La promessa sposa di Lammermoor, Tomo 3. Вальтер Скотт

La promessa sposa di Lammermoor, Tomo 3 - Вальтер Скотт


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bel cadavere che mai si fosse veduto! „

      Ognuno crederà senza fatica che il racconto di questa storiella affrettò la partenza di Ravenswood; anche senza di ciò, infastidito a morte di una tal compagnia. Ma nel tempo impiegato per andare a ripigliare il cavallo, che lasciò legato ad un albero presso la siepe di cinta dell'orto di Alisa, e per istringere le cinghie della sella, e per apparecchiarsi a montarvi sopra, non potè a meno di udire un dialogo di cui erano, interlocutrici la ottuagenaria e la zoppa, egli argomento. La degna coppia erasi trasferita nell'orto per cogliervi ramerino, timo e altre erbe aromatiche, una parte delle quali doveva andare sul corpo della defunta, e la parte superflua venire adoperata ad uso di suffumigi alla stanza. La paralitica, già stanca per la corsa fatta, rimaneva intanto a custodire il cadavere, per paura che le streghe, o gli Spiriti, o i demonj se ne venissero ad impadronire. Dunque il sere di Ravenswood intese per necessità il seguente tratto di scena.

      „ Bel gambo di cicuta, o Ersilia! la zoppa dicea. Quante streghe ne' tempi andati non avrebbero abbisognato di migliore cavalcatura per attraversar l'aria a chiaro di luna e discendere fino nelle cantine del re di Francia! „

      „ Dite bene, Lavinia, rispondeva l'ottuagenaria. Ma oggidì, anche il diavolo è divenuto duro quanto il lord Cancelliere e i signori del Consiglio privato, che hanno tutti cuori di sasso. Fino i ragazzi ci trattano come streghe; e sì! potremmo ben venti volte dire il paternostro al rovescio, e il diavolo non ci comparirebbe nemmeno. „

      „ L'avete mai veduto, Ersilia? „

      „ No; altro che in sogno qualche volta, e m'aspetto bene, un dì o l'altro, di essere bruciata per questo. Ma tanto fa! Lavinia, guarda il bel dollaro datoci dal sere di Ravenswood! Con questo manderemo a provvederci di pane, di birra e di tabacco, d'un po' d'acquavite che brucieremo collo zucchero, e venga, non venga il diavolo, commare, ad ogni modo non passeremo meno allegramente la notte. „

      Accompagnò questi detti di un riso, onde la pergamena grinza delle sue guance fece udire uno scroscio molto simile al verso di un barbaggianni.

      „ Il sere di Ravenswood, riprese a dire la zoppa, è una persona di garbo, un uom generoso, e soprattutto un bel giovine, largo di spalle e stretto di arnioni. Oh sarà pure il bel cadavere! Vorrei io la commissione di seppellirlo. „

      „ Eh, sorella mia! soggiunse l'ottuagenaria. Gli sta scritto in fronte, che nè man d'uomo, nè man di donna lo stenderà sulla bara; potete esserne certa; lo so da buona banda. „

      „ Morirà dunque sul campo di battaglia, come la maggior parte de' suoi vecchi hanno fatto? O morirà di ferro, o di fuoco? „

      „ Non mi fate altre interrogazioni; credo però che non avrà lo stesso onore che ebbero i suoi vecchi. „

      „ Voi sapete, è vero, quelle cose che tanti non sanno, Ersilia; ma chi dunque vi ha contate tutte queste particolarità intorno al sere di Ravenswood? „

      „ Non pensate a ciò: badate solo a quel che vi dico. „

      „ Però, mi assicurate di non avere mai veduto il diavolo? „

      „ Oh! quel che dico lo tengo da buon canale, come se l'avessi veduto. La sorte di quel giovine era stata predetta, che egli non aveva anche addossata la prima camicia. Le predizioni mi sono state spiegate sol questa mattina, e si verificheranno, benchè abbiam fatto tutto il poter nostro per impedirlo. „

      „ Zitta! odo il calpestio del suo cavallo Uhm! lo strepito che fa camminando non augura niente di bene. „

      „ Non venite mai, commari? gridò intanto la paralitica da starsene entro la casa. Facciamo e diciamo tutto quello che è da farsi e da dirsi. Se non ci spicciamo, le membra diverranno stirate; e lo sapete! ciò porta male ventura. „

      Ravenswood si era già allontanato tanto che non poteva oltre udire i discorsi di queste femmine. Certamente, ei teneva in alto disprezzo la maggior parte de' pregiudizj intorno alla fattucchieria, ai presagi, alla divinazione, comunque dominassero con tanta generalità in tutta la Scozia, che chi mostrava sol dubitarne, veniva riguardato più empio d'un turco o d'un ebreo. Niuno il pareggiava nell'esser persuaso, che tante volte il timor della morte e i tormenti aveano forzate tante povere vecchie infermicce a confessarsi colpevoli di stregoneria; nè ignorava come tal confessione di un immaginario delitto fosse stata il fondamento di tante assurde e crudeli condanne, che hanno nel secolo decimosettimo disonorati i tribunali della Scozia. Ma l'apparizione immaginaria, o reale, veduta in quella mattina, gli avea ingombrato di tante idee superstiziose lo spirito, che si sforzava invano a sbandirle del tutto. Nè era per dir vero troppo atta a dissiparle la faccenda per cui trasferivasi all'osteria della Tana della Volpe, ove non tardò molto ad arrivare.

      Prese ivi notizie intorno all'abitazione dì Mortsheugh, custode del cimiterio, detto l'Eremitaggio, ove il cadavere di Alisa doveva aver sepoltura; e dettogli che la casa di costui era alla metà del muro di cinta di questo soggiorno dei trapassati, a quella volta avviossi. Giacea il ridetto cimiterio fra due monti, entro picciola e stretta valle, bagnata da un limpido ruscello che sorgea d'una roccia, a piè della quale la natura avea scavata una grotta, cui l'arte in appresso diede internamente la forma di croce. Era questo difatto l'eremitaggio, entro del quale in remotissima età un qualche anacoreta sassone avea fatta penitenza, e lasciò poi al luogo il nome che tuttavia rimanevagli. Ne' tempi più vicini a noi, la ricca abbazzia di Coldingham aveva quivi fondata una cappella, ma di questa non vedeasi altro vestigio fuor del cimiterio che la ricignea, dove tuttavia venivano sepolti quelli che aveano, prima di morire, mostrata vaghezza di tal soggiorno pe' lor corpi fatti cadaveri. Alcuni tassi solitarj verdeggiavano tuttavia in quel sacro recinto, che aveva altre volte accolte le frali spoglie di tanti nobili baroni ed illustri guerrieri; ma caddero in dimenticanza i lor nomi, e vennero distrutti i monumenti innalzati ad onor de' medesimi, intantochè durava ancora il rozzo sasso, foggiato a guisa di pilastro, che indicava il luogo, ove persone d'infima classe erano state sepolte.

      L'abitazione del custode era una casupola appoggiata al muro del cimiterio, e sì bassa, che il tetto di essa toccava quasi terra dalle due bande. La stoppia da cui questo tetto era coperto, divenuta col tempo un terriccio, alimentava numerose famiglie di vetriuole, di semprevivi, e d'erbe d'ogni specie, in guisa che a primo aspetto, lungi dal credere quell'edifizio un soggiorno di viventi, ognuno l'avrebbe giudicato uno di quei cumuli artifiziali di terreno adoperati ne' tempi addietro per far coperchio ai sepolcri. Avendo Ravenswood picchiato alla porta della casupola, seppe che il custode de' morti era andato a nozze, perchè costui accoppiava le due professioni di giullare e di becchino. S'avviò quindi nuovamente alla Tana della Volpe, lasciando avvertiti quelli della casupola, che alla domane ei sarebbe ritornato per dar commissioni all'uomo dal doppio impiego, utile a vicenda a chi piangeva e a chi avea voglia di ridere.

      Pochi istanti dopo l'arrivo di Ravenswood a questa osteria, vi giunse un corriere del Marchese per avvertirlo, che il suo padrone non poteva prima della mattina del successivo giorno raggiugnerlo; onde Edgardo che, fuori di tal circostanza, sarebbe andato nella sera stessa alla sua torre di Wolfcrag, risolvè di pernottare alla Tana della Volpe, per aspettar quivi il suo nobil parente.

      CAPITOLO II

      „ AML. Cor di bronzo ha costui? scava una fossa,

      „ E di canto ha vaghezza. ORAZ. É ministero

      „ Consüeto per lui. Che antica usanza

      „ Piega e tempra a sua voglia umano affetto. „

Shakespeare.

      Tremende visioni interruppero il sonno di Ravenswood, e le ore di veglia ei trascorse turbato da amare ricordanze intorno al passato, agitato da timori sull'avvenire, nè si accorse in questa effervescenza d'idee, della durezza dell'unico materasso, su di cui stette adagiato, o dell'orridezza della stanza assegnatagli; primo forse tra i viaggiatori, che avendo pernottato in quel miserabil canile, non si fosse lagnato la mattina sulla natura dell'alloggio; perchè il nostro corpo è delicato a proporzione della tranquillità dello spirito. Alzatosi di bonissima ora, e sperando dalla frescura del mattino quel sollievo che dal riposo della notte non avea potuto ottenere, s'avviò al cimiterio, lontano circa un mezzo miglio dalla Tana della Volpe.

      Un leggier fumo turchiniccio, che incominciava ad innalzarsi


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