Autodisciplina Per Perdere Peso: La Verità Poco Attraente Del Perché Le Diete NON Funzionano. Jimmy Gundry

Autodisciplina Per Perdere Peso: La Verità Poco Attraente Del Perché Le Diete NON Funzionano - Jimmy Gundry


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obesi.

      • Non riuscite a perdere peso nemmeno quando aumentate l’attività fisica e seguite una dieta per diversi mesi.

      I geni hanno probabilmente poca influenza nel caso in cui vi rispecchiate in tutte o quasi le seguenti caratteristiche:

      • Siete fortemente influenzati dalla disponibilità di cibo.

      • Siete moderatamente in sovrappeso, ma siete in grado di perdere il peso in eccesso quando seguite un programma di dieta ed attività fisica.

      • Riacquistate il peso perso quando cambiate il vostro piano alimentare e di esercizio, o quando perite di problematiche sociali o psicologiche.

      Tali circostanze suggeriscono che possiate avere una predisposizione genetica ad essere in sovrappeso, ma l’influenza del fattore genetico non è tale da non poter essere superata tramite l’impegno. Ciò significa pertanto che nonostante l’impatto che i geni sono in grado di avere sul vostro peso corporeo, il contesto, le abitudini alimentari e l’esercizio fisico possono fare in modo che dimagriate.

      2) Dipendenza da cibo

      Diversi tipi di cibo spazzatura e ad alto contenuto di zucchero sono il motivo per il quale le persone ingrassano. Tali tipi di cibo stimolano l’area del cervello che regola le ricompense, il che rende ancora più semplice diventare dipendenti dal cibo. Tale meccanismo fa sembrare impossibile dimagrire e mangiare in modo sano.

      La dipendenza da cibo rappresenta un problema serio, ed è uno dei motivi per i quali molte persone, nonostante si sforzino, non sono in grado di controllarsi in presenza di un particolare tipo di cibo.

       Effetti sul cervello

      La dipendenza da cibo coinvolge diverse aree del cervello, similmente a quella da droghe. Influisce sui medesimi neurotrasmettitori e provoca gli stessi sintomi. I cibi spazzatura e quelli ad alto contenuto di zuccheri agiscono in modo molto efficace sul centro della ricompensa del cervello. La sensazione che i neurotrasmettitori generano corrisponde al rilascio di dopamina. È importante sottolineare che la mancanza di impegno e forza di volontà non causano la dipendenza da cibo, ma rappresentano un segnale dopaminergico che influenza la biochimica del cervello.

      La dipendenza è una problematica complessa, che può essere abbastanza difficile da superare. Quando si diventa dipendenti dal cibo si perde la libertà di scelta, e la biochimica del cervello prende il sopravvento.

      Com’è quindi possibile capire se si è dipendenti dal cibo?

      • Si hanno voglie frequenti di cibi particolari, nonostante si abbia appena terminato un pranzo salutare e ci si senta sazi.

      • Quando si consumano i cibi desiderati si tende a mangiarne di più del necessario.

      • A volte nel mangiare si soddisfano le voglie e si finisce per essere estremamente pieni.

      • Ci si sente in colpa dopo aver mangiato certi cibi, ma ci si ritrova a consumarli ripetutamente.

      • Si finisce per trovare delle scuse con sé stessi a supporto del motivo per il quale non si dovrebbe mangiare il cibo che si desidera.

      • Si tenta ripetutamente ma invano di smettere di consumare certi cibi.

      • Spesso ci si nasconde quando si consumano cibi insalubri.

      • Non si è in grado di controllarsi quando si stanno consumando cibi malsani, nonostante si sia consapevoli del fatto che essi potrebbero far ingrassare.

      Se vi rispecchiate in almeno quattro o cinque degli aspetti sopra elencati, allora potreste avere una seria dipendenza da cibo. Nel caso in cui accusaste sei o più sintomi, è allora probabile che siate dipendenti dal cibo.

      La dipendenza da cibo è in grado di causare seri danni fisici, oltre che impattare l’immagine di sé e l’autostima alla persona.

      3) Insulina

      L’insulina è un ormone essenziale il quale regola, fra le altre cose, lo stoccaggio dell’energia. È inoltre responsabile dell’aumento dell’assorbimento del glucosio da parte di quasi tutte le cellule del corpo fra cui il grasso, il muscolo e le cellule epatiche. Le nostre cellule richiedono glucosio ad uso carburante. Se le calorie che consumiamo sono maggiori di quelle che bruciamo, finiamo ad immagazzinare più glucosio di quello che bruciamo.

      Le cellule epatiche e quelle dei muscoli immagazzinano il glucosio in più in forma di glicogeno, ovvero una variante più densa e compatta di glucosio. Le cellule adipose finiscono con l’immagazzinare il glucosio in eccesso in forma di grasso. Le diete moderne promuovono l’insulinoresistenza nel caso di soggetti obesi e sovrappeso. Ciò fa sì che i livelli di insulina aumentino in tutto il corpo, il che porta le cellule adipose ad immagazzinare l’energia invece di utilizzarla.

      Quando le cellule epatiche, muscolari e lipidiche non sono in grado di assimilare il glucosio proveniente dal cibo consumato, ciò porta il corpo ad assumere una forma innaturale di perdita ed aumento di peso. Il processo di immagazzinamento del glucosio in eccesso in forma di glicogeno o grasso da parte delle cellule fa in modo che si ingrassi significativamente. Mentre il ruolo dell’insulina è abbastanza controverso, diversi studi hanno dimostrato che un aumento dei livelli di insulina gioca un ruolo causale nei casi di sovrappeso e obesità.

      Uno dei modi migliori per ridurre i livelli d’insulina consiste nel cercare di limitare l’apporto di carboidrati raffinati e semplici, aumentando invece quello delle fibre. Ciò modererà automaticamente l’assimilazione delle calorie, rendendo la perdita di peso un processo non troppo impegnativo.

      4) Leptino-resistenza

      La leptina è un altro ormone essenziale che ricopre un ruolo importante nell’obesità. Viene generato dalle cellule lipidiche, e la sua funzione principale è quella di regolare ed alterare il dispendio di energia e l’assorbimento di cibo sul lungo termine. La funzione fondamentale della leptina è consentire al corpo di mantenere il proprio peso. In quanto generata dalle cellule lipidiche, la quantità di leptina è direttamente collegata alla massa grassa.

      Se il corpo aggiunge del grasso, il livello di leptina aumenta di conseguenza. Se la massa grassa diminuisce, allo stesso modo fanno i livelli di leptina.

       Che cosa fa la leptina?

      La leptina è anche definita l’ormone della sazietà. Aiuta a regolare il bilancio energetico e ad inibire la fame, assistendo il corpo nel non scatenare risposte alla fame quando non richiede energia. Quando invece il livello di leptina scende, cosa che tende ad accadere in caso di perdita di peso, il soggetto si ritroverà a provare molte più voglie ed appetito. Tale meccanismo farà in modo che la perdita di peso risulti più difficoltosa.

       Quindi come fa la resistenza alla leptina a causare l’aumento di peso?

      Il corpo acquisisce la resistenza alla leptina nel momento in cui non risponde più all’ormone stesso. Le persone in sovrappeso o obese hanno molto grasso corporeo immagazzinato nelle cellule lipidiche. Poiché la leptina viene prodotta da queste ultime in proporzione alla corporatura del soggetto, nelle persone in sovrappeso o obese i livelli di leptina sono alti.

      Poiché lo scopo della leptina è quello di controllare la sazietà, dovrebbe aiutare le persone obese a limitare naturalmente il loro consumo di cibo. In altre parole i livelli di leptina rendono possibile al cervello riconoscere quando il corpo ha immagazzinato la quantità sufficiente di energia. Ciononostante, tale segnale non funziona nel caso di persone in sovrappeso o obese. In tal caso l’ormone della leptina potrebbe essere presente, ma il cervello non lo riconosce. Tale condizione viene definita leptino-resistenza.

      Quando il cervello non riceve il segnale della sazietà da parte dell’ormone della leptina, è portato a pensare erroneamente che il corpo abbia fame nonostante all’interno delle cellule sia presente la necessaria quantità di energia. Ciò fa in modo che il cervello modifichi il proprio comportamento, ritenendo di dover riacquisire grasso corporeo prima che sia “troppo tardi”. Il cervello fa quindi in modo che:

      • Si mangi di più: il cervello finisce con il pensare che si debba mangiare tutto il tempo per evitar di restare


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