Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4. Giannone Pietro

Istoria civile del Regno di Napoli, v. 4 - Giannone Pietro


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Thesauro esset constructum, nisi de Sanctissimi Domini nostri Imperatoris LEONIS.

      Nè l'aver mandato l'Imperadore quelle reliquie, perchè si riponessero nella Chiesa, adombra punto l'autenticità della scrittura, come se ciò non potesse attribuirsi a Lione V creduto Iconoclasta; perchè i Greci aveano tutta la venerazione a reliquie cotanto insigni; ma volevano, che per ciò non segli prestasse Culto Religioso; oltre che dopo il Concilio II di Nicea celebrato nell'anno 787 favorevole alle Reliquie e Imagini, i Greci furon divisi, e chi stava per lo Concilio Costantinopolitano, che le proibiva, chi per questo II Niceno; e Lione si adattò al costume d'Italia, dove non soleva consecrarsi Chiesa senza qualche Reliquia di Martire, o di Santo.

      I savj e dotti Veneziani, che non si lasciano trasportare dall'enfatico stile de' loro moderni Storici, e singolarmente del Nani, con quelle ampollose frasi di Libertà nata colla Repubblica stessa, non riputano tali monumenti apocrifi, o strani, anzi riguardandosi ai passati tempi, sono ben proprj e conformi allo stato delle cose d'allora: poichè ad una Repubblica nuova stabilita negli ultimi tempi, non può certamente adattarsi quella innata Libertà, che vantano: se non fosse caduto dal Cielo in Terra un pezzo di Luna, o di altro Pianeta, sopra il quale da' nuovi uomini si fosse stabilita libera; ma sempre che si parla di nuova Repubblica fondata nell'Imperio, duopo è che riconoscano i loro maggiori la subordinazione degl'Imperadori sian d'Oriente, ovvero d'Occidente.

      Anzi i Veneziani non meno degli uni che degli altri devono confessarla; poichè in decorso di tempo sempre più decadendo le forze dell'Imperio Greco in Italia, i successori di Carlo M. profittando della sua ruina, tornarono ad aggiunger Venezia al Regno Italico, sicchè Lodovico e Lotario, se ne reser padroni, e v'esercitarono sovranità, sino a far battere le loro monete col nome di Venecias, come facevano delle altre città d'Italia da lor possedute.

      Di queste Monete più Musei ne conservano le originali d'indubitata fede, ed antichità. L'Autore dello Squittinio della Libertà Veneta, nella Giunta non se ne dimenticò. Il Sig. Petau Consigliere nel Parlamento di Parigi, fece imprimere quella dell'Imperadore Lodovico il Buono, dove da una parte si legge HLVDOVICUS IMP. e dall'altra VENECIAS. Il Sig. le Blanc ha altresì fatto stampare una moneta di Lotario, che porta da una parte VENECIAS. Ecco quella di Lodovico.

      Ma da poi nella decadenza dell'Imperio d'Occidente ne' Successori di Carlo M. i Veneziani cominciarono, non essendo chi potesse resistergli, a stabilire la Sovranità sopra la lor città, e luoghi marittimi intorno sopra le ruine dell'Imperio d'Oriente, non meno che di Occidente, decaduto ed avvilito anche esso ne' successori di Carlo M. prima che facesse passaggio a' Germani sotto il grande, e poderoso Ottone.

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      1

      . Inveges lib. 3 hist. Paler.

      2

      . Libro mortuale di Monte Cassino.

      3

      . Romual. Arc. di Saler. Eo quod in Literis Apostolicis, quas Regi portabat, Papa eum non Regem, sed Willelmum Dominum Siciliae nominabat.

      4

      . Ugo Falcan. Capecelatr. lib. 2.

      5

      . Anon. Cassin. in Chr. fol. 141.

      6

      . Sigon. de Regn. Ital. p. 287.

      7

      . Jo. Cinuamus hist. Comnena, lib. 4.

      8

      . Inveges lib. 3 hist. Paler.

      9

      . Camill. Pell, in Stem.

      10

      . Capecelatr. lib. 2.

      11

      . Inveges lib. 5 hist. Pal.

      12

      . Capecelatr. hist. lib. 2.

      13

      . Anonim. Cassin. ann. 1156.

      14

      . Gugl. Trio apud Baron.

      15

      . Lunig Cod. Ital. Diplom. pag. 850. Ugo Falcan.

      16

      . Camill. Pell

1

. Inveges lib. 3 hist. Paler.

2

. Libro mortuale di Monte Cassino.

3

. Romual. Arc. di Saler. Eo quod in Literis Apostolicis, quas Regi portabat, Papa eum non Regem, sed Willelmum Dominum Siciliae nominabat.

4

. Ugo Falcan. Capecelatr. lib. 2.

5

. Anon. Cassin. in Chr. fol. 141.

6

. Sigon. de Regn. Ital. p. 287.

7

. Jo. Cinuamus hist. Comnena, lib. 4.

8

. Inveges lib. 3 hist. Paler.

9

. Camill. Pell, in Stem.

10

. Capecelatr. lib. 2.

11

. Inveges lib. 5 hist. Pal.

12

. Capecelatr. hist. lib. 2.

13

. Anonim. Cassin. ann. 1156.

14

. Gugl. Trio apud Baron.

15

. Lunig Cod. Ital. Diplom. pag. 850. Ugo Falcan.

16

. Camill. Pell. ad Anon. Cass. ann. 1156.

17

. Acta ejusdem Pontificis apud Baron. Camill. Pell. in Stemm.

18

. Jo. Cinnam. de reb. gestis Jo. et Emanuel. Comm. lib. 4. Paulo post, et Regem eum appellavit, cum prius non esset.

19

. Epist. apud Inveges lib. 3 hist. Paler. Haec, et alia utpote de concordia Rogerii, et Willelmi Siculi, et aliis quae in Italia factae sunt conventionibus, quae ab ore Imperatoris audivimus, etc.

20

. Inveges loc. cit. Neque eam pacem tenere, neque ea teneri vellemus; quoniam ipse prior violasset in Siculo, cum ipse sine nobis reconciliari non debuisset.

21

. L. de precario, D. ad L. R. de jactu.

22

. Ulp. l. Barbarius, D. de off. Praetor.

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