Mai Sfidare Il Cuore. Amy Blankenship

Mai Sfidare Il Cuore - Amy Blankenship


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«No! Io… ecco, beh…» iniziò, infastidito dal suo stesso balbettare, e si sforzò di calmarsi e darsi un contegno. «Sono solo uscito perché non volevo dare fastidio a Kyoko.» disse con tono saggio, sperando che suo fratello fosse d’accordo.

      Toya ringhiò dal profondo della sua gola: «Voglio proprio sapere come ha fatto ad ubriacarsi. Adesso vado a chiederglielo.». Fece per entrare ma Shinbe lo afferrò per un braccio, facendolo fermare. Toya guardò la mano che lo tratteneva, chiedendosi che avesse in mente suo fratello.

      Shinbe vide le scintille argentate nei suoi occhi e lo lasciò andare; poi, con voce ferma, si azzardò a dire: «Fossi in te, aspetterei… se non vuoi sentire il sapore del pavimento.». Nascose un ghigno quando capì che Toya stava ricordando quando Kyoko gli aveva lanciato l’incantesimo.

      Toya lo guardò storto, poi voltò le spalle alla porta borbottando: «E lei avrebbe dovuto fare attenzione, tanto per cominciare.». All’improvviso sentì un dolore alla testa e fece una smorfia, Suki era uscita e lo aveva colpito con la baionetta.

      «Ahi, ma che ho fatto?» le chiese, lanciandole un’occhiataccia.

      Suki lo guardò come per dire “Lo sai a cosa mi riferisco.” e rispose: «Non essere iperprotettivo.», poi ricambiò l’occhiataccia, sapendo che non avrebbe reagito. «Kyoko mi ha detto cos’è successo ieri sera.» continuò, e Shinbe vide tutta la vita passargli davanti agli occhi. Smise di respirare e si preparò ad essere ucciso da Toya.

      Ma Suki aggiunse: «I suoi amici l’hanno portata a una festa dove servivano alcolici. Non ha bevuto nulla, ha solo mangiato della frutta e poi ha scoperto che era stata lasciata a macerare nell’alcol. Ma, a quel punto, era già ubriaca.».

      Toya ringhiò e si voltò, pronto ad andare a rimproverare Kyoko per la sua stupidità, ma ricevette un altro colpo da Suki.

      «Lasciala in pace, si è appena rimessa a dormire. E non credo che oggi potrà andare da qualche parte, perciò lasciamola riposare. Possiamo cercare il cristallo senza di lei, per un giorno.» disse Suki, poi si voltò a guardare Shinbe, chiedendosi perché si comportasse in modo così strano. Di solito la palpava almeno dieci volte, la mattina. «Shinbe, tutto bene oggi?» gli domandò, avvicinandosi e scrutando il suo volto pallido e i suoi occhi leggermente lucidi.

      Shinbe si riprese quando si accorse che Suki lo stava fissando. Fece subito un passo indietro, poi si ricordò di quello che lei aveva detto. Sospirò scuotendo la testa e rispose: «In realtà no, non mi sento molto bene.». Non c’era bisogno di fingere perché, turbato com’era, gli sembrava di star impazzendo.

      Toya arricciò il naso e disse: «Già, hai una pessima cera. Forse è meglio se rimani a sorvegliare Kyoko.», poi restrinse lo sguardo e aggiunse: «Ma, se la tocchi, lei me lo dirà.». Sapendo che suo fratello aveva sentito l’avvertimento forte e chiaro, si voltò verso Suki e le chiese: «Entri tu a chiamare Kamui o vado io?», non volendo saggiare di nuovo la sua baionetta sulla testa.

      Suki scrollò le spalle e rispose: «Vado io. Tu…» gli puntò un dito al petto, «… aspetta qui.».

      Shinbe represse una risata, ricordandosi di fingere che non stava bene. Come gli era venuto in mente? Toya, ovviamente, sapeva che i guardiani non si ammalano… o almeno non era mai successo. E poi… l’idea di stare da solo con Kyoko tutto il giorno… beh, quella tentazione era davvero troppo.

      Toya osservò stizzito mentre Suki entrava per chiamare Kamui. Nel giro di un paio di minuti, Kaen si unì a loro, affacciandosi dalla porta. Shinbe sapeva che Kaen avrebbe badato a Kamui se ci fossero stati dei problemi. “Un guardiano che ha una guardia del corpo”… è così che lo prendeva in giro.

      Il gruppo si allontanò e Shinbe sentì il proprio corpo e la propria mente rilassarsi per la prima volta, quella mattina. Sospirando, si voltò e rientrò nella capanna.

      Kyoko si mosse nel sonno, la sua mente era ritornata alla sera prima. Era alla festa e voleva passare quel po’ di tempo che aveva con Tasuki. Le mancava molto perché questo mondo le portava via molto più tempo. Era così presa da accorgersi troppo tardi che la frutta era stata macerata nell’alcol. Mise il broncio, chiedendosi se Tasuki lo sapesse.

      Non ricordava molto di quando aveva attraversato il portale , né di quando era tornata all’accampamento. Però ricordava una parte del sogno che aveva avuto… con Shinbe. La sua mente continuava a lavorare, non importava se lei fosse sveglia o dormisse.

      Le era sempre piaciuto Shinbe perché era il più divertente dei guardiani e riusciva a farla ridere anche senza volerlo. Non era il tipo di ragazzo che si sarebbe accontentato di una sola donna. Ovviamente aveva i suoi difetti ma, ultimamente, lei aveva iniziato a vederlo in una luce diversa.

      Kyoko continuava a girarsi nel sonno, non era giusto. Lei amava profondamente Toya, ma lui dimostrava di rado di ricambiare i suoi sentimenti. Con Shinbe, invece, era tutta un’altra storia. Toya la rimproverava anche per le sciocchezze, mentre lui cercava sempre di farla stare meglio.

      Più Toya si comportava male, più sembrava che Shinbe diventasse gentile, ma non andava oltre l’amicizia. A volte pensava a lui, e forse era stata questa la causa che l’aveva portata a fare quel sogno. Fino a quella sera, aveva sempre sognato cose entro il limite del sensato, mentre l’ultimo sogno era fuori controllo.

      Lei sapeva che Toya la amava a modo suo e che, probabilmente, sarebbe anche morto per lei, eppure si rifiutava di mostrarle i suoi veri sentimenti. Sapeva che l’arrabbiarsi e il rimproverarla erano solo un modo per non dare a vedere che teneva a lei. A volte nascondeva i suoi sentimenti così bene da sembrare quasi credibile. E adesso lei si ritrovava a confrontare i due uomini. Trascorreva sempre del tempo con Shinbe e Toya, ed entrambi avevano i loro pregi e difetti.

      I sogni in cui Toya la baciava erano dolci e teneri, talvolta eccitanti. Con Shinbe, invece, era diverso. Molto diverso. Quando sognava lui, si sentiva una donna. In quei sogni, lui la baciava in posti inimmaginabili e le faceva cose che non credeva potessero essere così belle.

      Ma erano soltanto sogni… Kyoko sospirò e si rannicchiò, rabbrividendo al ricordo del sogno della notte scorsa… i loro corpi tremavano mentre facevano l’amore follemente. Sognando Shinbe in quel modo le sembrava quasi di tradire Toya.

      “No!” pensò, “Toya non è il mio ragazzo. Finché rimane tutto nella mia mente, posso pensare quello che voglio… e la cosa vale anche per i sogni.”.

      Quando si svegliò, si sentiva come se stesse per sciogliersi. Quando lo aveva visto appoggiato al muro come se niente fosse, aveva avuto la conferma che si era trattato solo di un sogno. Che cosa stava succedendo nella sua testa? Doveva darsi una calmata. Shinbe non avrebbe mai potuto amare una ragazzina inesperta come lei. Lui era un uomo di mondo che, probabilmente, aveva conquistato più donne in una notte di quante lei potesse contare su entrambe le mani. Strizzò gli occhi, rifiutandosi di pensare oltre.

      Shinbe era rientrato nella capanna rilassato e tranquillo… finché non aveva visto Kyoko che dormiva. Si era fermato ed era rimasto lì a guardarla per qualche minuto. La vide rabbrividire e si chiese perché non aveva la coperta che le aveva sistemato la scorsa notte. Guardò meglio e capì che l’aveva spinta via quando aveva discusso con Toya.

      Si avvicinò in silenzio per sistemargliela di nuovo e rimase accanto a lei. “Perché devo sentirmi così?” sospirò mentre si sedeva a terra, appoggiandosi al muro. Conosceva la risposta… “Shinbe, il ragazzo che tutti prendono in giro sulle donne, è innamorato di una ragazza di un’altra era.”.

      La guardò con desiderio e serrò le labbra, Kyoko lo avrebbe ucciso quando avrebbe scoperto che non si era trattato di un sogno. Anche Toya lo avrebbe ucciso. Ma sarebbe stato possibile morire due volte per un crimine del genere?

      Scuotendo le spalle, sospirò di nuovo, “Secondo Toya sì.”. Kyoko era innamorata del suo irascibile fratello e lui sentiva il senso di colpa scorrergli lungo la spina dorsale. Perché era innamorata di una persona che la trattava sempre male? Lui l’avrebbe amata con tutto se stesso. Forse era vittima di una maledizione, non si sarebbe meravigliato. Dopotutto, Kyoko aveva raccontato di suo nonno e di quanto credesse alle maledizioni e ai demoni. “Accidenti a Toya.”. Shinbe alzò lo sguardo e vide che si era


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