Probabilità D'Amore. Dawn Brower
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Questo è un romanzo di fantasia. Nomi, caratteri, luoghi ed eventi sono il frutto della creatività dell’autrice o sono utilizzati in modo fittizio e non hanno alcun legame con la realtà. Ogni riferimento a luoghi, organizzazioni o persone, vive o morte, realmente esistiti è puramente casuale
Probabilità d`amore © 2017 Dawn Brower
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A volte rinunciare all’amore sembra la cosa più facile. Ma anche quando sei convinto che non ci sia speranza devi continuare a crederci. Un giorno potresti rimanere sorpreso nello scoprire che colui che stavi cercando è lì che ti guarda. Questo libro è dedicato a tutti coloro che credono nell’AMORE.
Indice
ESTRATTO: SEMPRE IL MIO VISCONTE
PROLOGO
Gennaio 1816
La neve scendeva dal cielo e ricopriva con un manto delicato il suolo. Lady Katherine Wilson si strinse addosso il mantello e fece del suo meglio per sopprimere un brivido, tuttavia il freddo frigido riuscì a penetrare lo stesso sotto il mantello di lana e a pervaderla completamente. Voleva disperatamente raggiungere la sua destinazione per sfuggire a queste temperature: odiava l’inverno, non aveva mai amato questo periodo dell’anno e quel giorno non era diverso. Avrebbe preferito poter stare a casa seduta in salotto davanti al fuoco. Non avrebbe rifiutato nemmeno il Salotto di Fortuna. Ad essere sinceri, ogni giorno trascorso dalla morte di sua nonna era stato terribilmente triste, e l’ultima cosa che voleva fare era andare dagli avvocati a discutere della sua perdita in modo approfondito. Sua nonna era morta, non aveva già sofferto abbastanza?
Quando finalmente raggiunse gli uffici dell’avvocato di sua nonna, si avvicinò alla porta e bussò. Katherine non era mai stata da un avvocato e non aveva la minima idea di cosa fare. Qual era esattamente il protocollo quando si trattava con un avvocato? La scuola di perfezionamento che aveva frequentato non l’aveva preparata per questa particolare circostanza. Avrebbe potuto chiedere a Narissa o addirittura a Diana, ma non voleva gravare su di loro con i suoi problemi.
La porta si aprì e sull’ingresso apparve un signore più vecchio di lei, aveva i capelli scuri con ciocche brizzolate ai lati. Il suo gilet scuro gli dava un aspetto cupo che si rifletteva nei suoi occhi azzurro ghiaccio. Qualcosa in lui le parve familiare, ma Katherine non riusciva a trovare il suo volto tra i suoi ricordi.
“Lady Katherine,” la salutò. “Prego, entrate e riparatevi dal freddo.”
L’aveva già incontrato prima? Come l’aveva riconosciuta al primo sguardo? L’avrebbe scoperto durante l’incontro.
“Signor Adamson?” Katherine alzò un sopracciglio, voleva assicurarsi che fosse l’avvocato con cui aveva fissato l’incontro.
“Sì,” rispose, facendola entrare dalla porta e chiudendola dietro di lei.
Katherine rabbrividì, il freddo non l’aveva lasciata nonostante il calore che già la avvolgeva. Purtroppo, dopo l’incontro sarebbe dovuta tornare di nuovo a casa a piedi in questo brutto tempo. Desiderava ardentemente che le avessero fornito una carrozza, ma sua madre l’aveva usata per pagare le chiamate.
“Posso prendere il vostro cappotto?” chiese il signor Adamson.
Voleva tenerselo perché sentiva ancora un po’ freddo, tuttavia presto avrebbe sentito troppo caldo, quindi era meglio toglierselo subito. Inoltre non era sicura di quanto sarebbe durata la conversazione.
Katherine si scrollò di dosso il mantello e glielo porse.
Lo agganciò a un appendiabiti e si voltò verso di lei. “Seguitemi, sarete più comoda in ufficio. Il fuoco è acceso e fa molto più caldo.”
Il signor Adamson la condusse dentro l’ufficio e le indicò la sedia, mentre lui si sedette dietro la sedia prendendo in mano dei documenti prima di rivolgersi a lei.
“Vi starete chiedendo perché vi abbia chiesto di incontrarmi qui. Normalmente condurrei una visita come questa nella comodità della casa del mio cliente, ma a causa della natura del testamento di vostra nonna sono obbligato a svolgerla qui. Aveva paura che, se ci fossimo incontrati a casa di vostro padre, lui avrebbe provato a prendere il controllo dei beni che vi ha lasciato. Non che possa farlo...” Si schiarì la gola e poi continuò. “Ma questo vi semplifica le cose, non c’è nessun conflitto da affrontare e quando uscirete da qui avrete il controllo totale sulla vostra eredità.”
Cosa poteva averle lasciato sua nonna? Pensava che suo padre avesse ereditato tutti i beni di sua nonna, non che Katherine si aspettasse che avesse molto. La maggior parte del patrimonio era andato a suo padre quando suo nonno era morto, in quanto faceva parte del diritto di successione. Sua nonna viveva in una casa nella Contea del Sussex, vicino ad Heathfield. Aveva sempre pensato che la casa fosse la dote.
“Non sono sicura di capire.”
Le consegnò una lettera. “È tutto spiegato qui. Siete una giovane donna molto ricca.”
Katherine prese la missiva e ruppe il sigillo. “È da parte di mia nonna...” Riconobbe immediatamente la sua scrittura, il suo cuore batteva furiosamente mentre combatteva la voglia di piangere. Aveva lasciato che la sua tristezza la pervadesse per molto tempo, molto più di quanto avrebbe voluto. Katherine sentiva terribilmente la mancanza di sua nonna.
“Continuate a leggere,” la incoraggiò il signor Adamson facendo un cenno verso la lettera. “È importante che la leggiate fino alla fine.”
Katherine rivolse l’attenzione alle parole di sua nonna. Cosa mai avrebbe potuto esserci scritto che non poteva dirle prima di morire?
Mia Carissima Nipote,
Il tuo cuore deve essere addolorato, mi dispiace molto per il dolore che stai