Se Fossi Per Me. Rosanna Capursi

Se Fossi Per Me - Rosanna Capursi


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cosa, poiché nella sua famiglia l’avevano educata a bere moderatamente. Il giorno che erano andati a questa festa, Monica e Natalia, non avevano dimenticato nessun dettaglio importante, così avevano parlato con i loro superiori (Monica lavorava in una gioielleria e Natalia in una panetteria) per lavorare di più e tenersi un giorno della settimana per andare dal parrucchiere.

      - D’accordo, allora passami a prendere alle dieci di sera, ci vediamo. - Le disse Natalia dandole un bacio sulla guancia e s’incammino verso casa. Monica si volse a guardare l’orologio, le 6:02 del pomeriggio, quindi aveva tempo per andare a casa, raccontare alla sua famiglia della festa, lavarsi e vestirsi.

      1 ora dopo

      Monica stava guardando la televisione nella sua casa sdraiata sul letto quando arrivò sua sorella Fiorella.

      - Com’è che vai a una festa senza di me ?- le chiese mettendosi le mani sulla vita

      - Sei minorenne, non posso portarti a una festa, dove possono entrare solo adulti. - le disse mentre chiudeva la televisione con il telecomando e si sedeva sul letto per guardarla.

      - Ho diciassette anni. - Disse Fiorella gonfiando le guance. Monica rise; lo faceva quando sua sorella si comportava come una bambina. Si alzò e si avvicinò a lei.

      - Mi risulta che per l’Italia l’età legale è diciotto, non 17.- E senza dire altro, Monica uscì dalla stanza e cominciò a camminare, mentre sua sorella sospirava e si era messa a camminare dietro di lei seguendola

      - Dai! Non se ne accorgerà nessuno. –

      Monica andò in cucina e si riempì un bicchiere d’acqua.

      - Mamma e papà non ti lasceranno venire, non insistere, vado solo con Natalia, ti prometto che prima dell’una di mattina sarò a casa. – disse.

      Fiorella non disse nulla e tornò nella sua stanza, le piaceva andare alle feste con sua sorella maggiore, però Monica non voleva portarla con sé, e se le chiedessero l’identificazione? Avrebbe dovuto badare alla sua sorellina e voleva divertirsi per un po’ con la sua amica Natalia.

      3 ore dopo

      Monica stava finendo di vestirsi per andare alla festa, si guardò allo specchio; indossava un vestito rosso che le arrivava sopra il ginocchio. Salutò la sua famiglia e andò a prendere Natalia con la sua auto. Suonò il campanello più volte e infine Natalia uscì chiudendo la porta a chiave, indossando un vestito nero corto e con i capelli sciolti. Entrò in macchina e chiuse la porta.

      - Sei bellissima Monica!-

      - Anche tu lo sei, Natalia.- disse Monica mentre faceva partire la macchina.

      Natalia sorrise e cominciò a guardare dal finestrino, in qualche modo il viaggio a Maschito la emozionava.

      In poco tempo arrivarono alla festa, chiesero loro l’identificazione ed entrarono. C’era molta gente e si sentiva una musica tecno di sottofondo.

      -Te lo avevo detto che dovevamo venire!- le gridò Natalia mentre passava tra le persone.

      Le due ragazze si fermarono e cominciarono a ballare, un ragazzo dai capelli castani e occhi azzurri e un altro ragazzo dai capelli neri e occhi marroni si avvicinarono a Monica e Natalia.

      - Sono Luca.- disse quello dai capelli castani

      - Ed io sono Matteo.- disse quello dai capelli neri

      - Noi siamo Natalia e Monica.- disse Natalia mentre guardava i due appena arrivati.

      -vi va di ballare?- chiese Luca; Natalia guardò Monica come se aspettasse un’approvazione e Monica annuì.

      - Certo – disse Natalia.

      Natalia cominciò a ballare con Matteo e Monica con Luca. I quattro ballarono per qualche minuto, poi andarono a bere una bibita, ballarono di nuovo, conversarono e dopo quattro ore decisero di andarsene.

      - Questa festa sì che è stata divertente! - gridò Natalia mentre ballava sul sedile.

      - “Si è vero”- disse Monica ridendo mentre guidava.

      Quando avevano appena passato il cavalcavia che portava all’entrata di Venosa, proprio nella curva, la luce di un camion le accecò. Monica mosse il volante in tutte le direzioni però, quando finalmente riuscì a svoltare verso destra, l’auto scivolò su alcune pietre e con un salto precipitò dal cavalcavia, verso il fatale destino.

      Capitolo due

      -“ Monica svegliati!”- gridò Natalia nell’oscurità ma Monica nonostante avesse aperto gli occhi non riusciva a vedere nulla.

      -“Natalia? Dove sei? Stai bene?- chiese Monica mentre cercava di muovere le dita per toccare Natalia, però non riusciva a sentirle, non riusciva a sentire il proprio corpo e sentiva come se qualcosa le attraversasse l’addome.

      “Non lo so"! Ho paura Monica! Non voglio morire! Non sento il mio corpo- gridò Natalia cominciando a piangere.

      - Aspetta…sto iniziando a sentirmi confusa…credo che…sto per….- disse Monica prima di sentire come se l’oscurità la travolgesse; l’ultima cosa che aveva sentito era Natalia che la chiamava disperata per poi lentamente spegnersi lasciando solo silenzio intorno.

      -…

      -…

      -…

      - Monica?-

      Monica si trovò sdraiata su un letto che sembrava trasparente e che cominciava ad alzarsi lentamente.

      - Sono morta?- chiese Monica a un uomo con una tunica marrone.

      - Si. - disse mentre si avvicinava a lei scendendo una rampa di scale

      - E Natalia?-

      - Anche lei è morta, sono passate molte ore prima che la potessero tirare fuori e le sue ferite molto gravi non le hanno lasciato scampo, ma le tue lo erano ancora di più così sei morta poco dopo l’incidente.-

      L’uomo si trovava a pochi passi da Monica e lei si mise a piangere.

      - Perché?- chiese dopo aver pianto per qualche secondo.

      - Era soltanto la sua ora.

      - E lei chi è?- gli chiese Monica incrociando le braccia.

      - Sono l’Arcangelo Gabriele, messaggero di Dio. - disse stirando le braccia e mostrando i palmi.

      - E dov’è Natalia?-

      - Temo di non poter rispondere a questa domanda…

      - Perché? Dov’è lei? - chiese Monica facendo un passo verso di lui. Non poteva negare che era molto preoccupata per la sua migliore amica.

      - Mi dispiace, ma l’unica cosa che posso dirti è che ora si trova in un posto migliore.

      - Ed io perché mi trovo qua?-

      - Perché hai una missione da compiere.

      - Missione? Quale missione? Rivivrò o qualcosa del genere? - gli chiese duramente. Perché doveva compiere una missione e non poteva andare dove era Natalia?

      - Questo è qualcosa che ti dirò in seguito, quello che posso dirti è che non “rivivrai” completamente perché il tuo corpo non si sveglierà, fino a che sarai un essere invisibile che non può essere visto da persona umana, però, userai un ciondolo con una pietra di lapislazzulo e terrai legati i tuoi capelli con un nastro di colore azzurro. -

      - Però… Perché devo tenere quel ciondolo se sarò comunque invisibile?-

      -


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