Prima Che Faccia Del Male. Блейк Пирс

Prima Che Faccia Del Male - Блейк Пирс


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ma si comporta come se conoscesse ogni singolo dettaglio di lui, e mette in discussione tutto quello che faccio io".

      "E mi chiami per questo?"

      "Sì, mi dispiace, Mackenzie, io…"

      "Siete entrambe donne adulte. Troverete un modo per lavorare insieme. Ora devo andare. Per favore, mamma… non chiamarmi più, a meno che non sia urgente".

      "D'accordo." C'erano dolore e delusione nella sua voce, ma Mackenzie li ignorò.

      Riagganciò e tornò da Ellington e Burke. Burke la guardò quasi in segno di scuse mentre tornava alla sua auto di pattuglia. "Stavo giusto dicendo al suo collega che abbiamo preparato un ufficio per voi alla stazione di polizia. Io devo occuparmi di qualcos'altro ora, ma voi accomodatevi pure. E non esitate a chiamarmi subito se salta fuori qualcosa di urgente".

      Sembrava sollevato di uscire di scena, mentre saliva in macchina. Rivolse loro un rapido cenno prima di partire, lasciandoli a osservare il tratto di strada dove la donna misteriosa era stata uccisa.

      "Chiamata importante?” Chiese Ellington.

      "Era mia madre".

      "Oh? Tutto bene?"

      "Sì, mi ha chiamato solo per farmi sapere che l'incontro di wrestling è ufficialmente iniziato".

      CAPITOLO SEI

      La prima cosa che Mackenzie fece quando arrivarono alla centrale fu esaminare i documenti fisici per poter vedere le foto reali della scena del crimine, piuttosto che quelle digitali che erano state date a lei e a Ellington. Le distribuì sul grande tavolo che occupava quasi tutto il loro ufficio e si chinò sopra di esse per qualche istante. Mentre le studiava, Ellington cominciò a prendere appunti sul suo cellulare.

      La ragazza era piuttosto giovane. Mackenzie dubitava che avesse più di vent'anni. Era bionda e aveva un viso che molti avrebbero considerato carino. Ma aveva qualcosa, visibile persino sul volto morto e senza emozioni, che dava a Mackenzie l’idea che potesse essere una ragazza scappata di casa o una vagabonda. Oppure che avesse subito un trauma di recente. Il pallore della sua pelle sembrava raccontare di una vita dura e pesante. “Nessuna identità", disse, parlando più a se stessa che a Ellington. "Mi chiedo se facesse parte della Protezione Testimoni".

      "Protezione testimoni? È un’ipotesi azzardata. Soprattutto con una patente falsa".

      "Beh, non ha documenti veri e propri e stava scappando da qualcuno. Se facesse parte della protezione testimoni e fosse stata in fuga, questo ci darebbe almeno un punto di partenza. Forse qualcuno del suo passato l'ha trovata".

      "Ecco perché ti amo. Preferisci analizzare a fondo una teoria senza capo né coda, piuttosto che ammettere di non avere un punto di partenza".

      "C'è sempre un punto di partenza", replicò Mackenzie, guardando ancora le foto. "È solo che a volte è proprio la parte più difficile".

      Tirò fuori il cellulare, guardando alternativamente i suoi contatti e le foto della ragazza morta sul tavolo.

      "Chi vuoi chiamare?"

      "Mi farò mettere in contatto da Washington con l'ufficio degli US Marshals per vedere se mi possono procurare una lista".

      Ellington, chiaramente sorpreso dalla sua idea, annuì comicamente. "Certo, buona fortuna".

      Mentre rispondevano al telefono e la mettevano in attesa per poi metterla finalmente in comunicazione con l'ufficio dei Marshal, lei continuò a osservare le foto. Le ferite provocate dal veicolo che l'aveva colpita non erano lampanti nelle immagini, ma il netto taglio sulla gola era evidente. Il selciato nelle foto era leggermente bagnato e luccicante, rendendo quasi surreale il rosso scuro che le usciva dal collo.

      "Sono il vice direttore Manning", disse una voce roca dall'altra parte del telefono. "Chi parla?”

      "Sono l'agente speciale Mackenzie White, dell'FBI. Sto lavorando a un caso a Salt Lake City che credo possa coinvolgere una giovane donna della Protezione Testimoni. Non abbiamo nessun identificativo. Le sue impronte non sono in nessun database e la patente trovata sul suo corpo è contraffatta. Sto facendo un salto nel buio, sperando che sia nel vostro sistema".

      "Agente White, sa che non posso darle l'identità delle persone coinvolte nel nostro programma. Significherebbe infrangere almeno una decina di leggi e normative".

      "Ne sono consapevole. Ma se le mandassi una foto? Usando il riconoscimento facciale, forse potrebbe venirle in mente qualcosa e…".

      "Mi perdoni, ma anche se sospetta solo che potrebbe essere parte della Protezione Testimoni, mandare una foto infrangerebbe ancora più regole".

      "Dato che si tratta di una foto della scena del crimine, penso che sia lecito", sbottò Mackenzie. "È stata investita da un veicolo e poi le hanno tagliato la gola. Quindi non è che le manderei una foto frivola".

      Manning emise un profondo sospiro che indicava che Mackenzie stava per ottenere ciò che voleva. "Mi mandi la foto e incaricherò qualcuno di eseguire una ricerca con il riconoscimento facciale. Naturalmente non posso promettere nulla. Ma vedrò cosa possiamo fare".

      "Grazie".

      "La contatteremo appena possibile". Le disse dove mandare la foto, poi riagganciò.

      Ellington aveva esaminato il rapporto del medico legale mentre lei parlava con Manning. "Hai vinto tu, eh?"

      "Avevi dei dubbi?"

      Scosse la testa e le consegnò il rapporto del medico legale. "Questo è l'ultimo, fresco di stampa, di circa cinque ore fa. Interessante, non trovi?"

      Mackenzie scorse il rapporto, tralasciando le parti più ovvie e arrivando agli aggiornamenti più recenti. Quello che trovò sembrava davvero interessante. Secondo gli ultimi aggiornamenti del coroner, sembrava che la vittima in passato avesse subito la rottura di diverse ossa che non erano guarite correttamente. Due costole, il polso sinistro e una frattura al braccio destro. Secondo gli appunti del medico legale, le ossa del polso sinistro sembravano non essere mai state correttamente sistemate.

      "Pensi a maltrattamenti domestici?" Chiese Mackenzie.

      "Stava scappando da qualcuno e aveva parecchie vecchie fratture non sistemate. Quindi sì… penso ad abusi domestici e forse anche qualcosa di più oscuro. Mi chiedo se magari sia stata tenuta prigioniera. Non aveva esattamente un aspetto sano. Secondo il rapporto, pesava solo cinquantadue chili. E poi il suo volto nelle foto… ha un che di… non so…".

      "Temprato", completò Mackenzie per lui.

      "Sì, è il termine giusto."

      "Quindi forse era tenuta prigioniera ed è riuscita a scappare dal suo aguzzino. E quando l'ha raggiunta, ha pensato che sarebbe stato più facile ucciderla, piuttosto che catturarla di nuovo".

      "Ma il fatto che il suo carceriere l'abbia uccisa così senza tanti problemi, significa che sapeva che non aveva un'identità".

      Era una giusta osservazione, ed entrambi rimasero in silenzio per rimuginarci sopra individualmente. Mackenzie pensò a una ragazza che forse aveva attraversato un campo umido e poi si era messa a correre su una strada bagnata dalla pioggia. Era scalza, apparentemente con i sandali in mano. La scena presentava due interrogativi, ma non era sicura di quale fosse il più importante.

      Il primo era: da cosa stava scappando?

      Il secondo, riflettendoci, iniziava a sembrare più pressante. "Dove stava andando?” Mackenzie chiese ad alta voce. “Non può essere una coincidenza che abbia scelto quel quartiere. So che non ci sono prove che sia stata lei ad attraversare il campo, come ha spiegato lo sceriffo Burke, ma se fosse stata davvero lei? Avrebbe potuto andare in qualsiasi direzione e scegliere qualsiasi quartiere. Allora perché proprio quello?"

      Ellington sorrise annuendo, cogliendo il motivo del suo entusiasmo. "Perché non andiamo a scoprirlo?"

      CAPITOLO SETTE

      Erano fortunati che fosse sabato e quasi tutte le auto del quartiere fossero parcheggiate nei vialetti o nei garage aperti. Arrivarono nel quartiere di Plainsview alle 15:10, e parcheggiarono nello stesso punto in cui avevano incontrato lo sceriffo Burke. Era


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