Le Follie Di Olivia. Amanda Mariel

Le Follie Di Olivia - Amanda Mariel


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      “Assurdità.” Lady Pemberton attraversò la biblioteca, per fermarsi al fianco del marito. “Vogliate scusare le cattive maniere di nostra figlia. Vi assicuro che è stata educata a comportarsi come ci si aspetta da una lady, Vostra Grazia.”

      “Le ho già perdonato il passo falso.” William fece un inchino a Lady Olivia. “Mia signora.”

      “Vostra Grazia.” Lo sbirciò con i suoi fieri occhi colore dell’ambra, prima di inchinarsi.

      William la fissava, a metà tra il divertito e l’irritato. Cosa era successo alla ragazza insignificante che ricordava? A quella ragazza timida, con le braccia e le gambe troppo lunghe per il suo corpo esile?

      La donna che lo fissava assomigliava ben poco alla ragazza alla quale era stato promesso. Sicuramente il suo carattere era diverso. Cercò di blandirla con un sorriso disinvolto, ma lei si

      accigliò ancora di più. Il suo malcontento era evidente per tutti.

      William fece un passo verso di lei. “Prego, esprimete le vostre obiezioni.”

      La marchesa impallidì, alzando gli occhi mentre si voltava a guardare sua figlia. “Non ne ha.” Lady Pemberton avvolse le spalle di Olivia con il braccio. “Non è vero?”

      Anche se era una domanda, dal modo in cui Lady Pemberton guardava sua figlia a William non sembrava veramente tale. Come conferma, Lady Olivia incrociò il suo sguardo e disse, “In verità, ne ho.”

      La marchesa divenne una maschera di porcellana, neppure un’ombra di colore le rimase in viso, ma Lady Olivia non le prestò attenzione, continuando ad esprimere le proprie obiezioni. “Non ho alcun desiderio di sposare una sconosciuto.”

      Il padre girò intorno alla scrivania, con le guance in fiamme. “Il duca non è un estraneo. Vi conoscete dall’infanzia e siete fidanzati da allora.”

      “Consentitemi di non essere d’accordo. No ho ricevuto nemmeno una lettera negli ultimi quindici anni. Non conosco affatto il duca.” Lady Olivia strinse le labbra e guardò William di sbieco. “E non ho alcun desiderio di sposarlo.”

      William si avvicinò ad Olivia e disse, “Ha ragione.”

      Lord e Lady Pemberton si girarono verso di lui a bocca aperta. Il primo a riprendersi fu Lord Pemberton. Posò una mano sul braccio della moglie, ma mantenne gli occhi fissi su William, mentre diceva, “Sicuramente non intendete…”

      “Quindi avremo un’ intera vita per correggere la mia svista”, aggiunse William interrompendo il marchese. Rivolse nuovamente l’attenzione verso Lady Olivia, offrendole quello che sperava fosse un sorriso rassicurante. “Intendo onorare i desideri dei miei genitori. Ho ottenuto una licenza speciale, così potremo sposarci rapidamente. In seguito, potremo passare tutto il tempo che vorrete a conoscerci meglio.”

      Olivia alzò gli occhi, mentre le pagliuzze color rame si oscuravano. “Desiderate sposarmi subito?”

      “Certamente”, rispose William.

      Lady Olivia indietreggiò e rivolse a suo padre gli occhi pieni di panico. “Sicuramente, aspettare che sia letto l’annuncio non è chiedere troppo.”

      “Mia cara”, suo padre le si avvicinò e le prese le mani. “Siete fidanzati e alla fine vi sposerete, che differenza fa se la cerimonia avviene stasera o tra tre settimane?”

      “Moltissima differenza.” Rivolse a William uno sguardo implorante. “Per favore. Possiamo aspettare l’annuncio?”

      “Se è quello che desiderate, lo rispetterò.”

      William sorprese se stesso più che chiunque altro con quelle parole. Non sapeva perché avesse acconsentito, ma qualcosa nel modo in cui lei lo aveva implorato, gli aveva colpito il cuore.

      Non voleva affatto renderla infelice, quello non era mai stato il suo scopo. In effetti, sperava che nel tempo avrebbero provato affetto l’uno per l’altra. In ogni caso, desiderava essere un buon marito. Forse non l’aveva scelta, ma non l’avrebbe fatta soffrire per quello.

      Se aspettare la lettura dell’annuncio la faceva stare meglio, allora era quello che avrebbero fatto. Nel frattempo, William si sarebbe sforzato di conquistarla.

      Capitolo 3

      Olivia avrebbe voluto prendersi a calci, o ancora meglio, prendere a calci lui. Lo aveva veramente implorato? Si sentì le guance in fiamme, sapendo di averlo fatto veramente. Ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimandare il matrimonio. Almeno adesso avrebbe avuto tre settimane per trovare una scappatoia.

      Il duca di Thorpe le si avvicinò, guardandola negli occhi. “Se dobbiamo usare il tempo ottenuto nell’attesa che vengano fatti gli annunci per conoscerci meglio, non vedo alcuna ragione di posticipare il risultato sperato. Volete unirvi a me per una passeggiata in giardino?” Sua Grazia le offrì il braccio.

      Olivia si prese un momento per osservarlo. Doveva ammettere che era cambiato molto dall’ultima volta che lo aveva visto. Il suo viso non sembrava più cicciottello e la sua parte centrale non sporgeva. Inoltre, era molto più alto, anche se c’era da aspettarselo. Ma quello che l’aveva veramente colta di sorpresa, era quanto fosse diventato attraente.

      I capelli color sabbia tagliati all’ultima moda gli incorniciavano il viso e una ciocca ribelle che gli accarezzava la tempia attirò l’attenzione di Olivia sui suoi occhi. Aveva dei luminosi occhi blu, del colore del cielo d’estate, che la attiravano e nello stesso tempo le facevano sentire un campanello di allarme.

      Per amor del cielo, non avrebbe dovuto trovarlo attraente.

      Di malavoglia, posò la mano sul braccio che le veniva offerto. Olivia fu nuovamente sorpresa dalla massa di muscoli che scoprì nel farlo. Sembrava che fosse cambiato veramente molto. Sarebbe stato veramente difficile negare che lui fosse diventato un bell’uomo.

      Eppure, non voleva sposarlo.

      Non avrebbe mai voluto diventare sua moglie.

      Incrociò lo sguardo di sua madre mentre il duca la conduceva fuori dalla stanza. Sicuramente sua Madre non aveva intenzione di lasciare che lui la trascinasse via senza un’accompagnatrice, eppure…”Madre?”

      “Sì?”

      Olivia le rivolse un sorriso amichevole. “Non dovrei avere un’accompagnatrice?”

      “State per sposarvi, cara. In queste situazioni non c’è bisogno di una chaperonne.” Sua madre scosse la testa, come se Olivia avesse detto una vera stupidaggine.

      Olivia trasse un sospiro di frustrazione nel varcare la soglia.

      Il duca la condusse lungo il corridoio prima di chinarsi e portare la bocca vicino al suo orecchio. “Vi prometto di non rapirvi…a meno che voi non lo vogliate.”

      Un brivido di piacere la percorse, mentre il calore del respiro le solleticava l’orecchio. Ignorando quella strana sensazione, mantenne il passo fermo e l’attenzione sul sentiero di fronte a lei. Cosa diamine non andava in lei? Non voleva trovare piacevole niente di lui. Né il suo calore, né il suo corpo muscoloso, certamente non il suo flirtare osceno ed assolutamente non il suo bell’aspetto peccaminoso.

      Forse una delle sue amiche avrebbe potuto invaghirsi di lui? Follia, quell’unica parola le attraversò la mente. Madame Zeta aveva detto che lei avrebbe trovato l’amore sulle ali della follia. Forse se avesse cercato di fare unire una delle sue amiche con il duca, si sarebbe liberata di lui.

      L’idea aveva senso, visto che Juliet sembrava desiderare abbastanza diventare una duchessa. Inoltre, era bella. Sicuramente, se avessero avuto l’opportunità di incontrarsi ed un po’ d’incoraggiamento, quei due avrebbero potuto innamorarsi. In quel momento Olivia decise di farlo realizzare.

      Con quell’idea in testa, si sentiva molto più rilassata, mentre il duca la conduceva in giardino. Non aveva ancora un piano, ma sarebbe arrivato al momento opportuno. Per


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