Un Caso Irrisolto . Блейк Пирс

Un Caso Irrisolto  - Блейк Пирс


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Ti prego!”

      “Sono soltanto una bambina!” Riley rispose in lacrime.

      Riley si svegliò di soprassalto nel letto. Stava tremando.

      E’ stato solo un incubo, si disse.

      E non era affatto sorprendente che avesse sognato le vittime del Killer della Scatola di Fiammiferi, la notte dopo aver parlato con Paula Steen.

      Fece diversi respiri profondi. Presto, si sentì di nuovo rilassata, e la sua coscienza cominciò a scivolare nel sonno.

      Ma poi …

      Era ancora soltanto una bambina.

      Era in un negozio di dolci con la mamma, che le stava comprando tanti dolci.

      Un uomo spaventoso, con indosso una calza sulla testa, si avvicinò a di lei.

      Puntò una pistola contro la mamma.

      “Dammi i tuoi soldi” le disse.

      Ma la donna era troppo spaventata per muoversi.

      L’uomo sparò alla mamma nel petto, e lei cadde proprio di fronte a Riley, che cominciò a gridare e si girò intorno, cercando qualcuno che l’aiutasse.

      Ma, improvvisamente, si ritrovò di nuovo nel bosco.

      Le mani delle donne si stavano ancora agitando fuori dalle tre fosse.

      Le voci stavano ancora gridando …

      “Aiutaci! Ti prego!”

      Poi, Riley sentì un’altra voce accanto a lei. Le sembrava familiare …

      “Le hai sentite, Riley. Hanno bisogno del tuo aiuto.”

      Riley si voltò e vide la mamma. Era proprio lì, con il petto insanguinato per la ferita causata dal colpo inferto dal proiettile. Il suo volto era mortalmente pallido.

      “Non posso aiutarle, mamma!” Riley gridò. “Sono soltanto una bambina!”

      La mamma sorrise.

      “No, non sei soltanto una bambina, Riley. Sei un’adulta. Voltati e guarda.”

      Riley si voltò e vide la sua immagine riflessa in uno specchio a figura intera.

      Era vero.

      Era una donna ora.

      E quelle voci la stavano ancora chiamando …

      “Aiutaci! Ti prego!”

      Riley si svegliò di soprassalto per la seconda volta.

      Stava tremando ancora più di prima, e annaspava per respirare.

      Ricordò una frase che Paula Steen le aveva detto.

      “Il killer di mia figlia non sarà mai consegnato alla giustizia.”

      Paula aveva anche detto …

      “Tanto per cominciare, non era un tuo caso.”

      Riley sentì un nuovo impulso in sé.

      Era vero: quello del Killer della Scatola di Fiammiferi non era mai stato un suo caso.

      Ma non poteva più lasciarlo irrisolto.

      Finalmente, il Killer della Scatola di Fiammiferi sarebbe stato consegnato alla giustizia.

      Adesso è un mio caso, pensò.

      CAPITOLO SETTE

      Riley non ebbe altri incubi quella notte, ma il suo sonno fu molto agitato. Sorprendentemente, era ben sveglia e motivata, quando si alzò il mattino seguente.

      Aveva del lavoro da fare quel giorno.

      Si vestì e scese di sotto. April e Jilly erano in cucina a fare la colazione che Gabriela aveva preparato per loro. Le ragazze sembravano tristi, ma non così devastate come erano apparse il giorno precedente.

      Riley vide che era stato apparecchiato un posto per lei a tavola, così si sedette e disse: “Quei pancake sembrano meravigliosi. Passatemeli, per favore.”

      Mentre mangiava la sua colazione e beveva il caffè, osservò le ragazze, che le parvero più allegre. Non menzionarono l’assenza di Ryan, ma chiacchierarono di altri ragazzi a scuola.

      Sono forti, pensò Riley.

      E in precedenza avevano avuto la loro serie di momenti brutti.

      Era sicura che avrebbero superato anche questa crisi con Ryan.

      Riley finì il suo caffè e disse: “Devo andare in ufficio.”

      Si alzò e baciò April sulla guancia, poi anche Jilly, che la incoraggiò: “Vai a prendere dei cattivi, mamma”.

      Riley sorrise.

      “Mi assicurerò di farlo, tesoro” rispose.

      *

      Giunta nel suo ufficio, Riley aprì i file sul computer dedicati al caso di venticinque anni prima. Mentre scorreva vecchi articoli di giornale, ricordò di averne letti alcuni, quando erano appena stati pubblicati. Era un’adolescente all’epoca, e il Killer della Scatola di Fiammiferi sembrava essere composto dal materiale di cui erano fatti gli incubi.

      Gli omicidi erano avvenuti lì in Virginia, vicino a Richmond, e tra un omicidio e l’altro erano trascorse solo tre settimane.

      Riley aprì una cartina e trovò Greybull, una cittadina raggiungibile dall’Interstate 64. Tilda Steen, l’ultima vittima, era vissuta e morta a Greybull. Gli altri due omicidi erano avvenuti nelle cittadine di Brinkley e Denison. Riley notò che tutte le località distavano circa 160 chilometri le une dalle altre.

      Riley chiuse la cartina e guardò di nuovo gli articoli dei giornali.

      Un titolo diceva …

      IL KILLER DELLA SCATOLA DI FIAMMIFERI RECLAMA UNA TERZA VITTIMA

      Sussultò leggermente.

      Sì, ricordò di aver letto quel titolo molti anni prima.

      L’articolo proseguiva con la descrizione del panico che quegli omicidi avevano scatenato in quella zona, specialmente tra le giovani donne.

      Secondo l’articolo, il pubblico e la polizia si facevano le stesse domande:

      Quando e dove il killer avrebbe colpito di nuovo?

      Chi sarebbe stata la sua prossima vittima?

      Ma non c’era stata una quarta vittima.

      Perché? Riley si chiese.

      Era una domanda a cui le forze dell’ordine non erano riuscite a rispondere.

      L’assassino era sembrato un serial killer, spietato e motivato, il tipo che avrebbe continuato ad uccidere finché non fosse stato catturato. Invece, era semplicemente scomparso. E la sua sparizione era stata misteriosa quanto gli stessi omicidi.

      Riley cominciò a leggere attentamente i vecchi registri della polizia, per rinfrescarsi la memoria.

      In ogni caso, le vittime non sembravano essere collegate. Il modus operandi del killer era lo stesso per tutti e tre gli omicidi. Aveva scelto delle giovani donne nei bar, le aveva portate in auto in un motel e le aveva uccise. Infine, ne aveva sepolto i corpi in fosse poco profonde, non molto lontano dalla scena del crimine.

      La polizia locale non aveva avuto alcuna difficoltà a localizzare i bar dove le vittime erano state scelte, e i motel in cui erano state uccise.

      Come alcuni serial killer fanno, aveva lasciato degli indizi per la polizia.

      Insieme ai corpi, aveva lasciato delle scatole di fiammiferi dei bar e della carta da lettere dei motel.

      Testimoni ai bar e motel erano persino riusciti a dare delle descrizioni piuttosto buone del sospettato.

      Riley


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