La Notte Oscura Dell’anima. Aldivan Teixeira Torres
L’addio
Incontrando ancora il guardiano e l’Indù
INTRODUZIONE
La “Notte oscura dell’anima” può essere definito come uno sguardo critico ad una fase molto difficile che ognuno di noi prima o poi attraversa. Parla di un periodo propizio alla condanna o, per quanto sembri incredibile, ad una inusuale salvezza della persona.
Per raggiungere il finale è necessario determinare il momento esatto per fronteggiare le crisi per far sì che ci sia possibile liberarsi dall’oscurità ed entrare definitivamente nel grembo divino. Attraverso questo libro verranno svelati gli elementi chiave, per riuscirci con successo. A parte queste caratteristiche, il testo mostrerà anche come riuscire a convivere con le due forze esistenti nell’universo ed essere in grado di controllarle adeguatamente.
Vorrei anche evidenziare che il libro è rivolto a tutte quelle persone che per una ragione o per un’altra non hanno ancora trovato la loro strada nella vita, ma non hanno perso la speranza di un cambiamento e che sanno forse ottenere la pace desiderata che tutti quanti cerchiamo. E inoltre con questo libro spero di contribuire all’evoluzione morale e spirituale dell’essere umano. Auguro a tutti una piacevole lettura e fino alla prossima volta, il favore di Dio.
Dopo la grotta
Ciao a tutti, da quanto tempo! Sono entrato nella grotta della disperazione circa un anno fa realizzando il mio desiderio di cominciare la carriera di scrittore, un’esistenza molto appagante. Ora mi sento pronto per proseguire i miei sogni. Sebbene prima di questo vi narrerò brevemente cosa mi è successo nel periodo successivo alla grotta. A volte dopo aver scalato la montagna di Ororubà, aver incontrato il guardiano, il giovane ed il bambino, sempre affrontando il fantasma e le varie sfide, sono tornato a casa dai miei genitori, sicuro, vittorioso felice e desideroso di ricominciare con la vita passata. Il che è esattamente ciò che ho fatto e dedicandomi agli studi e al lavoro ho finito l’università e trovato nuove idee per proseguire la mia carriera. E’ stato un momento importante e necessario che mi ha dato un’immensa soddisfazione, perché i miei sforzi sono stati ricompensati. Sebbene non fossi ancora completamente realizzato, in quanto non avevo raggiunto la realizzazione di un sogno più grande: vedere la mia serie “Il Veggente” al top della letteratura mondiale. Forse sono troppo pretenzioso, ma mi sento di esserlo, alla fine io sono un veggente trasformato dal miracoloso potere della grotta della disperazione, la grotta più pericolosa al mondo. Bene lasciamo questa decisione al destino.
Dopo il successo del primo compito che era quello di riunire le “Forze Opposte”, di controllarle e di aiutare qualcuno a trovare sé stesso, Posso dire di sentirmi pronto per la prossima avventura. Pensando a questo, io ho preso la seguente decisione: tornare alla sacra base della montagna di Oroubà e incontrare il guardiano in modo che lei mi potesse aiutare con il grande obiettivo di questo libro, quello di comprendere la pericolosa e misteriosa “Notte oscura dell’anima”.
Presa la mia decisione, ho iniziato a preparare le valigie, messo da parte gli oggetti più essenziali: qualche vestito, il mio crocifisso, la mia Bibbia, il mio orologio da taschino, un computer, l’essenziale per il bagno e dei libri per tenermi occupato durante e dopo il viaggio. Dopo aver organizzato tutto vado in cucina con l’intenzione di salutare la mia famiglia. Trovo mia madre, la abbraccio e comincio il difficile dialogo:
– Cara mamma, sono venuto qui per dirti che ho deciso di tornare al villaggio di Mimoso, con lo scopo di raggiungere la seconda fase del mio miglioramento critico, spirituale, morale e umano.
È un viaggio strettamente necessario perché io possa finalmente capire cosa mi è successo un po’ di tempo fa, la mia notte oscura dell’anima e questa è una situazione comune in tutti i mortali.
– Un altro viaggio a Mimoso? Com’è possibile che tu non ti renda conto che questa è una follia, figlio mio? Il tuo posto è qui, al mio fianco. Perché questa notte oscura è così importante al punto di volermi abbandonare?
– Sto andando a Mimoso per inseguire i miei sogni. La prima tappa l’ho completata, ma appartiene al passato e ora sto cercando nuove sfide. Io credo che la risposta giaccia nelle montagne e perciò sto andando là. Mamma prova a comprendermi, mi hai cresciuto per affrontare il mondo e non per te. Ricorda che io sono il veggente, l’unico essere umano che è sopravvissuto alla grotta della disperazione, quindi ho le mie responsabilità verso i lettori e l’intero mondo. Invece di provare a convincermi a non andare, dovresti incoraggiarmi, perché ho deciso. Ad ogni modo volevo trovarti per darti un abbraccio.
Detto questo, sono andato da mia madre e ci siamo abbracciati. Questo gesto, tenero e vigoroso, mi ha aiutato a recuperare le energie, ed era esattamente quello che mi serviva per affrontare le sfide successive, compresa questa. Dopo l'abbraccio, le ho finalmente detto addio e mi sono incamminato verso la porta con le lacrime agli occhi. Nel frattempo ho mentalmente analizzato i miei piani per il viaggio. Che cosa mi aspetterà? Non ne avevo la più pallida idea. Ero sicuro solo che sarebbe stato rivitalizzante e che sarebbe stato portatore di esperienze. Lettore, avanti, proseguiamo insieme.
Il taxi
Dopo un po', lascio finalmente la casa. Mi metto subito alla ricerca di un comodo mezzo di trasporto, silenzioso ed economico per arrivare a Mimoso. Valuto tutte le possibilità e finisco per decidere che il più adatto sarebbe stato un taxi, considerando che la distanza non era assolutamente proibitiva (24 Km). Presa la decisione, mi servo delle mie risorse per prendere il primo che passa. Dopo alcuni tentativi, riesco finalmente a prenderne uno. L'auto si ferma, chiudo la porta e mi metto comodo. In questo momento, ho la sensazione di essere esaminato dall'autista, ancor prima che lui mi chieda:
– Dove andiamo, Signore?
Lo guardo e rispondo semplicemente:
– Siamo diretti a Mimoso, un posto vicino alla montagna Ororubà, una montagna sacra.
Dopo aver detto ciò, lui mi guardò sprezzante, dicendo:
– Bene, conosco bene dov’è Mimoso, andiamo. Anche se non avevo mai sentito dire che la montagna di Ororubà fosse sacra. Mi racconti subito questa storia.
Non volendo perdere troppo tempo in questa parte del viaggio, premetto:
– È una storia lunga. Ve la racconterò durante il viaggio. Possiamo andare ora? Sono ansioso di arrivare alla mia destinazione.
Lui concorda con me e sebbene non paia troppo felice, mette in moto la macchina. Allo stesso tempo, poi ancora una volta, mi lancia un’occhiata. Cosa starà pensando di me? Penso per un momento, arrivando alla conclusione che il suo comportamento sia naturale, dopo tutto pochissimi sanno del segreto della grotta. Comunque io non sono uno stupido e non mi può trattare in un modo simile. Perciò decido di dirgli la verità.
– Autista, sono pronto a raccontarle. Come si chiama?
– Mi chiamo Aurelio e lei?
– Mi chiamo Aldivan, ma mi può chiamare il veggente o figlio di Dio. Ora le spiego nel dettaglio, in modo che lei possa credere all’affermazione che ho fatto un attimo fa.
– Sono pronto, può iniziare il racconto.
– Circa un secolo fa, le tribù Xukuru erano in guerra per colpa dello stratagemma di uno stregone chiamato Kualopu. Per molto tempo si sono combattute molte battaglie e quindi la tribù dei Xukuru è stata in pericolo di scomparire. Dopo essere venuto a conoscenza di questa storia uno stregone buono decise di intervenire. Giunse a un patto con le forze dell'universo, offrendo la sua vita in