Una Amore Cosi’ Grande . Sophie Love
Meredith. “Ho iniziato mentre tu eri in Francia.” All’improvviso apparve intimidita. “Mi è piaciuto moltissimo il tuo articolo, comunque.”
“Oh,” disse lei. “Grazie. Sto cercando di andare oltre quella serie.”
“Quella serie? Vuoi dire gli articoli della Guru del Romanticismo?” La ragazza sgranò gli occhi. “Non puoi! Sono fantastici!”
Keira non ebbe il tempo di rispondere perché Elliot diede il via alla riunione.
Aveva lo stomaco stretto dall’ansia. Qualsiasi cosa avessero in mente per lei, avrebbe dovuto essere forte. Se non lo avesse voluto accettare, si sarebbe licenziata. Era semplice. Anche se ovviamente era più facile a dirsi che a farsi.
“Iniziamo con un bell’applauso a Meredith,” esordì Elliot. “Il suo articolo sull’e-tour dei graffiti di New York è stato un grande successo.”
Tutti applaudirono e Meredith si illuminò. Keira fu felice per lei. Quando aveva iniziato alla rivista, era stata sotto il comando di Joshua. Lui aveva fatto sentire tutti dei falliti. L’ambiente lavorativo era molto meglio in quel periodo, era molto più solidale.
Elliot continuò. “Poi credo che siate tutti interessati di sapere dove andrà la nostra Guru del Romanticismo per la nostra uscita speciale di dicembre.”
“In Lapponia?” disse uno dei nuovi assunti.
“Vediamo se può sedurre Babbo Natale,” aggiunse un ragazzetto dal volto pulito.
Tutti risero. Tutti tranne Keira.
“No,” rispose Elliot. “Abbiamo deciso di fare qualcosa di un po’ diverso.”
Ed eccolo lì. Il momento del verdetto. Ogni muscolo del corpo di Keira si tese.
“La manderemo a fare una crociera in Scandinavia. Questa volta, l’incarico sta nel dimostrare che qualcuno che sta soffrendo per la fine di una relazione può evitare una storia di ripiego. Questa volta, vogliamo che la nostra Guru non si innamori.”
Keira rimase sbalordita. Aveva le parole mi licenzio sulla punta della lingua, ma fu costretta a rimangiarsele.
“Impossibile,” disse il burlone dal volto pulito che aveva parlato prima. “Si innamorerà della sua guida turistica, e lo sapete tutti.”
La stava prendendo in giro, ovviamente, ma Keira era troppo sconvolta per prestargli attenzione.
“Ed è per questo che non assumeremo nessuna guida turistica,” aggiunse Elliot. Guardò Keira. “Hai quindici giorni. Oltre al percorso in nave, che ti porterà attraverso la Danimarca, la Finlandia e la Svezia, il resto sta a te. Viaggerai completamente da sola.”
Keira era senza parole. Mentre iniziava a prendere coscienza della situazione, sentì che le sue ansie svanivano. Quella volta non si aspettavano che mettesse in pericolo il suo cuore! Certo, avrebbe comunque dovuto scavare a fondo per rendere l’articolo personale, ma non c’era bisogno che mettesse in gioco i suoi sentimenti.
Il burlone aveva un’ultima osservazione arguta da regalare. “Quindi, in pratica deve solo scrivere un articolo di viaggio?”
Tutti scoppiarono a ridere. Ma Keira aveva una cosa sola da dire, solo una parola per descrivere quello che la sua mente stava immaginando: l’aurora boreale, i fiordi, le montagne innevate e una grande varietà di polpette! Alla fine riuscì a fiatare: “Wow.”
CAPITOLO CINQUE
Keira era al settimo cielo per la gioia mentre tornava a casa di Bryn dopo il lavoro, quella sera. Sua sorella non era ancora nell’appartamento, quindi non c’era nessuno a cui potesse raccontare le novità. Piuttosto, si infilò sotto il letto di Bryn alla ricerca della sua fidata borsa da viaggio, sorpresa della propria felicità all’idea di fare di nuovo le valigie. Era stata certa al cento per cento di non volerlo fare più, e invece eccola lì, entusiasta di viaggiare all’estero per lavoro ancora una volta.
Il suo telefono squillò per l’arrivo di un messaggio, e lei lo controllò, scoprendo che era di sua madre.
Che differenza c’è tra un cortado e un flat white?
Rise e chiamò il numero di Mallory. Non appena la madre rispose, iniziò a parlare di caffè, presumendo chiaramente che fosse quello il motivo della chiamata di Keira.
“Voglio dire, è solo la grandezza della tazza? Deve esserci qualcosa di più, no?” rifletté ad alta voce.
“Mamma, vado di nuovo all’estero,” disse Keira, senza prestare attenzione alla conversazione sul caffè.
“Davvero?” domandò Mallory, sembrando sorpresa. “Ma pensavo che avessi deciso di smettere con gli articoli della Guru del Romanticismo.”
“Era così,” spiegò Keira, sedendosi sul bordo del letto di Bryn con un breve sospiro. “Ma questo è diverso.”
“In che senso?”
“Il punto dell’articolo è che non mi devo innamorare di un ripiego questa volta. Voglio dire, è esattamente quello che mi serve, non credi? Un’occasione per lavorare su me stessa. Di stare da sola. Sto con un uomo o l’altro da troppo tempo, ormai.”
“Quando parti?”
“Domani. Tipico del Viatorum, non darmi più di un giorno di preavviso.”
Ci fu una breve pausa. “Beh, sono contenta per te, cara,” disse alla fine Mallory.
Keira colse nettamente un tono stranito nella sua voce. “Che c’è?”
“Niente,” protestò Mallory. “Ho solo detto che sono felice per te.”
“Sta per arrivare un ma…” disse Keira.
“No, invece no.”
“Sì, invece sì. Mamma, sono tua figlia da ventotto anni. Lo so quando stai per dire ma.”
Mallory sospirò. “Va bene. Stavo per dire: ‘Ma dove sarai per Natale?’”
“Ooh,” esclamò Keira, sollevata. Aveva temuto che la madre volesse farle qualche commento sul fatto che avrebbe potuto fallire l’incarico, che era destinata a innamorarsi dell’uomo sbagliato, che non si sarebbe mai sposata, non l’avrebbe mai resa nonna, e tutti quei discorsi lì. Con una risatina, la rassicurò: “Tornerò in tempo per il Natale.”
“Quindi questa volta è un viaggio breve?”
“Poco più di due settimane. Non hai niente di cui preoccuparti. Sarò presente alla Vigilia di Natale come sempre.”
“Bene,” rispose la madre. “Quindi tornando alla mia domanda. Quale è la differenza tra un cortado e un flat white?”
Keira scoppia a ridere. “Ciao, mamma. Ti voglio bene.”
Chiuse la chiamata e tornò a riempire la sua valigia. Vi impilò dentro i suoi vestiti più caldi, i maglioni e qualche sciarpa, delle calze particolarmente grosse e i leggings imbottiti. Poi aggiunse la sua borsa dei trucchi, i saponi, degli stivali impermeabili e una scorta di taccuini e penne.
A quel punto la porta si aprì, e udì sua sorella che gridava: “Sono a casa!”
Keira balzò in piedi e le corse incontro.
“Indovina un po’?” esclamò, mentre Bryn gettava le chiavi nella ciotola accanto alla porta e si sfilava le scarpe.
La sorella alzò lo sguardo. “Che cosa?”
“Vado in Scandinavia! Con una crociera!”
Bryn sgranò gli occhi. “Davvero? Wow! È fantastico.”
“E non mi devo neanche innamorare di nessuno.”
“Oh, bene. È esattamente quello che ti serve.”
Sembrava genuinamente