Libro segreto. Ghislanzoni Antonio

Libro segreto - Ghislanzoni Antonio


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A me pare…

      Did. Basta, vi dico!.. (levando la mano in atto minaccioso). Già troppo ho offesa la sacra e imperitura memoria del fu augusto mio consorte, prestando orecchio ai vostri scandalosi propositi… Io dovrei punirvi severamente… Ma pure mi sento inclinata a usarvi clemenza riflettendo alla vostra grossolana costituzione… ai vostri bassi natali… Parlo a voi, o pettegole… Quanto a te, mia ottima sorella; a te, inesperta della vita e non colpevole che di puerili desiderii e di illusioni fallaci, odi bene quanto io sto per dirti. – Io giuro per ciò che vi ha di più sacro nell’Olimpo e sulla terra, per la venerabile barba di Saturno, per tutti gli Dei e le Dee immortali, per lo Statuto proclamato dal mio fu augusto consorte, per la mia lista civile… giuro di serbare eterna fede al cenere di Sichéo – giuro che questa mia mano non verrà mai profanata dal contatto di un uomo, foss’egli per beltà ed eleganza di forme rivale di Apollo, e per energica costituzione di muscoli pari a Marte l’invitto. Io porterò eternamente la gramaglia… e i miei capelli disadorni e sparsi di immonda cenere… faranno testimonianza perpetua del mio dolore. (Levando le braccia verso il lampadario). Numi e semi–numi dell’Olimpo! a voi, vindici d’ogni spergiuro, salga questo mio voto solenne… E se mai di un solo desiderio, di un solo pensiero io offendessi la cara e venerata memoria del mio augusto consorte; scendano pure i vostri fulmini sulla mia testa regale,

      Arda la reggia, e sia

      Il cener di lei, la tomba mia!

      Coro. Così sia!

      (Breve silenzio. – Didone rimane immobile alcun tempo colle braccia levate – poi, riscuotendosi, riprende:)

      Did. Anna: dilette ancelle… Ritiratevi fino a nuovo ordine… Nell’eccesso del mio cordoglio, io dimenticava di propiziare gli Dei… Recitiamo una dozzina di Deprofundis in suffragio dell’augusto defunto.

      (Didone va ad inginocchiarsi in un lato della sala, e raccoglie il capo nelle mani nell’attitudine di chi prega fervorosamente).

      SCENA QUINTA

Il Questore e dette

      (Mentre Anna e le ancelle muovono per uscire, il Questore si presenta sulla porta).

      Questore. È permesso?

      Coro. Zitto!.. Sottovoce!..

      Berta. Piano, per carità!..

      Cliv. Benvenuto, Questore!

      Anna. Quali notizie?

      Rub. Fuori il vostro gazzettino!

      Quest. (accennando alla regina). Sua Maestà mi sembra distratta…

      Anna. Al contrario. Bisognerebbe trovar modo di distrarla… Ella è sempre assorta nei suoi cupi pensieri…

      Quest. (sotto voce alle ancelle). Mi spiace di esser giunto in mal punto… Eppure io dovrei parlare alla regina di un affare di somma premura… È arrivato un bastimento carico di…

      Berta. Di… di… aspettate…

      Rub. Proviamoci a indovinare…

      Anna. Sicuro! facciamo il nostro giuoco favorito… Dateci la prima lettera, e noi indovineremo.

      Quest. (sottovoce). Ma… non vorrei… Se Sua Maestà ci avesse ad udire…

      Anna. Ella non vede… non ode più nulla.

      Tutte le anc. Presto! la prima lettera!..

      Quest. La parola comincia con T. Animo dunque! A voi, principessa Anna… È arrivato un bastimento carico di?..

      Anna. Tortelli…

      Quest. Non ci siamo per ora… A voi altre, signorine: È arrivato un bastimento carico di?..

      Berta. Triffole…

      Cliv. Torrone…

      Rub. Tabacco…

      Coro. Trote… tamburi… tonno marinato…

      Quest. Nessuna ha colto nel segno…

      Anna. Aspettate…

      Quest. La regina ha fatto un movimento…

      Coro. Thut!

      Berta. Ebbene: dite… levateci di pena…

      Quest. A stretto dovere io non dovrei confidare ad altri che alla regina…

      Tutte (gridando). Un bastimento carico di?.. di?.. di?..

      Quest. Non l’avreste indovinato a pensarci mille anni… Il bastimento che ora giunse nel porto è carico di… Troiani.

      Tutte. Troiani!!!

      Cliv. Non ho mai udito parlare di questo genere di commestibili.

      Quest. Si tratta ben d’altro che di commestibili!.. Si tratta…

      Tutte. Sottovoce!.. (facendosi intorno al Questore).

      Quest. (a voce appena intelligibile). Si tratta d’individui maschi… Si tratta di trecento o quattrocento giovinetti di bellissimo aspetto…

      Did. (balzando in piedi con entusiasmo). Chi ha parlato di bei giovanotti?.. Dove sono? Vediamoli!.. (reprimendosi). Cioè… voleva… dire… chi è stato il temerario che ebbe l’audacia… in un giorno di tanto lutto?.. Ah! voi… Questore!..

      Quest. Che la Vostra Maestà mi perdoni… Queste signorine mi avevano fatto credere che voi non eravate in grado di vedere e di udire…

      Did. (nel massimo imbarazzo). Imbecille! Forse che io ho veduto?.. che io ho udito qualche cosa?.. E ti pare che, anche avendo udito o veduto, io potrei prender parte a gioia veruna di questo mondo?.. (volgendosi alle donne). E voi altre, voi altre pettegole… gli è dunque in tal maniera che obbedite ai miei ordini?..

      Anna. Il Questore ci ha trattenute nostro malgrado… per parlarci di un bastimento carico di… di…

      Did. (vivamente al Questore). Carico di?..

      Quest. Carico di trecento o quattrocento Troiani, agli ordini della Maestà Vostra…

      Did. Troiani!..

      Anna. Bei giovani… dice il Questore…

      Quest. Un esercito di capitamburi… Certe gambe, certe spalle, certi mustacchi… Se vedeste, regina! Il più alto dei vostri granatieri divien un pigmeo a petto del più piccolo di questi Troiani. Vostra Maestà mi perdoni se io ne parlo con tanto calore… Mia moglie, vedendoli sfilare dinanzi al palazzo, voleva gettarsi dalla finestra… Avremo un bel da fare a custodire le nostre mogli!.. Ed è appunto… a questo solo riguardo… che io mi sono affrettato a prevenire la Maestà Vostra… acciò… nell’interesse della pubblica moralità… e sopratutto della tranquillità coniugale… si degni di spiccare un decreto perchè la città sia prontamente sgombrata da quei pericolosi individui…

      (Durante il discorso del Questore, Anna, Clivia, Rubinia, Berta e le ancelle si saranno allontanate in punta di piedi).

      Did. Ciò che voi mi riferite, onorevole Questore, non può a meno di impressionarmi vivamente… Voi sapete quanto mi stia a cuore la moralità de’ miei sudditi e la pace delle famiglie… Ma l’argomento è tanto grave… tanto delicato… che conviene ragionarne fra noi… senza testimoni… Anna… dilette ancelle! (Didone si volge per parlare alle donne, ma con sua grande sorpresa si accorge che tutte quante sono partite). Dove sono andate quelle baldracche?.. Scommetto… Per le corna di Giove! Sta a vedere che sono corso incontro ai… come li chiamate, Questore?..

      Quest. Troiani, agli ordini vostri.

      Did. Ma si può dare uno scandalo uguale?.. Questore!.. Sul serio… Bisogna provvedere… e subito! bisogna…

      Quest. Se Vostra Maestà vuol compiacersi di firmare un decreto che li sfratti immediatamente…

      Did. (riflettendo). Credete voi, onorevole Questore, che un tal decreto sarebbe costituzionale?

      Quest. Vostra Maestà sa troppo bene che all’ufficio di Questura non si


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