo

      Ha capito?

Elena

      Sì,


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