Se Questo È Amore. Amanda Mariel

Se Questo È Amore - Amanda Mariel


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suo silenzio. “Ho assunto un informatore” rispose.

      Lui l’afferrò per un braccio e cominciò a trascinarla verso un vicolo più o meno illuminato: “Andiamo, la mia carrozza è nascosta qui dietro! Vi accompagno a casa”

      Lei cercò di essere adorabile: “Benissimo, così per strada possiamo trovare un accordo!“ disse, rivolgendogli un bel sorriso.

      “Per strada avrete solo il tempo di riflettere sui vostri peccati e sulla punizione che vi darà vostro fratello!” esclamò lui, con durezza. Da gentleman, attese che il cocchiere abbassasse la scaletta per far salire la signora, rimanendo dietro di lei, mentre Hannah si accomodava in carrozza.

      Hannah appoggiò le mani in grembo e si mise a guardare fuori del finestrino. Doveva assolutamente trovare il modo per convincerlo a non spifferare tutto a Seth. Ma come? La carrozza partì, e il rumore degli zoccoli dei cavalli echeggiò nei vicoli bui. “Mi assicurerò che entriate in casa, e poi parlerò subito con vostro fratello.” continuò a minacciarla lui.

      Lei si voltò verso Ramsbury: “Non lo trovo necessario. Di sicuro possiamo trovare un accordo tra noi” Mise il broncio, come una bambina.

      “E inutile che fate quel muso! Non vi porterà da nessuna parte, milady – esclamò lui, calcando bene l’ultima parola. “Ed è ancora più inutile che mi preghiate, risparmiate le forze!”

      “Allora, potremmo provare a ragionarci sopra! – esclamò Hannah, fiondandosi sul sedile accanto a lui. – Non potete biasimarmi per il mio desiderio di vedere giocare Talon! E’ una leggenda vivente!” Si avvicinò di più, fino a sfiorargli la coscia con una delle sue gambe, mentre lo guardava fisso negli occhi. “E scommetto che eravate lì anche voi per lo stesso motivo…”

      “Non potete paragonare quello che faccio io con quello che fate voi!“ esclamò lui, punto sul vivo.

      “E perché?– chiese lei, con gli occhi sgranati per la meraviglia.

      “Perché no! Io sono un uomo e sono in grado di difendermi!” rispose Ramsbury, molto nervoso.

      Hannah si scostò la brutta giacca e gli mostrò la pistolina che teneva legata alla cintura: “Se è per questo, anch’io!” esclamò.

      Gli occhi verdi dell’uomo si scurirono per quella brutta sorpresa: “E vostro fratello lo sa che andate in giro con una pistola?” chiese, allarmato.

      “Certo!” rispose lei con nonchalance, come se ogni signora della buona società ne possedesse una!

      Ramsbury le strappò la pistola dalla cinta e la rimirò tra le mani: “E dove l’avete presa?”

      “Era di mio padre. Me la regalò prima di morire – rispose Hannah, soddisfatto di averlo scioccato – mi stava insegnando ad usarla.”

      Ramsbury la guardò, e Hannah si sentì pervadere da un certo senso di calore. Avrebbe giurato che dalle sue parole traspariva una certa ammirazione, mischiata alla sorpresa. Magari, era riuscito a colpirlo?

      “E voi, avete imparato a sparare?” mormorò lui, carezzando con un dito la bella impugnatura d’avorio.

      “Ridatemela e ve lo dimostrerò!” disse lei, riprendendosi la sua pistola.

      Ramsbury si mise a ridere, spostando la canna dell’arma fuori dalla sua portata: “Sì, ma non stasera contro di me, mia cara volpina!”

      Hannah si unì alle sue risate: “Magari da stasera è nata una bella amicizia!” esclamò, speranzosa.

      Ramsbury smise subito di ridere, e il suo viso cambiò completamente espressione, tornando serio. “Non credo proprio!” esclamò.

      “Io invece sì – disse, sorniona Hannah, lisciandosi le mani sui calzoni – Perché non aprite un po’ il cuore e mi siete amico, almeno per questa volta?”

      Lui scosse vigorosamente il capo, ma lei continuò ad insistere: “Vedete, Ramsbury, ormai il danno è fatto! A che servirebbe renderlo pubblico?” Provò a fargli gli occhioni, mentre lui se ne stava lì a riflettere. Continuò, con sempre più speranza: “ E si vi dessi la mia parola che d’ora in poi me ne starò lontana da Seven Dials?”

      L’uomo si massaggiò la mascella, con nervosismo: “Credo che me ne pentirò!” sussurrò.

      “Allora è un sì?” esclamò lei, raggiante e ormai sicura della sua vittoria.

      “A due condizioni.” esclamò Ramsbury, strappandole di nuovo la pistola di mano e appoggiandola sul sedile di cuoio accanto a lui. Ma continuò a tenerla salda per l’impugnatura. “La prima è che voi da ora in poi giriate alla larga da Seven Dials. La seconda è che stanotte ve ne rimaniate buona buona a casa.”

      “Fatto!” esclamò felice Hannah. Poi, guardando fuori dal finestrino. “Avete la mia parola sulla prima condizione, e a quanto pare sto per soddisfare la seconda. Siamo arrivati!“ disse.

      Ramsbury le restituì la pistola. “Perché mi sento come se avessi fatto un patto col diavolo?” mormorò.

      Lei sorrise, mentre si rimetteva la pistola alla cintura: “Non vi avvicinate troppo a casa. E’ meglio che scenda qui e mi avvii a piedi .” disse.

      Ramsbury scosse il capo: “Assolutamente no!”

      Lei si voltò con un guizzo verso di lui: “C’è il rischio che Seth ci veda, se vi avvicinate troppo. E cosa gli direte, quando vi chiederà perché stiamo insieme?”

      “Maledizione! – convenne l’uomo, picchiettando col bastone sul tettuccio della carrozza, per dare ordine al cocchiere di fermarsi – mi sto già pentendo del nostro accordo!”

      Hannah si alzò e aprì la portiera: “Oh, smettetela di agitarvi! Vi ho dato la mia parola, no?” Saltò giù. Un attimo dopo, Ramsbury era alle sue calcagna.

      “Ma che cosa state facendo?” esclamò lei, sorpresa e infuriata.

      “Mi assicuro della vostra buona fede!“ esclamò lui, afferrandola per un braccio.

      Hannah guardò verso la casa, poi si girò accigliata: “Non direte mica sul serio!”

      “Assolutamente! Sono curioso di vedere come entrerete in casa senza farvi scoprire da vostro fratello!“ ribatté lui, guardando a sua volta la bella magione.

      “Nello stesso modo in cui sono uscita! – disse lei – Grazie a un albero che cresce vicino casa e che arriva proprio alla finestra della mia camera da letto!” Socchiuse gli occhi, guardandolo con aria di sfida. “Volete seguirmi fin lassù e rimboccarmi le lenzuola?”

      “Non siate ridicola!” esclamò Ramsbury, allontanandosi di colpo da lei . “Ma mi assicurerò che non vi rompiate l’osso del collo, mentre vi arrampicate!”

      “Come volete! “ esclamò Hannah, e si mise a correre giù per il prato. Gli aveva promesso che avrebbe rispettato l’accordo, ma non che avrebbe giocato secondo le sue regole! Se proprio voleva tallonarla, almeno gli avrebbe fatto sudare sette camicie!

      Raggiunto l’albero, Hannah si arrampicò su per il tronco e poi si afferrò ad uno dei rami. Non guardò giù, mentre saliva fino alla finestra della sua camera da letto. Quando riuscì ad arrivare al cornicione, vide Ramsbury in piedi accanto al tronco dell’albero che la fissava. Non se ne curò, e prese a camminare rasente il muro di pietra, fino al balcone della sua stanza da letto. Come le sarebbe piaciuto vedere la faccia di Ramsbury, in quel momento! Ma non poteva permettersi di correre un pericolo, solo per guardare giù. Il cornicione era troppo stretto, e le permetteva solo di camminare lentamente appoggiandosi con la schiena, e la faccia rivolta verso l’alto.

      Riuscì ad arrivare alla ringhiera del balcone e vi si aggrappò con tutte le sue forze. Poi la scavalcò e finalmente poggiò i piedi al sicuro, sul pavimento. Sollevata, si sporse


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