Ritorno a casa. Блейк Пирс

Ritorno a casa - Блейк Пирс


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      “Beh, ho scoperto che da queste parti manca poco perché fondino un fan club per Bo Luntz” disse Rhodes. “Non solo piace a tutti, ma alcune persone hanno anche espresso rammarico per non averlo conosciuto meglio.”

      “Con quanti sei riuscita a parlare?”

      “Ho setacciato tutte le case sulla via; quasi tutti erano al lavoro, naturalmente, ma sono riuscita a parlare con quattro persone, in tre case diverse. Hanno parlato tutti molto bene di lui. Una signora anziana, che abita a poche case dai Luntz, ha detto che Bo le aveva prestato la sua auto per tre settimane, dopo che lei aveva distrutto la sua e la sua compagnia di assicurazione le aveva fatto un tiro mancino. Così, senza tante storie, e la conosceva a malapena.”

      “E nessuno ha sentito o visto niente?” chiese Chloe.

      “Niente.”

      “Sembra un tema ricorrente, ormai” disse Chloe, pensando a quanto facilmente Danielle e suo padre fossero svaniti apparentemente nel nulla.

      Entrambe rimuginarono su questo, finché non arrivarono ad una semplice tavola calda a qualche chilometro di distanza, che a quanto pareva era specializzata in muffin senza glutine. Avevano lavorato insieme abbastanza a lungo ormai da avere la loro routine: entravano, ordinavano, andavano in bagno, poi si mettevano al tavolo per esaminare gli appunti del caso. Chloe a volte si meravigliava dei progressi che avevano fatto. Le sembrava ieri che Rhodes dava l’impressione di essere stizzita per essere stata assegnata a Chloe come partner. Questo, naturalmente, era stato prima che Chloe le avesse salvato la vita quando le avevano sparato, durante il loro primo caso insieme.

      Chloe sorseggiò il suo caffè nero, mentre Rhodes prese un sorso del suo latte al tè Chai. Insieme, iniziarono ad immergersi negli appunti, confrontandoli e aggiungendo il fatto che quella mattina non avevano ottenuto nulla dai vicini di casa e dai parenti.

      L’unica nuova certezza che Chloe aveva sembrava solida, ma le riusciva difficile spiegarla. “Mi sembra che possiamo escludere la moglie. Sua sorella dice che la polizia ha verificato il suo alibi e l’hanno vista lasciare il posto di lavoro alle diciassette e due minuti. La tempistica non è compatibile con l’omicidio.”

      Rhodes annuì, sfogliando i documenti che avevano sul caso. “Stimano che sia stato ucciso fra le quindici e trenta e le sedici e quarantacinque. I colleghi di Bo hanno riferito di averlo visto in ufficio fino alle quindici e trenta. Uno di loro ha riferito che Bo aveva accennato al fatto che sarebbe uscito prima, per fare qualcosa di speciale per il suo anniversario.”

      “Questo è strano. Sembra che l’assassino sapesse che sarebbe tornato a casa presto.”

      “Già, oppure l’assassino era già lì per qualche altra ragione e ha ucciso Bo perché spaventato e colto di sorpresa.”

      Si presero un momento per digerire quell’ipotesi. Chloe guardò la pioggia fuori dal locale, che ora cadeva con più costanza. “Sherry Luntz dice che nessuno al di fuori di lei o Bo aveva le chiavi di casa. Nessun parente, nessuna donna delle pulizie, nessun amico fidato, nessuno.”

      “E visto che non ci sono segni di effrazione...”

      Chloe sapeva dove voleva andare a parare. Era la conclusione più ovvia, ma, per qualche motivo, non era quella giusta. Tuttavia, lo disse comunque. “Dev’essere stato Bo a far entrare l’assassino. Anzi, forse sono arrivati a casa insieme.”

      “Un’amante, forse?”

      “L’hai detto tu, non io. Però... se quel pomeriggio aveva in mente qualcosa per il loro anniversario, mi sembra un po’ audace, non trovi?”

      “Oppure stupido.”

      “Sai, mi è appena venuto in mente qualcos’altro. Tutto quello che sappiamo sull’omicidio della prima vittima, Richard Wells, è una copia del caso di Bo Luntz. Calzino in bocca, colpito sulla testa. E gli omicidi sono avvenuti a due soli giorni di distanza l’uno dall’altro. Quindi, se facciamo i conti...”

      “Se facciamo i conti” completò Rhodes, “E non sono episodi isolati, ma collegati, e abbiamo a che fare con un serial killer, potrebbe esserci un’altra vittima nelle prossime ventiquattro ore.”

      “Forse è arrivato il momento di smettere di indagare su Luntz e vedere cosa riusciamo a scoprire sulla vittima numero uno.”

      “Sì, ma Anderson ha detto che non ha nessuno qui vicino” sottolineò Rhodes. “Né familiari né amici, nessuno.”

      “Esatto” disse Chloe, alzandosi. “Se vuoi la mia opinione, mi sembra il perfetto esempio di un uomo che sarebbe bravissimo a mantenere i segreti.”

      ***

      Telefonarono alla centrale prima di raggiungere Eastbrook. Poiché si trattava di un centro abitato così piccolo con un corpo di polizia limitato, una donna molto disponibile addetta all’archivio riuscì a inviare semplicemente via e-mail le copie digitali dei fascicoli del caso, senza che Chloe e Rhodes dovessero incontrare alcun agente. Per quanto riguardava Chloe, questa era un’ottima notizia. Preferiva di gran lunga lavorare a un caso senza l’aiuto della polizia locale. Certo, spesso si rivelava molto utile, ma i poliziotti tendevano anche ad essere fin troppo comprensivi con i loro concittadini, specialmente in sobborghi tanto piccoli.

      Erano a sei chilometri di distanza da Eastbrook, quando ricevettero i documenti. Rhodes li lesse mentre Chloe guidava. La pioggia si stava calmando, e il sole faceva capolino attraverso le nubi che si andavano diradando. Una nebbiolina fine si sollevava dall’asfalto davanti a loro.

      “Richard Wells, cinquantadue anni, residente a Eastbrook per la maggior parte della sua vita. La sua fedina penale è molto breve: due fermi per guida in stato di ebbrezza e un caso di mancata comparizione in tribunale. Come risultato, gli è stata sospesa la patente tre anni fa. La polizia locale ha contattato la sua ex moglie e, anche se è stata disponibile a rispondere alle domande, non è sembrata particolarmente turbata per l’omicidio. È l’unico nome nell’elenco delle persone da contattare in caso di emergenza.”

      “E vive a Rhode Island?”

      “Esatto.”

      “Wells era un appaltatore privato, giusto? Sappiamo il nome della sua società?”

      “Sì, e non è molto creativo. Wells Construction and Design, situata a Eastbrook.”

      Chloe stava per chiedere a Rhodes di inserire il nome nel navigatore, ma Rhodes lo stava già facendo. Questo le fece ricordare come Johnson avesse assicurato che una delle ragioni per cui aveva affidato a loro il caso era perché riteneva che sarebbe stato perfetto per loro. Chloe riteneva che lei e Rhodes stessero crescendo, come coppia di agenti, più di tutti gli altri usciti insieme a loro dall’accademia. Quando, come in quel momento, erano talmente in sintonia da sembrare telepatiche, non era difficile crederlo.

      Quando arrivarono nel piccolo ufficio della Wells Construction and Design, erano da poco passate le 11. L’ufficio era situato sula strada principale di Eastbrook, una cittadina che Chloe presumeva esistesse solo perché si trovava nelle immediate vicinanze di Baltimora. Era il tipo di centro urbano in cui la gente poteva fermarsi se aveva bisogno di fare benzina o di mangiare qualcosa prima di finire il viaggio. Chloe parcheggiò davanti all’edificio, preoccupata che potesse essere chiuso a causa della morte del proprietario. Invece trovò la porta d’ingresso aperta. L’ufficio consisteva in un grande spazio principale che era stato diviso con pareti in cubicoli. Una grande scrivania si trovava nella parte anteriore, posizionata a forma di L, in modo che la donna che stava dietro di essa potesse accogliere le persone che entravano dalla porta.

      Quest’ultima alzò lo sguardo su Chloe e Rhodes, con sguardo annoiato. Chloe immaginava che dovesse essere strano per una piccola impresa provare a tirare avanti dopo che l’omonimo fondatore era stato brutalmente assassinato.

      “Posso esservi d’aiuto, ragazze?” chiese la donna.

      “In effetti, sì” disse Chloe. Fece le presentazioni e sia lei che Rhodes mostrarono il tesserino di riconoscimento. “Stiamo indagando sull’omicidio


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