Maschere Il Re Dei Fae. Brenda Trim

Maschere Il Re Dei Fae - Brenda Trim


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spostamento d’aria in prossimità della propria nuca, quindi si abbassò prima di compiere un altro movimento. Qualcosa collise con la roccia sopra di sé. A giudicare dal suono che produsse sembrava che chiunque lo avesse attaccato avesse sbattuto l’asse contro alla parete. Schegge di scisto piovvero attorno al ragazzo, quindi portò in alto le mani per coprirsi la nuca e la testa.

      Quando balzò in piedi e si trovò faccia a faccia con un Centauro incazzato. Il mezzo uomo mezzo cavallo gli ringhiò e sollevò un pezzo di legno rovinato sopra la testa. Ryker si abbassò in posa da combattimento, quindi caricò verso la bestia. Lo colpì al basso ventre con la propria spalla. Il centauro si sollevò sulle zampe posteriori e scalciò con quelle anteriori.

      Uno zoccolo raggiunse Ryker al petto, ed il Fae sentì qualcosa rompersi. Respirare gli risultò immediatamente quasi impossibile. Ansimante, si spostò in modo da evitare un altro colpo, quindi raccolse la tavola che aveva fatto cadere il Centauro.

      Il gesto gli fece provare dolore alla spina dorsale attraverso il petto. Ignorò il disagio ed agitò l’arma improvvisata fino a colpire la zampa anteriore del Centauro. Nella caverna riverberò un forte rumore, e poi l’osso si ruppe sotto la spessa pelle.

      Poi il sangue schizzò dall’arto, e la bestia cadde a terra. Prima che Ryker potesse terminare il lavoro, gli piombarono sulle spalle due ampie mani verde-grigio che lo scagliarono nel vuoto. Il Fae sbatté le ali nel tentativo di fermarsi nello slancio, ma gli risultò impossibile. Si muoveva troppo velocemente.

      In un istante notò il Troll che stava avanzando verso di sé. Quando Ryker cadde a terra si preparò per il dolore che avrebbe provato al petto, ma non era possibile prevedere l’agonia.

      Rotolò in piedi e si strinse il petto con un braccio. Poi sollevò l’asse di legno con l’altra mano. Si lanciò verso il Troll, sfruttando le proprie ali per restare in equilibrio. Il legno collise con una coscia delle dimensioni del tronco di un albero, facendo tremare Ryker a causa della veemenza dell’impatto.

      “Che cazzo vuoi?” gridò il Troll al Fae che lo stavano attaccando. Brokk stava affrontando un vampiro, mentre Daine un Barghest, Sol invece se la stava vedendo con un altro Centauro.

      Quegli esseri non provenivano dai tunnel sottostanti Bramble’s Edge? L’anno precedente gli studenti erano stati mandati nei tunnel per svolgere là una delle prove. Maurelle era quasi morta in quell’occasione. Ryker era certo che il Consiglio usasse gli studenti per controllare la popolazione sotterranea in modo che la situazione non sfuggisse di mano.

      “Ci hai invocato, Re dei Fae” disse il Troll con voce roca.

      Ryker indietreggiò ed abbassò il braccio che reggeva l’arma. “In nome degli Dei, di che cosa stai parlando? Non sono il Re. Lui ed il suo erede sono stati uccisi decenni fa”.

      Tutti i presenti smisero di combattere quando Ryker rispose al Troll. Quest’ultimo guardò gli altri con un’espressione confusa in volto. Il vampiro affondò i canini nel collo di Brokk e poi portò indietro il capo.

      Brokk urlò nell’istante in cui venne morso, e riuscì ad afferrare la testa del vampiro prima che quest’ultimo gli strappasse la gola. Poi gli spezzò l’osso del collo con forza. L’azione non avrebbe ucciso la creatura, ma la rese inabile per un ridotto lasso di tempo.

      Il gesto scioccò Ryker, il quale balzò addosso al Troll. Sollevò una mano in aria e mirò al viso del Troll. L’impatto fermò i suoi movimenti. Entrambi caddero al suolo. Il petto di Ryker era in fiamme, ed una delle grandi mani del Troll gli finì addosso.

      Udirono dei passi pesanti nella polvere, il rumore suggerì a Ryker che qualcuno si stava dirigendo verso di loro. Il Fae spinse quindi con tutta la propria forza, e riuscì a sollevare la mano morta del Troll in modo da rotolare via da quest’ultimo. Aveva infilzato la creatura all’occhio con l’arma di legno.

      Gli sarebbe servita per difendersi dal Centauro ferito che stava zoppicando verso Ryker, quindi si arrampicò sul petto del Troll ed afferrò il legno. L’urgenza del momento gli fece applicare più forza nell’estrarre l’asse, così tanta da far sì che la spinta gli fece portare le braccia sopra la testa.

      L’arma non venne attirata verso il basso, come sarebbe dovuto essere, poiché infilzò qualcosa producendo un suono simile a qualcosa di appiccicoso. Non aveva bisogno di sapere di aver colpito il Centauro. Era l’unico essere presente nella caverna che non veniva affrontato dai suoi amici. Il mezzo uomo mezzo cavallo cadde a terra, e Ryker incespicò scendendo dal petto del Troll.

      Brokk si stringeva la gola per fermare il sanguinamento. Sol e Daine stavano affrontando il Barghest ed il Centauro. Ryker fece per unirsi a Daine nel combattimento, ma l’amico balzò abilmente sulla schiena del proprio avversario; in tal modo Daine afferrò la testa del Centauro facendovi compiere una torsione improvvisa.

      Daine rimase sulla groppa del Centauro mentre quest’ultimo collassò a terra, poi raccolse un masso da terra e si allontanò agilmente dalla bestia inerte. Daine sollevò la pietra ed infierì con quest’ultima sul collo del Centauro, separandone la testa dal corpo.

      L’adrenalina fece sobbalzare Ryker sul posto. Sol annientò il Barghest sfondandogli il cranio con un masso. I suoi amici non esitavano a difenderlo. Aveva scelto bene la propria Guardia reale.

      Non era necessario ricordare ai tre ragazzi che nessuno al di fuori della loro cerchia poteva restare vivo se al corrente della vera identità di Ryker. Quest’ultimo poteva fidarsi di poche persone, ma i tre maschi che si trovavano nella caverna con lui erano fra queste.

      “Dobbiamo disfarci dei cadaveri” disse Brokk a bassa voce.

      “Come cazzo facciamo senza sollevare sospetti?” domandò Sol.

      “Ritorniamo stasera. A nessuno importerà di qualche creatura delle fogne” dichiarò Ryker con una smorfia in viso. Erano momenti come quello che gli facevano desiderare di sproloquiare al destino.

      Non era giusto che la sua gente soffrisse e fosse ridotta alla povertà mentre gli oppressori erano liberi di vivere una vita piena di lusso. I due anni successivi all’Accademia non sarebbero mai trascorsi abbastanza in fretta.

      CAPITOLO DUE

      “Farai attenzione e terrai la testa bassa?” domandò Zephos, il padre di Maurelle, alla figlia nell’abbracciarla stretta. Non l’aveva lasciata sola per un attimo quando era ritornata a casa. Lavorava da casa da quando la madre delle ragazze era stata assassinata.

      Indubbiamente l’uomo aveva paura di lasciare da sole le sorelle di Maurelle. Perdere la propria compagna era stata un’esperienza talmente traumatica da lasciare un segno nel Fae. Suo padre era invecchiato di diversi decenni durante l’anno in cui era mancata la madre. In lei era assente la gioia che normalmente trasudava. Maurelle comprendeva il suo bisogno di star vicino a loro, e non lo contrastò quando insistette per riaccompagnarla al campus.

      Le sembrava surreale trovarsi all’esterno della Bramble’s Edge Academy dopo aver fatto visita a casa in occasione della pausa di fine anno. Aveva superato un anno e gliene mancavano due. Le si formarono le lacrime agli occhi e la gola le bruciò dall’emozione che stava trattenendo.

      Dopo diversi mesi aveva avuto l’opportunità di soffrire la perdita della propria madre con il padre e le sorelle. Nessuno parlò della ragione dietro la morte della donna. Erano tutti troppo spaventati delle ripercussioni. Ecco perché suo padre l’aveva avvisata.

      In molte occasioni durante le settimane precedenti aveva desiderato dir loro che il Re era ritornato, e che presto non avrebbero più dovuto vivere nel terrore. Maurelle doveva confidare nel fatto che Ryker avrebbe scoperto i colpevoli ed avrebbe rimosso il controllo umano dal loro reame. Il Fae non era però ancora nella posizione di subentrare.

      Aveva troppo da imparare, per questo restavano nascosti. Se avesse manifestato appieno i propri poteri ed avesse fatto capire chi era, sarebbe stato ucciso immediatamente. Si trovava in una posizione rischiosa fino a quando non sarebbe stato in grado di controllare meglio i propri elementi.

      L’uccideva il dover tenere per sé tale informazione. La propria famiglia


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