Fiamme Oscure. Amy Blankenship
Lâironia di Alicia andò a farsi benedire quando le mani di Damon scivolarono sulla sua maglietta e la sfilarono da sopra la testa. Sussultò quando esse tornarono sui suoi seni, strofinando il pizzo sui suoi capezzoli già turgidi, e lei inarcò la schiena per rafforzare il contatto.
Volendo sentire le sue mani direttamente sulla pelle, fece per sganciare la chiusura anteriore del reggiseno. Damon le afferrò le mani per i polsi e se le avvolse attorno al collo.
âNon muovere le mani.â le ordinò con un severo sussurro.
Alicia sussultò di nuovo quando il calore delle sue mani tornò sul seno prima di scendere lentamente verso lâombelico. Gemette quando lui le sollevò una gamba con una mano, mentre lâaltra strofinava delicatamente contro il cavallo dei suoi jeans. La stava toccando appena, ma quella sensazione accennata fu abbastanza da farla arrivare allâistante. I fianchi di lei si muovevano al ritmo della sua mano, implorandolo fisicamente per avere maggiore pressione.
Damon le rilasciò bruscamente la gamba e aprì la chiusura anteriore del reggiseno, sfilandolo rapidamente e gettandolo dietro di sé. Le mani di Alicia si unirono alle sue nel togliere i jeans, che furono presto abbandonati da qualche parte sul pavimento. Non ci volle molto prima che nulla più li separasse e Alicia godette della sensazione della sua pelle sulla propria.
Rimase stupita quando le porte del balcone si aprirono allâimprovviso e si ritrovò fuori, allâaria fresca della notte. âDamon, che fai?â gli chiese.
âNon volevi uscire?â le chiese piano, poi la sollevò, facendola sedere sulla spessa ringhiera di fronte a lui.
Alicia gli afferrò stretto un polso quando sentì la brezza sfiorarle i capezzoli con una carezza tentatrice. âE se ci vedono?â chiese lei, guardandosi intorno tra gli edifici e sentendosi allo scoperto.
âAllora avranno un binocolo molto costoso e quindi meritano di guardare.â rispose Damon con un sorriso e scrutò il suo corpo con lo sguardo. Aprendo la mano in modo da afferrare lui il suo polso, le prese lâaltro così non avrebbe avuto paura di cadere. âDiamogli un bello spettacolo.â
Chinandosi, Damon le succhiò un capezzolo e la spinse indietro. Fu ricompensato quando lei gli avvolse le gambe attorno alla vita per non cadere. Anche se la sua mente razionale sapeva che lui non lâavrebbe mai fatta cadere, era naturale avere paura.
Damon baciava lentamente il suo corpo, posando lâattenzione sui suoi punti preferiti prima di scendere più in basso. Abbassò le spalle tra le sue gambe e fissò affamato il dono che gli si era presentato. Quando premette le labbra sulla sua calda umidità , fu ricompensato con un gemito di piacere.
Alicia piegò la testa allâindietro e gridò al primo tocco della sua lingua. Si inarcò allâindietro, senza preoccuparsi di essere sospesa sulle strade della città sottostante, e aprì di più le gambe per consentire a Damon un migliore accesso. Il suo ringhio di approvazione fu più che sufficiente a farla quasi arrivare.
Una forte raffica di vento li investì, facendole volare i capelli attorno alla testa e stimolando il suo cuoio capelluto. Era spaventoso, eccitante, e il pensiero di essere visti da qualcuno iniziava ad assumere una luce diversa... eccitandola oltre ogni situazione che avesse mai vissuto.
*****
Angelica e Zachary entrarono nel castello, totalmente esausti. Ren aveva detto loro di andare a casa e riposarsi. Il PIT avrebbe effettuato dei turni per eliminare i demoni sfuggiti, in modo che nessuno si sarebbe stancato troppo. Nessuno di loro voleva andarsene, ma sapevano che Ren aveva ragione... il loro non era il tipo di lavoro in cui battere la fiacca. Non si rischiava il posto... ma la vita.
âCasa dolce casa.â Angelica sbadigliò.
I membri del PIT che erano tornati con loro concordarono con Angelica e si diressero in aree diverse del castello per riposare o mangiare qualcosa. Angelica decise di tornare al laboratorio per controllare Jason, dato che lo aveva lasciato lì incosciente. Sorrise notando che qualcuno lo aveva sistemato sul divano.
âProbabilmente dormirà per un poâ.â le disse Zachary.
Lei passò le dita tra i morbidi capelli biondi di Jason come si farebbe con un bambino. Salvare persone come lui era il motivo per cui aveva iniziato a combattere i demoni. Avrebbe solo voluto che lui fosse rimasto innocente, invece di scoprire che i mostri sotto il letto erano reali. Lei aveva scoperto che erano reali da bambina. A suo parere... scoprirlo era terribile.
Le sue labbra si curvarono in un sorriso compiaciuto, ricordando la morte del demone che aveva marchiato Jason a morte. Doveva ammettere che Syn si stava rivelando utile... peccato che fosse pazzo.
âVai a dormire.â disse piano Zachary. âCi aspetta un sacco di lavoro e dobbiamo essere tutti in forma.â
Angelica annuì e sgattaiolò nella sua camera da letto lungo il corridoio. Girandosi in direzione dellâenorme letto, e guardandosi, concluse che le serviva una doccia per togliersi di dosso la puzza di demoni.
Andando in silenzio nel suo bagno privato, aprì lâacqua calda e si spogliò prima di guardarsi allo specchio per controllare le ferite. Non trovarne nessuna dopo tutti i combattimenti nelle ultime due ore fu un poâ sorprendente. Ancora una volta lâimmagine dellâuomo che lâaveva seguita tutta la sera la assalì... Syn.
Ogni volta che un demone stava per sferrare un colpo... lui interveniva. Ciò che la turbava di più era che quando non lo vedeva... finiva per cercarlo.
Girandosi, entrò sotto il getto caldo e cercò di cancellare dalla mente lâuomo che aveva deciso di farle da scudo contro i demoni. Aveva imparato da parecchio tempo a contare solo su se stessa per non rimanere delusa. Non avrebbe cambiato idea adesso.
Si strofinò il corpo fin quando la pelle non fu rosa, poi passò ai capelli. Angelica non riuscì a trattenere un gemito mentre le unghie graffiavano delicatamente il cuoio capelluto, e chiuse gli occhi in estasi. Se avesse prestato attenzione, avrebbe notato lâombra della figura scura che stava dallâaltro lato della doccia appannata.
Syn era completamente immobile nel bagno pieno di vapore, guardando Angelica fare una cosa così semplice e provando piacere. Si ricordò dei tempi in cui lui le lavava i capelli e lei apprezzava il suo tocco.
Poggiò una mano sul vetro che li separava quando sentì crescere dentro di sé il desiderio di toccarla. Per un dio del sole, il concetto di tempo non aveva lo stesso significato che aveva per gli esseri umani; di solito erano pazienti... ma anche gli dei avevano le proprie debolezze. La sua era a distanza ravvicinata, e completamente nuda.
Angelica sentì un improvviso calore tra le gambe e chiuse gli occhi, apprezzando la familiare, seppur rara, sensazione. Insaponando di nuovo la spugna, se la passò di nuovo sul seno e lo sentì inturgidirsi sotto il proprio tocco.
Lasciando cadere la spugna nella doccia, si insaponò per bene le mani e se le passò sul seno. Lasciando scivolare le dita attorno ai capezzoli una alla volta per una sensazione più piacevole, le sue labbra si aprirono e il suo respiro accelerò.
Syn vide una delle sue mani scendere dal petto fino alle cosce per tentare di alleviare il calore che lui le aveva provocato. Il suo sguardo salì lentamente fin dove lei si stava mordendo il labbro inferiore per non gridare, ed inspirò profondamente. Syn mosse piano la mano sul vetro e sogghignò quando la mano che lei aveva tra le gambe imitò i movimenti della sua sul vetro.
Angelica si appoggiò al vetro della doccia quando le dita trovarono il suo punto preferito e si mossero con movimenti circolari. Non era la prima volta che lo faceva, ed era passato un poâ, ma probabilmente non si era mai sentita meglio di così.
Fantasticò ancora una volta sul trovare qualcuno con cui farlo e lâimmagine di Syn le balenò