La Terra del Fuoco . Морган Райс
al drago di mordere le loro ali, staccandogliele dal corpo e facendoli precipitare in mare.
Improvvisamente Thor venne attaccato di lato senza vedere il suo aggressore. Il drago aprì le fauci e affondò i suoi denti su Thor stesso.
Thor gridò mentre un dente lungo e affilato gli perforava la cassa toracica facendolo cadere dal suo drago e precipitare in aria. Thor si sentì cadere verso l’oceano, ferito, e si rese conto che stava per morire.
Con la coda dell’occhio scorse Micople che si tuffava verso di lui. Subito dopo si trovò ad atterrare sulla sua schiena: la sua vecchia amica l’aveva salvato. I due erano di nuovo insieme, entrambi feriti.
Thor, con il fiatone e tenendosi strette le costole, osservò i danni procurati: una decina di draghi ora giacevano morti o mutilati, galleggiando nell’oceano. Avevano fatto un bel lavoro solo in due, molto meglio di quanto avesse immaginato.
Ma Thor udì uno strillo tremendo e sollevando lo sguardo vide diverse decine di draghi che erano rimasti. Respirando affannosamente si rese conto che era stato un combattimento coraggioso, eppure le loro possibilità di vittoria apparivano misere. Ma non esitò: volò temerariamente verso l’alto, dritto contro i draghi che li sfidavano.
Micople strillò e sputò fiamme mentre loro facevano altrettanto contro Thor. Thor usò i suoi poteri di nuovo per creare un muro di ghiaccio davanti a sé, fermando momentaneamente le fiamme dei draghi. Si tenne stretto a Micople quando andò a sbattere contro il gruppo, mentre lei mordeva, artigliava e colpiva, combattendo per la sopravvivenza. Venne ferita ma questo non la rallentò e non la trattenne dal continuare a ferire i draghi che la circondavano. Thor, unendosi al combattimento, sollevò il bracciale e lo puntò contro un drago dopo l’altro. una luce bianca venne proiettata in avanti andando ad abbattere tutte le bestie, allontanandole da Micople mentre lei lottava.
Thor e Micople continuarono a combattere, entrambi ricoperti di ferite, sanguinanti ed esausti.
Eppure restavano decine di altri draghi.
Mentre Thor teneva il braccialetto in alto sentiva che il potere iniziava ad attenuarsi: sembrava che le forze iniziassero ad abbandonarlo. Era forte, lo sapeva, ma non ancora a sufficienza. Capì che non avrebbe potuto sostenere quel combattimento fino alla fine.
Thor sollevò lo sguardo e vide le grandi ali che andavano a sbattergli in faccia, seguite da lunghi artigli affilati che guardò conficcarsi nella gola di Micople senza poter fare nulla per evitarlo. Thor si tenne stretto mentre il drago afferrava Micople e la teneva saldamente affondando le zanne nella sua coda e facendola roteare per poi scagliarla via.
Thor si tenne stretto mentre lui e Micople roteavano in aria: Micople ruotò sottosopra ed entrambi precipitarono verso l’oceano perdendo il controllo.
Atterrarono in acqua, sempre con Thor saldamente afferrato a lei, e finirono sotto la superficie. Thor si dimenò sott’acqua fino a che il loro slancio si esaurì. Micople si voltò e nuotò verso la superficie, seguendo la luce del sole.
Quando riemersero Thor fece un respiro profondo, ansimando e nuotando nell’acqua gelida mentre ancora si teneva a Micople. I due galleggiarono in acqua e guardando di lato Thor vide qualcosa che non si sarebbe mai dimenticato: a galleggiare poco distante da lui, con gli occhi aperti, morto, c’era un drago cui aveva imparato a voler bene. Ralibar.
Micople lo scorse nello stesso istante e in quel momento qualcosa accadde in lei, qualcosa che Thor non aveva mai visto: levò un fortissimo gemito di dolore e sollevò le ali in aria, allungandole del tutto. Tutto il suo corpo tremò mentre emetteva quell’ululato terribile, scuotendo l’universo. Thor vide che i suoi occhi cambiavano diventando di un colore diverso fino a che iniziarono a brillare di giallo e bianco.
Micople si voltò, un drago diverso ora, e sollevò lo sguardo verso il gruppo di draghi che scendeva verso di loro. Thor capì che qualcosa in lei si era spezzato. Il suo lamento si era trasformato in rabbia e le aveva dato un potere diverso dal precedente. Era un drago posseduto.
Micople si lanciò in cielo, con le ferite sanguinanti ma senza curarsene. Thor sentì una nuova esplosione di energia proprio come lei, accompagnata da un forte desiderio di vendetta. Ralibar era stato un caro amico, aveva sacrificato la sua vita per tutti loro e Thor era determinato a fare giustizia.
Mentre correvano verso di loro Thor si lanciò dalla schiena di Micople e atterrò sul muso del drago più vicino aggrappandosi ad esso e serrandogli la mandibola in un abbraccio. Thor chiamò a raccolta tutto il potere che gli era rimasto e fece roteare il drago in aria per poi lanciarlo via con tutta la sua forza. Il drago volò via andando a sbattere e trascinando con sé altri due draghi. Tutti e tre precipitarono poi nell’oceano.
Micople ruotò e recuperò Thor mentre cadeva, facendolo atterrare sulla sua schiena mentre si avventava contro i draghi che erano rimasti. Rispose ai loro ruggiti con i suoi, mordendo più forte, volando più veloce e colpendo più a fondo di loro. Più la ferivano e meno lei sembrava curarsene. Era un’ondata di distruzione e così anche Thor. Quando ebbero finito Thor si rese conto che non restava neppure un drago in cielo ad affrontarli: erano tutti caduti dal cielo all’oceano, feriti gravemente o uccisi.
Thor si ritrovò a volare solo con Micople in aria, in cerchio sopra i draghi caduti di sotto. I due respiravano affannosamente e perdevano sangue. Thor sapeva che Micople stava esalando gli ultimi respiri, vedendo il sangue scenderle dalla bocca e sentendo che ogni respiro era mortalmente doloroso.
“No, amica mia,” le disse trattenendo le lacrime. “Non puoi morire.”
È giunta la mia ora, la udì rispondere. Almeno muoio con dignità.
“No.” insistette Thor. “Non devi morire!”
Micople continuava a respirare sangue e il battito delle sue ali si faceva più debole mentre iniziavano a scendere verso l’oceano.
Mi è rimasta un’ultima battaglia, disse Micople. E voglio che il mio momento finale sia un momento di valore.
Micople sollevò lo sguardo e Thor seguì il suo sguardo vedendo la flotta di Romolo che si stagliava all’orizzonte.
Annuì con serietà. Sapeva ciò che Micople voleva. Voleva accogliere la propria morte in un’ultima grandiosa battaglia.
Thor, gravemente ferito, con il fiatone, sentendo di non potercela fare, voleva comunque morire allo stesso modo. Si chiese quindi se le profezie di sua madre fossero vere. Gli aveva detto che lui stesso poteva cambiare il proprio destino. Si chiese se l’avesse fatto. Sarebbe morto ora?
“E allora andiamo, amica mia,” le disse.
Micople ruggì con forza e insieme si lanciarono verso il basso, mirando contro la flotta di Romolo.
Thor sentiva il vento e le nuvole tra i capelli e contro il volto. Lanciò anche lui un forte grido di battaglia. Micople ruggì per far sentire la propria rabbia e entrambi si lanciarono in basso. Micople aprì le fauci e lanciò una fiammata dopo l’altra contro le navi, una alla volta.
Presto un muro di fuoco si diffuse sul mare man mano che una nave dopo l’altra tutte venivano incendiate. Avevano davanti decine di migliaia di navi, ma Micople non si fermò, aprendo sempre più la bocca e lanciando un’ondata di fuoco dopo l’altra. Le fiamme si allungarono come fossero un’unica lunga parete e le grida degli uomini si levarono sempre più forti.
Le fiammate di Micople iniziarono ad indebolirsi e presto ogni soffio cominciò ad emanare ben poco fuoco. Thor sentiva che stava morendo sotto di lui. Volava sempre più in basso, troppo debole ormai per sputare fuoco. Ma non era ancora troppo debole per usare il suo corpo come arma. Quindi, invece di lanciare fiammate, si scagliò contro le navi colpendole con le sue dure scaglie, come un meteorite che cadeva dal cielo.
Thor si teneva stretto, aggrappato con tutta la sua forza mentre lei si tuffava contro le navi e spezzava gli scafi di legno. Distrusse una nave dopo l’altra, avanti e indietro, distruggendo la flotta. Thor si teneva stretto mentre pezzi di legno volavano dappertutto attorno a lui.
Alla fine Micople non poté più andare oltre. Si fermò al centro della flotta, galleggiando nell’acqua. Sebbene avesse distrutto moltissime