Il perfetto amore: Dialogo in tre atti. Bracco Roberto
non potevo sperare che in lei destasse tanta curiosità la mia povera persona. Ne sono orgoglioso!
(in uno stato di irrequietezza graziosa, va un po' di qua, un po' di là, gingillandosi con un qualche oggetto preso a caso.) Non incomodi il suo orgoglio, sa. Non c'è di che. La mia curiosità? Sfido, io! Da che sono in viaggio, dovunque io vada, mi trovo sempre lei davanti!
(codiandola) Dica piuttosto che mi trova sempre alle sue spalle. (Difatti, in questo punto, si trova precisamente alle spalle di Elena, che guarda una carta di musica sul pianoforte.) Io non faccio che seguirla.
(con simulata ingenuità) Davvero? Credevo che si trattasse di coincidenze casuali.
Mi affaticai tanto per partire da Napoli col medesimo treno con cui partì lei!
(continuando a simulare) Si vanta di uno zelo del quale non la credo capace. Alla stazione di Napoli, lei non c'era.
Io le dico che c'ero.
Lei non c'era.
Ci ero! Ci ero! Le assicuro che ci ero!
Ma no.
Cerchi di ricordare. Badi che avevo la barba.
Una barba finta?!
Una barba vera. Una barba mia.
E che ne ha fatto?
La lasciai a Roma.
Al bagagliaio?
Mentre ella era al restaurant, andai a farmela radere.
Perchè?
Credetti utile sembrare un po' meno brutto e un po' più giovane.
A chi?
Non certo al capotreno. A lei, s'intende.
Sicchè, con quel suo inseguimento senza barba, si riprometteva di conquistarmi?
(atteggiandosi a modesto) Io non aspiravo che a farle tollerare la mia presenza, di cui mi proponevo di offrirle la costante assiduità. La disturbo con la mia presenza?
Ogni tanto lei mi domanda se mi disturba. È lo stesso che domandare come va l'appetito a un poveretto che stia soffrendo il mal di mare.
Io sarei il mal di mare?!
Un ostinato corteggiatore è anche peggio per una signora che viaggia sola.
Non tutte le signore che viaggiano sole sono afflitte da una simile idiosincrasia.
Tutte le signore rispettabili come me! Ma lei non lo sa nemmeno che io sono una signora rispettabile!
Se non lo sapessi, le avrei già mancato di rispetto. In fondo, perchè sono così noioso, io? Perchè so che lei è rispettabile. Vuol vedere che lo so? Le mostrerò gli appunti da me raccolti sul conto suo quando a Napoli cominciai ad occuparmi di lei. Monologavo… nel mio taccuino. (Lo cava di tasca.)
Il pigliare degli appunti sul conto d'una signora fa parte delle attitudini di avventuriero?
Naturalmente. Legga queste paginette. (Le porge il taccuino, aperto.)
(sedendo sul bracciuolo d'una poltrona, prende il taccuino e guarda.) Ha una bruttissima calligrafia!
(sedendole accanto, sopra una sedia.) Sì, la calligrafia non è bella…
Ma come si fa a leggere?!
Non leggo io stesso perchè ella potrebbe credermi intento a mutare il testo. Si regoli: ho un g che sembra una f, un b che sembra una h, un p che sembra un y, e faccio allo stesso modo la n, la r, le s, la z, il v e il c.
Ma è un rompicapo!
Tutto sta a farci l'occhio.
Mi ci proverò. (Cerca di decifrare:) Qua su, si capisce: è il mio nome: «Elena Lamberti Ardori». Poi?.. (Continua a decifrare:) «Vedova… che ha avuto un…» (A Ugo:) Un che?
«Un marito».
Ci sono delle vedove che non lo hanno avuto?
Sicuro! E non le nego che io, sulle prime, sospettai che lei appunto non lo avesse avuto.
(offesa) Mi meraviglio!
Ma visto che fu un sospetto passeggero…
Andiamo avanti. (Fissa un punto della paginetta) Che dice qui?.. «Il quale marito…»
(spiegando) Il quale marito di questa vedova…
(decifrando:) «il quale marito non è morto»… Eh?!
Lei ha troncata la frase. Riunisca le parole in un sol fiato: «Il quale marito non è morto di morte naturale».
Questo è vero. (Con un sospiro) Mah!.. (Poi, leggendo in un tono di tristezza:) «Egli si uccise con un colpo di rivoltella dopo qualche mese di manicomio». (A Ugo:) Di manicomio?!
«Di matrimonio». Io ricordo di avere scritto: «matrimonio».
(legge con la medesima intonazione malinconica ed enfatica:) «Egli si uccise con un colpo di rivoltella dopo qualche mese di matrimonio perchè era… un areostatico».
Ma che areostatico! «Un nevrastenico».
No: questo è inesatto.
Effettivamente, doveva essere non un nevrastenico, ma addirittura un pazzo se preferì un colpo di rivoltella a una moglie come lei.
Per sua norma, mio marito fu il più saggio degli uomini!
Mi affretto a crederlo, perchè riconosco una incontestabile competenza nella donna che lo ha amato e che certamente lo ama tuttora.
Anche questo è fantastico. Come fa a sapere che lo amo tuttora?
Ne dubiterei soltanto se egli fosse vivo.
(con severità) Lei si permette delle insinuazioni!
Ma no… Non si adombri. Legga ciò che segue. Nel mio taccuino è consacrata la sua fedeltà coniugale. Sarà soddisfatta di me.
Vediamo. (Legge con facilità:) «Per quanto riguarda la causa del suicidio, risulta nettamente esclusa l'ipotesi che egli abbia avuto dei dispiaceri da sua moglie…»
Ecco: ora ci ha fatto l'occhio.
(continuando:) «La quale…»
(spiegando) La quale moglie del marito suicida…
(legge velocemente:) «… avendo dato prova di serietà e di rettitudine fin da quando, adolescente, rimase orfana e sola, era andata a nozze con la reputazione di possedere tutte le qualità per renderlo felice».
Ha capito?
Sì,