Bugie Di Famiglia. Dawn Brower

Bugie Di Famiglia - Dawn Brower


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accorse che non c’era più Cooper alla reception, ma una giovane donna con i capelli corti e gli occhi viola, che la salutò calorosamente: “Salve, sono Olivia. Come posso esserti utile?”

      Ametista rimase profondamente delusa. Non avrebbe potuto chiedere aiuto a Cooper. Non era così grave, ma non poteva negare di essere attratta da lui. Anzi, a dirla tutta, moriva dalla voglia di vederlo!

      “Salve, cercavo Cooper!” disse.

      Olivia la fissò con un sorriso: “Capisco. Mi spiace, ma Cooper ha avuto un’emergenza con suo padre e quindi lo sostituisco io. Sei un’ospite registrata?”

      “Oh, sì…sono Ametista Keane, stanza tredici. Volevo avvertire che domani verrà mia madre a farmi visita. Si chiama Leonessa Keane. Puoi dare disposizioni che, se non ci sono, abbia la chiave della mia stanza?”

      “Certo! Ne prenderò nota sul pc. C’è altro?” rispose Olivia, mentre già batteva l’informazione sulla tastiera.

      Voleva saperne di più sulla faccenda di Cooper e suo padre, e quindi chiese di botto:

      “So che non sono affari miei, ma che problemi ha il padre di Cooper?” Abbassò il capo. “Ti prego di perdonare la mia curiosità, sono una maleducata!”

      Olivia agitò la mano con gesto rassicurante:

      “Sono sicura che il signor Marchant stia bene. Si è ritirato in pensione l’anno scorso, dopo la morte della moglie e ora vive da solo a Ghost Peak. Credo sia rimasto bloccato sul tetto della sua casa. Il vento gli ha buttato giù la scala, o qualcosa del genere. Per fortuna aveva il cellulare in tasca e ha potuto chiamare Cooper.”

      Ghost Peak? Questo sì, che era interessante! “Ghost Peak! Che strano nome! Perché si chiama così?”

      “Dicono che sia dove Easton Hill si sia dichiarato a Marianne Trenton. Sembra che fantasma di Easton appaia anche lì ogni anno, come in questo albergo!”

      Ametista sentì l’eccitazione crescere in lei: aveva sentito di alcune storie di fantasmi, in città, e per questo si era recata in quella zona desolata! Avrebbe voluto assillare Olivia, con le sue domande, ma si trattenne: “Wow! Interessante! E pensi che il signor Marchant mi lascerebbe fare un giro da quelle parti?”

      Olivia annuì: “Certo. Non vedo perché non dovrebbe. Ama molto la compagnia, perché sta quasi sempre solo con il suo golden retrevier e con Cooper, che va spesso a trovarlo. E poi c’è la tomba di Molly. Penso che gli farebbe piacere avere un po’ di compagnia.”

      A questo punto Ametista non riuscì più a contenersi , e le domande cominciarono a uscirle a getto continuo dalla bocca:

      “Splendido! Pensi che possa andarci stasera? Devo prima fargli una telefonata? Come si arriva a Ghost Peak?”

      La fragorosa risata di Olivia, che si teneva ormai la mano sul petto per il troppo ridere, echeggiò per la hall:

      “No, no, basta uscire e andare. Credo che Cooper sia ancora lì. Aspetta, che ti scrivo come arrivare. E’ una bella passeggiata, ma ne vale la pena perché il panorama è mozzafiato!” disse alla fine.

      Le scrisse tutto su un pezzetto di carta. La passeggiata che aveva programmato prima era finita una schifo, ma a volte è meglio non fare programmi. Grazie ad Olivia, forse ora aveva un posto migliore dove andare. Magari, riusciva anche a tornarsene prima a casa e ad abbreviare la sua vacanza! Tanto, ormai, sua madre le sarebbe rimasta attaccata alle costole…

      Avrebbe pensato al “problema mamma” l’indomani, al suo arrivo. Non aveva voglia di avvertire ora l’albergo, c’erano cose più interessanti da fare. Stava per conoscere il mistero di Easton Hill! Bruciava dalla voglia di vedere coi suoi occhi il posto in cui il fantasma aveva chiesto la mano della sua Marianne…

      Olivia le porse il foglietto con le istruzioni: “Ecco qui, ti ho scritto tutto. Buona passeggiata… e in bocca a lupo!” le augurò.

      Ametista le fece un largo sorriso: “Ti sono molto grata, Olivia. Passa un buon pomeriggio!” Quindi si voltò e uscì dall’albergo. Niente di meglio che una bella favola come quella, per farle battere il cuore e metterle le ali ai piedi, mentre percorreva la strada che le aveva indicato Olivia! Presto avrebbe cominciato a raccogliere informazioni e avrebbe scoperto cosa c’era di vero, in questa storia d’amore tra fantasmi!

      CAPITOLO QUARTO

      Cooper aveva appena finito di riporre la sacca degli attrezzi nel capanno, che vide spuntare Ametista sul vialetto davanti casa. Si fermò un attimo ad ammirare la sua bellezza, mentre il vento le scompigliava i capelli. Ogni tentativo di tenere legati i capelli era stato vanificato dalla forte brezza. Tutti i riccioli neri ormai le facevano da cornice al viso in modo disordinato… ed estremamente attraente, mentre lei faceva i gradini che portavano sul portico. Cosa diavolo l’aveva trascinata lì?

      In cuor suo sperò di aver trovato la ragazza che desiderava da tempo. Comunque sia, lo avrebbe saputo presto. Ma Cooper lo sentiva nell’anima: Ametista era una ragazza speciale!

      Saliti i pochi gradini, Ametista bussò alla porta. Cooper vide suo padre, Roman, aprirle e salutarla con un sorriso. Il vecchio stava andando bene, e forse sarebbe riuscito a trovare una parvenza di serenità, dopo la morte della moglie. La mamma, purtroppo, si era ammalata di cancro e aveva combattuto a lungo, prima di perdere la sua battaglia un anno prima. La sua morte aveva devastato l’uomo. I capelli gli erano diventati grigi in un momento e negli occhi blu si portava appresso un alone di tristezza che Cooper non gli aveva mai visto prima. Gli ci era voluto molto tempo, per riprendersi.

      Da bravo figlio, aveva fatto di tutto per aiutare il migliore amico di suo padre, Nicholas Drake, a soggiornare per l’estate nella piccola città. Dopo essersi infortunato sul lavoro, Nicholas cercava un posto tranquillo dove farsi la convalescenza, e quale posto migliore di North Point? Sarebbe dovuto arrivare di lì a breve.

      Entrò in casa dalla porta sul retro; attraversò tutta la cucina e poi si diresse verso l’ingresso, dove sentì suo padre che parlava:

      “No, no, nessun disturbo! Prego, entra. Non ricevo molte visite, soprattutto di ragazze belle come te!”

      Cooper approfittò di quel momento per farsi vedere: “Chi è, papà?” chiese, falsamente.

      Altrettanto falsamente il vecchio si portò una mano al cuore, con aria teatrale: “Oh Dio, Cooper, non devi entrare così di sorpresa! Potresti far venire un infarto al tuo vecchio padre!”

      Lui lo guardò, con aria ironica: “Ma chi, a te?” Scoccò uno sguardo veloce ad Ametista. “ E smettila, che non sei affatto vecchio!” Con la coda dell’occhio vide la ragazza che si guardava i piedi, mentre scambiava battute con suo padre. Dio, com’era bella! Lei si stava mordicchiando il labbro inferiore per l’ansia.

      “Ehi, Ametista, che ci fai qui?” le chiese, come se la notasse solo in quel momento.

      Lei lo guardò: “Volevo farmi un giro per Ghost Peak Island. Però non so precisamente dove si trova.” mentì.

      “Come, voi due vi conoscete?” chiese, con aria confusa, suo padre.

      “Sì, papà. Ametista è ospite all’albergo. Ci siamo conosciuti oggi alla reception.”

      Roman la guardò con aria estasiata: “Ahhh, hai un ottimo gusto, mia cara! Trenton Hill Inn è il posto migliore dove passare le vacanze, in Michigan!” disse.

      Cooper sorrise al quell’orgoglio sincero di suo padre: “Dice così perché la nostra famiglia vive qui da generazioni!” scherzò.

      “Beh, ha ragione! – lo difese Ametista – Anch’io sarei orgogliosa, se avessi una famiglia antica con una bella storia alle spalle! E il vostro è davvero un hotel delizioso! Ho viaggiato molto, anche in posti esotici, ma devo dire che quell’alberghetto è per ora uno dei miei preferiti!” esclamò lei.

      Roman la guardò con interesse: “Così giovane e hai già viaggiato tanto? Che lavoro fa tuo padre?” chiese.

      Ad Ametista dava un po’ di fastidio quando gli altri facevano osservazioni sulla sua giovane età: che cavolo di differenza faceva, se


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