Giardino di Ricreatione. John Florio
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Giardino di Ricreatione
Al candido Lettore
Essendo io sempre stato desideroso di giouarti (amichevole Lettore) nella mia giouanezza composi gia alcuni domestici ragionamenti, accioche per lor mezzo ti fosse più ageuole lo apprendere a fauellare Italiano, & hauendo poscia conosciuto (dallo essersi venduta la prima stampa di essi) che quali eglino si furono non ti sono punto spiacciuti, determinai (essendone souuente fiate da molti stato richiesto) di ripigliargli in mano, & di limargli di molte scorrettioni, & altresi d'abbellirgli con numero molto maggiore di volgarissimi prouerbij, e belle sentenze, che da quel tempo in qua sono piu che con mediocre diligentia ito raccogliendo da' migliori scrittori della Italica fauella, come se ti degnerai di riguardargli in effetto gli trouerai. La onde hoggi come parto nouello, e vie piu (s'io nulla veggo) del primo bello, ampio, e piaceuole te lo appresento, & certo che non ti debba esser men caro & accetto che si sia stato l'altro. Prego hora il creatore d'ogni cosa che a te rechi quel giouamento maggiore che sapresti desiderare, & a me conserui sempre la gratia tua. Sta sano.
A
A mal mortale, ne medico ne medicina vale.
A cauallo donato, non guardar' in bocca.
A caualli magri, vanno le mosche.
A buon' intenditore, mezza parola basta.
A chi la riesce bene, è tenuto sauio.
A buona seconda, ogni santo aiuta.
A tutto è rimedio, eccetto alla morte.
A casa mia non entrerai, se teco non porterai.
Al disgratiato, il pan tempesta in forno.
A molti puzza l'ambro.
A gouernar pazzia, ci vuol senno.
A carne di lupo, dente di cane.
A gatto che lecca cenere, non fidar farina.
A fumo, acqua, e fuoco, presto si fa luoco.
Ad vno, ad vno, si fanno i fusi.
Aue morta, non fa miele.
Adorna la cimia d'oro, e sempre sarà cimia.
A ciascun passo, nasce un pensiere.
Amico certo, si conosce nel'incerto.
Al villano, non dar bachetta in mano.
Al medico, & auuocato, non tener' il ver celato.
Alle nozze & alla morte, si conoscon gl'amicj.
Assai ben balla, a chi Fortuna suona.
A buon' ispenditore, Iddio è tesoriere.
Anche la volpe, non voleua del'uva.
Aiutati, che t'aiuterò io, dice domene dio.
Asino punto, conuien che trotti.
A' morti i fossi, a' cani gl'ossi.
Ama, che sarai amato.
Acqua lontana, non ispegne fuoco vicino.
A cane mansueto, il lupo par feroce.
Al' ben s'appiglia, chi ben si consiglia.
A cader và, chi troppo alto sale.
A chi dici il tuo secreto, doni la tua libertà.
Arriua in un punto, quel che non fà in mille anni.
A cuor vile, forza non gioua.
Alta fortuna, alto trauaglio apporta.
A tempo e luoco, è il vile talhor' ardito.
Amico da stranuti, il più che n'hai è un Dio t'aiuti.
A buona derrata, pensaui sù.
Ad arbor che cade, ogni un crida taglia, taglia.
A' pazzi, si mostra la vergine Maria.
A' porci, cadono le buone pera in bocca.
Ancor' il bene, quando è souerchio spiace.
Ad altare scaruppato, non s'accende candela.
A scrigno sgangherato, non si scrolla sacco.
A gatto vecchio, sorgio tenerello.
A naso tagliato, non bisognan' occhiali.
A chi vuole, non è cosa difficile.
A cattiuo nodo, cattiuo cugno.
A buon vino, non accade hedera.
Andar' a pescar, con l'hamo d'argento.
Ama l'amico tuo, con il diffetto suo.
A duo signor, non si può seruire.
Arte non regge, ma caso e fortuna.
A' mondi, ogni cosa è monda.
Andar da cauallo ad asino.
Affatica, si pigliano le volpi col laccio.
Andarci, come la biscia al'incanto.
Assai importa metter cosa in pentola rotta.
Ad ogni tristo cane, piace la carne.
Accender' una candela al Diauolo.
Arbori grandi non fanno altro, che ombra.
A buon carrattiere, non accadono due sferze.
A tale santo, tale offerta.
Ad un popol pazzo, un prete spiritato.
Alla Bertuccia, pare il suo Bertuccio bello.
Asino bianco va al molino, e pure si lamenta.
Andar col piede di piombo.
Andar senza barca in Cornouaglia.
Altra cosa è lo scetro, altra lo pletro.
Andar calzato tra le spina.
Andar' a casa del lupo per carne.
Accennar coppe, e dar bastoni.
Al mare, si truoua il pesce.
A carnouale si conosce, chi ha gallina grassa.
Ad arca aperta, il giusto pecca.
A' Pittori, e Poeti, stà bene ogni bugia.
Assai comanda, chi ubidisce al saggio.
Al'ingiusto è ingiustitia hauer pietade.
Amaro è il dono, che tuol la libertà.
A fama non si vien, sotto le coltre.
Al gusto infermo, ogni buon cibo noia.
Amor può assai, ma più un sdegno.
Andar alla salciccia, esser vilipeso.
Ad ogni vccello, il suo nido è bello.
A tumulto presente, rigor pronto.
Alcun per se, non ha saper che basti.
Alla necessità, cede giustitia.
Accende più l'essempio, ch'il sermone.
Assai sà, chi sà, se tacer sà.
Ad un fino, un fino e mezzo.
A' cani ch'abbaiano, dobbiam gettar' il pane.
Applicar la luna a gambari.
Amor' occhio ben sano, spesso fa veder torto.
Amor vuol fede, e l'asino il bastone.
A Lucca ti viddi, a Pisa ti conobbj.
A seruar fede, si lodan tutti i modj.
A gran speranza, il misero non crede.
Al vero che può nuocer, silentio è buon rimedio.
A preghi ingiusti, la clementia è sorda.
Agro altrui contra l'util, è il consiglio.
Alla vecchiezza, ogni fatica è graue.
A maggior felicità minor fede.
Al