Il Vento Dell'Amore. Guido Pagliarino
del primo monoteismo (non giudaico ma ideato, per ragioni meramente politiche, dal faraone Akhenaton), della miglior comprensione dellâamore di Dio da parte dâIsraele, della nascita della speranza in un messia profeta, sacerdote, re e del sorgere dellâidea della vita eterna. La ricerca teologica del popolo giudaico, che secondo i fedeli è ricerca divinamente ispirata, scopre sempre più nel tempo un Dio diverso da quelli pagani prima adorati dagli Ebrei accanto a uno Jahvè che mostrava a sua volta lâinquietante caratteristica di voler essere temuto e servito pena gravi castighi. A un certo momento i redattori biblici cominciano a esprimerlo come il Dio che sì punisce, ma solo allo scopo amorevole di correggere: analogamente a quei genitori che, in passato, picchiavano violentemente i figli nellâillusione di renderli migliori. Finalmente, o parallelamente considerando le anticipazioni dâOsea e di qualche altro profeta, la ricerca religiosa arriva alla consapevolezza dâuno Jahvè fondamentalmente amoroso, di quel Dio cioè che sarà pienamente rivelato da Gesù come il puro Amore e, sia pur ancora imperfettamente, già sarà ben presente, nel corso degli ultimi due secoli prima di Cristo, nei più recenti libri della Prima Scrittura, detti i deuterocanonici nella Chiesa latina e greca; tali libri non sono di fede per la religione ebraica e nemmeno per i cristiani della riforma protestante che li definiscono apocrifi.
Il lettore incontrerà nel testo parti non del tutto essenziali che ho rese graficamente in corsivo: ho tenuto conto del lettore frettoloso ed egli,volendo, può saltarle. Per agevolare il frequentatore occasionale del Testamento, ho aggiunto unâappendice con le abbreviazioni dei nomi dei libri biblici.
Guido Pagliarino
PREMESSA - SULL'INFLUENZA DELLA STORIA SULLA BIBBIA
âDio è amoreâafferma al di là di ogni dubbio il Nuovo testamento nella prima lettera di Giovanni (1 Gv, 4, 8b), un'immagine ben diversa dalla fisionomia di un Dio corrucciato e tremendo che possiamo osservare nel Giudizio Universale di Michelangelo. Non si tratta d'un annuncio solo neotestamentario. Come vedremo, le fattezze del Dio-Amore, presentate in modo netto da Gesù di Nazareth con la parola e con lâesempio, erano andate già tracciandosi prima, nel corso della storia dellâantico Israele, riflettendosi, anche se non ancor appieno, nell'Antico testamento grazie in primo luogo a ispirati profeti. In quei libri, nondimeno, i lineamenti del Dio amoroso non appaiono assoluti, anzi essi differiscono dalla figura dello Jahvè (o del Jahvè se si pronunci Giavè e non Iavè) della Legge che troviamo in altri passi veterotestamentari, un'immagine severa che, come vedremo, origina dalla riflessione teologica non di profeti ma di sacerdoti e scribi del tempio.
Leggendo, si abbia sempre presente che lâargomento del governo della storia da parte della Provvidenza, indirizzato alla Salvezza dellâumanità , riguarda l'intera Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, e inoltre che ogni testo biblico è influenzato dalla situazione storica in cui sâè preparato ed è stato scritto. Ad esempio, la schiavitù dei Giudei in Babilonia e la loro liberazione da parte del re Ciro II, che incontreremo nel prossimo capitolo e si riaffaccerà nel corso del saggio, influenza i versetti della Bibbia che parlano della schiavitù in Egitto e dellâesodo degli Ebrei sotto la guida di Mosè, fatti storici che sono di molti secoli precedenti: per certi commentatori estremisti, il contenuto di tali testi sarebbe, addirittura, solo mitico-allegorico.
Scrive Carlo Buzzetti (in, di Carlo Buzzetti - con Carlo Ghidelli -, Le tappe della lettura della Bibbia. Come leggere una pagina biblica, come leggere una parabola, un discorso, un miracolo, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2003.): âOgni testo scritto sorge in un contesto vitale (o situazione originaria) di cui è espressione. Ma non sempre quella situazione delle origini può essere avvertita agevolmente da chi legge il testo; di solito ciò risulta abbastanza facile per i primi destinatari, per i primi lettori, poiché essi sono vicini; ma tale situazione si fa più oscura o più enigmatica o più ardua da conoscere per i lettori successivi che, invece, risultano piuttosto lontani. [â¦] distinguiamo due fasi del compito teso a rendere esplicito il contesto implicito: prima, si cerca di ricostruire la situazione che il testo riflette; poi, si tende a una ricostruzione della situazione vissuta dallâautore del testo. Entrambe le fasi richiedono un certo impegno di indagine storica che, evidentemente, non può limitarsi al solo approccio diretto con il testo; chi legge deve considerare anche vari indizi forniti da altre voci più o meno contemporanee e in qualche modo parallele o convergenti rispetto a quel testoâ
Ecco perché nel trattare il nostro tema di fondo, Dio-Amore nel Primo Testamento, dovremo esaminare, sia pure a grandi linee, le vicende storiche del popolo dâIsraele e, quanto meno all'ingrosso e dove possibile, considerare la situazione personale dei redattori biblici; ad esempio vedremo che Esdra, motore principale anche se forse non redattore del Pentateuco, è mosso e aiutato dallâessere un funzionario giudeo del regno di Persia e un custode delle antiche tradizioni ebraiche, sopravvissute alla deportazione in Babilonia.
Inizieremo dallâepoca dei Giudici, verso la fine dellâEtà del Bronzo.
Pieter Paul Rubens, Il giudice Sansone sedotto da Dalila, olio su tavola, 1609 circa, London National Gallery
DAL 1200 A.C. ALLâETÃ DEL SECONDO TEMPIO
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Bibliografia principale di questo capitolo: AA. VV. (a cura di David e Pat Alexander), Guida alla Bibbia, Edizioni Paoline â Roma, 1980; AA. VV. (Joseph Schreiner e collaboratori), Introduzione letteraria e teologica allâAntico Testamento, Edizioni Paoline s.r.l., quinta edizione 1990; AA. VV. (sotto la direzione di John A. Garraty e Peter Gay), Storia del mondo, Vol. I, Arnoldo Mondatori Editore, 1973; Abraham Cohen, Il Talmud, traduzione di Alfredo Toaff, Gius. Laterza & Figli S.p.A., Roma-Bari, 2003; Giovanni Filoramo, Giudaismo, in, di AA.VV., Manuale di storia delle religioni, Gius. Laterza & Figli, 1998; A cura di P. Bonsirven (scelta dei testi a traduzione dagli originali), Daniel-Rops (introduzione), Enrico Galbiati (presentazione), La Bibbia apocrifa, Editrice Massimo s.a.s., 1990; Edmondo Lupieri, capitoli Il Giudaismo del secondo tempio e le origini del Cristianesimo, pp. 7-19, e Radicalizzazione dellâosservanza e aperture ai non giudei (da Pompeo a Nerone), pp. 20-68, in, di AA. VV. (a cura di Giovanni Filoramo e Daniele Menozzi), Storia del Cristianesimo, Gius. Laterza & Figli, vol I, 1997; Alviero Niccacci, La casa della sapienza, voci e volti della sapienza biblica, Edizioni San Paolo s.r.l., 1994; Giovanni Odasso, Lâesilio come luogo di salvezza, in Leggere la storia come salvezza, numero monografico di Parola, Spirito e Vita - quaderni di lettura biblica, n. 1 gennaio-giugno 2003, Centro editoriale devoniano; Michel Morre, Dizionario Mondadori di Storia Universale, primo volume, Arnoldo Mondatori Editore, 1973; fonte internet: Enzo Cortese, articolo Per una teologia dello spirito nel tardo profetismo, Studium Biblicum Franciscanum, Jerusalem, e-book pdf alla pagina Internet http://198.62.75.1/www1/ofm/sbf/Books/LA47/47009EC.pdf.
LâEtà del Bronzo viene chiusa da due serie dâinvasioni. Una proviene da nord-est, è attuata dai Popoli del mare, come gli Egizi chiamano glâinvasori, e nel corso di questa sequela dâoccupazioni, poco prima del 1200 a.C. le tribù dei Peleshei, detti Filistei dai Greci e nella Bibbia, prendono possesso della terra di Palestina dandole il nome, mentre il rimanente si sparpaglia in diverse zone attorno al Mediterraneo compiendo incursioni fin in Grecia e, forse, bruciandovi i palazzi di Micene e Pilo.
Il declino della