Probabilità D'Amore. Dawn Brower
Intanto avevano lasciato uscire tutti gli altri cavalli, ma non gli interessavano molto. Aveva già visto il cavallo che era venuto a vedere.
In seguito, dopo che tutti erano stati in grado di vedere i cavalli, ebbe inizio l’asta.
Prima che arrivasse il turno del suo stallone, furono venduti vari cavalli. Finora Lady Katherine aveva solo osservato ma non aveva fatto offerte su nessuno di essi.
Bene. Doveva stare fuori dalle cose che non la riguardavano.
Finalmente iniziarono le offerte per Sir Golia e sorprendentemente, Lady Katherine urlò la sua offerta.
Che diamine... si avvicinò a lei e le sussurrò con tono duro. “Che cosa state facendo?”
“Ho fatto un’offerta per lo stallone,” disse. “Pensavo che fosse chiaro ciò che ho fatto.”
La guardò. La sua offerta lo aveva distratto dalla sua intenzione di acquistare il cavallo.
Offrì un numero molto più alto rispetto a quello dell’ultimo offerente.
Katherine ricambiò il suo sguardo con uno altrettanto glaciale, e fece un’altra offerta.
“Non vincerete il cavallo,” le disse. “Sarò io ad avere Sir Golia.”
“Ho bisogno di quel cavallo,” disse, supplicandolo con gli occhi. “Non potete togliermelo.”
Ignorò la sua sincera supplica.
Bennett voleva quel cavallo da moltissimo tempo, ancora prima che lei iniziasse a fare le sue offerte. Non aveva intenzione di superare la sua offerta per impedirle di commettere un errore, in quanto la sua intenzione di acquistare quel cavallo per sé era sincera.
Una volta vinto il cavallo le avrebbe spiegato tutto. Desiderava quel cavallo da quando aveva sentito parlare del suo lignaggio, poiché voleva farlo gareggiare nella corsa di primavera.
Katherine fece un’altra offerta sperando di vincere, ma la superava ogni volta. Aveva abbastanza fondi da superare qualsiasi cifra lei offrisse.
Sebbene anche lei fosse la figlia di un duca, dubitava che avesse i soldi per batterlo.
E la vittoria fu particolarmente dolce.
Una volta conclusa l’asta le rivolse un sorriso compiaciuto. “Avrebbe dovuto evitare di fare offerte.”
Lei sbatté il piede con rabbia. “Siete senza scrupoli.”
“Mia cara,” disse con tono condiscendente. “Vi ho salvata da voi stessa.”
“Oh...” sbatté nuovamente il piede a terra. “Vi odio, non avete la minima idea di cosa avete fatto, ma vi assicuro che oggi non mi avete salvata da niente. Avete distrutto piani che progettavo accuratamente da mesi.”
“Non c’è bisogno di fare tante storie, è solo un cavallo. Come ho fatto a distruggere qualcosa semplicemente acquistandolo?” La guardò con aria beffarda. “Ci sono altri cavalli.”
Fece un gesto indicando un altro stallone che stavano mettendo all’asta proprio mentre litigavano. “Questo potrebbe avere tutto ciò di cui avete bisogno.”
Lei alzò il mento con coraggio. “No, non è così, sciocco babbeo.”
Lady Katherine scosse la testa e lo fissò come se avesse ingoiato qualcosa di sgradevole. “Un solo cavallo mi sarebbe stato utile per ciò che ho pianificato, e me lo avete portato via. Sapevo di non piacervi molto dopo quella notte a teatro, ma non credevo che mi odiaste.”
“Non vi odio.” Questo voleva dire avere sentimenti o pensieri dedicati a lei.
Era una bella ragazzina con capelli scuri e straordinari occhi azzurri, ma non gli importava particolarmente di lei. “Ho acquistato il cavallo perché lo volevo. Il desiderio di possederlo non ha nulla a che fare con voi. Sir Golia sarà un corridore.”
“Lo so benissimo, stolto.” Tremava per la rabbia. “È lui il motivo per cui sono venuta all’asta.”
Lady Katherine strinse le labbra con forza. “Non ho bisogno di alcuna spiegazione da parte vostra su che tipo di cavallo sia Sir Golia.”
Si allontanò da lui e non gli diede possibilità di parlare.
Non poté fare a meno di fissarla, visto il modo in cui lo aveva lasciato da solo nel cortile.
Doveva ancora saldare il pagamento di Sir Golia, ma nel frattempo Bennett rivalutò la sua precedente impressione su Lady Katherine.
Pensava ancora che fosse una scapestrata, ma si accorse che gli piaceva la sua passione. Se gli avesse dato una possibilità, si sarebbe preso il tempo di conoscerla meglio.
Magari poteva chiamarla per verificare i motivi per cui voleva acquistare Sir Golia e forse... solo forse, avrebbe potuto porgerle un ramo d’ulivo...
CAPITOLO DUE
Katherine lasciò Tattersall e si recò direttamente nel Salotto di Fortuna. Sentiva il bisogno di circondarsi di persone che la sostenevano e che non fossero condiscendenti pretendendo si sapere cosa fosse meglio per lei.
Prima dell’asta non odiava particolarmente il marchese di Holton, però ora... per poco non ringhiò con rabbia per la sua sfacciataggine. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era un uomo arrogante che cercasse di controllarla. Lord Holton poteva anche essere uno dei lord più affascinanti del mondo, ma non avrebbe mai dimenticato ciò che le aveva appena fatto. Non lo avrebbe più guardato allo stesso modo.
Un tempo pensava che forse potesse essere un uomo a cui potesse legarsi sentimentalmente, che ne valesse la pena.
Si era anche recata con entusiasmo a teatro con la sua amica Diana, tutto pur di incontrarlo. Allora era stato educato ma freddo, quasi al limite della maleducazione, ma glielo aveva concesso visto che non si conoscevano e probabilmente non aveva voluto incoraggiarla.
Alcuni gentiluomini non volevano dare alle signorine un’idea sbagliata.
Probabilmente Lord Holton non aveva alcun desiderio di sposarsi a breve; certo, a un certo punto avrebbe dovuto farlo, ma molti uomini ritardavano l’inevitabile fino all’ultimo momento.
Il negozio di sartoria di Madame Debroux era situato davanti al Salotto di Fortuna, e non voleva disturbare né lei né i suoi clienti. Una volta arrivata davanti al negozio, si guardò intorno prima di andare sul retro ed entrare in quello di Fortuna.
A quell’ora non c’era molta attività nel Salotto in cui si potevano fare giochi femminile gestito da Lady Narissa, la duchessa di Blackmore.
Lady Lulia, la duchessa di Clare, solitamente si trovava in una delle stanza sul retro per dare lezioni di scherma. C’era una buona probabilità che Lady Diana, la contessa di Northesk, fosse presente.
Erano tutte sue care amiche e aveva disperatamente bisogno di stare con almeno una di loro. Le sarebbe andata bene anche la duchessa di Blackmore, anche se non erano molto legate.
Katherine corse su per le scale fino a raggiungere la porta che conduceva al club, la spinse ed entrò.
C’erano più persone di quanto si aspettasse e la porta dell’ufficio di Narissa era aperta.
Sbirciò dentro e notò che la duchessa era occupata a lavorare alla scrivania su un registro mentre si mordeva il labbo.
Un uomo straordinariamente bello era al suo fianco: il duca di Blackmore, il marito di Narissa, era venuto al club con lei. Non che non ci fosse mai stato, ma era raro vederlo da Fortuna. Doveva sicuramente aver bisogno del suo consiglio su qualcosa...
Li lasciò a guardare i registri mentre lei si recò nell’altra stanza dove c’era Lulia, che però non era occupata con delle lezioni.
Diana stava facendo scherma con lei, sebbene forse non era il caso. Se suo marito l’avesse saputo le avrebbe dato dei problemi. Era