The House Of Angels. Emmanuelle Rain
non sono di qui", mentì l'angelo...
"Conosco Magda da molto, ancor prima che si trasferisse da queste parti, mi ha scritto che lavorava qui, così sono passato".
Jess si guardava intorno, apparentemente incuriosito dalla merce in vendita, sperava di risultare il più rilassato possibile.
"Visto che non c'è, proverò a passare la prossima volta che il lavoro mi riporterà in città...", speriamo che se la beva e mi dia il suo indirizzo.
"Perché non passi da lei? Tanto la troverai sicuramente a casa, non esce molto... ".
"Non ho il suo indirizzo, a dire il vero da quando si è trasferita in questa città, ci siamo tenuti in contatto tramite email e telefono, ho provato anche a chiamarla ma non risponde, magari sta riposando".
Chissà se gli avrebbe detto dove viveva Magda, si sarebbe risparmiato un sacco di tempo, visto che ne aveva sprecato già abbastanza per arrivare a quel punto.
"Aspetta...", Mark prese un foglio e una penna e scrisse l'indirizzo.
"Tieni, penso che un po' di compagnia le farà bene, mi è sembrata molto giù questa mattina".
Un così bel ragazzo non può che mettere di buon umore chiunque, pensò.
"Grazie Mark, sei molto gentile".
Così dicendo uscì e s’incamminò verso la casa di Magda.
Non sapeva nemmeno lui cosa le avrebbe detto, ma doveva comunque vederla. Non poteva perdere altro tempo, adesso che l'aveva ritrovata non l'avrebbe più lasciata andare.
Capitolo 4
Per non pensare
"Ecco fatto, la cheesecake è pronta, ora preparo anche i muffin che piacciono tanto a Nathan".
Magda era intenta a preparare una marea di dolci, solo per perder tempo e tenere la mente occupata. Non voleva ricordare...
"E dopo aver infornato i muffin, comincerò a preparare la cena", disse rivolta a nessuno in particolare.
Mentre tirava fuori gli ingredienti dal frigorifero, il suono del citofono la fece trasalire, si pulì le mani sul grembiule rosso e andò a rispondere.
"Chi è?".
"Magda, sono Jess".
"Jess?", il suo cuore cominciò a battere forte, per la sorpresa.
"Ci siamo incontrati questa mattina, ecco… io volevo sapere come stavi".
Jess non era sicuro su cosa dire, sperava solo che Magda lo lasciasse entrare.
Passarono alcuni secondi, che a lui sembrarono un'eternità, e finalmente sentì la serratura del portone scattare.
"Terzo piano", lo informò la ragazza.
Con il cuore in gola, l'angelo salì le scale e bussò alla sua porta.
"Arrivo, solo un secondo".
Che faccio adesso, sono un disastro, tutta sporca di farina...
"Ormai è fatta bambina!", disse Mori, ridacchiando.
"Non hai tempo per cambiarti, e poi così sei molto carina".
"Grazie tante per il sostegno".
"Magda? Mi fai entrare?".
"Sì, eccomi arrivo subito", aprì la porta e si ritrovò davanti, per la seconda volta, questo ragazzo altissimo, con quella sua bocca sensuale e gli occhi scuri...
"Ma cosa vado a pensare proprio ora", si disse sottovoce.
"Come scusa?", le chiese Jess.
"No niente... stai attento a non far uscire gli animali, entrando".
Un po' agitata andò verso la cucina.
"Ho appena fatto una cheesecake, ne vuoi?".
Jess seguì Magda nella sua piccola cucina rossa, con un minuscolo tavolo quadrato, di legno chiaro, proprio al centro.
"Sì grazie, a dire il vero ho un po' di fame, non mangio niente praticamente da ieri sera".
"Più o meno come me... vuoi del tè o del caffè?".
"Non preoccuparti per me, la torta andrà benissimo".
"Preparo il tè allora".
Magda sorrise all'uomo seduto nella sua cucina, sembrava ancora più in ansia di lei.
"Scusa per questa mattina, non volevo trattarti male, e solo che non mi aspettavo di vederti, ed è stato come tornare indietro nel tempo".
Andò ai fornelli e mise su il bollitore dell'acqua.
Jess rimase stupito, vedendo il suo sorriso dolce.
Questa ragazza si stava scusando con lui, anche se non ne aveva motivo... ma lei era sempre stata così: gentile e comprensiva. Evidentemente nemmeno gli orrori del passato l'avevano cambiata, e questo la rese ancora più cara al suo cuore.
Si disse che l'avrebbe protetta a qualsiasi costo, che per nessuna ragione al mondo, Magda avrebbe sofferto di nuovo.
"Non devi scusarti con me, avevi tutti i motivi per essere turbata, ed io non ho fatto niente per renderti le cose più facile".
"Sinceramente non mi va di parlarne, ok? Il passato è passato, non conta niente".
Andò al lavello, e per tenersi occupata ed evitare l’imbarazzo, cominciò a lavare le stoviglie usate per i dolci.
"Vuoi rimanere a cena? Stavo giusto pensando di preparare il riso alla cantonese".
"Non so … davvero, non voglio disturbare".
"Nessun disturbo, anzi mi farebbe piacere mangiare con qualcuno, una vota tanto".
Le sue orecchie diventarono subito rosse. "Naturalmente se non puoi, non importa. Suppongo tu abbia già altri impegni", si affrettò ad aggiungere, per non sembrare una pazza, alla disperata ricerca di compagnia.
"Ok".
Guardala, pensò l'angelo, è diventata tutta rossa. Era così bella, con i capelli ramati raccolti in modo disordinato e il grembiule tutto infarinato.
"Mi farebbe piacere rimanere a cena".
"Bene allora, tu mettiti pure comodo", gli porse la cheesecake e versò il tè in una tazza.
"Se vuoi puoi andare in salotto, il mio divano è comodissimo. Io intanto continuo a preparare".
Le sembrava strano avere un uomo per casa, eppure non si sentiva minacciata da lui, tutt'altro. Si sentiva stranamente confortata dalla sua presenza... dopo una quindicina di minuti andò in salotto e trovò Jess sul divano, con i due gatti in grembo e il cane ai suoi piedi...
"Scusa, mi dispiace, se ti danno fastidio posso...".
Jess non le fece finire la frase.
"Non mi danno fastidio, sono molto carini, e lui è proprio bello", le disse, indicando il gattone grigio a pelo lungo.
"Bene! è ora di fare le presentazioni...".
Magda Indicò i suoi animali.
"Questo peloso è Diego, la piccola pantera nera è Isabel, e il cane ai tuoi piedi si chiama Tristan … Jess ti presento la mia famiglia, tesorini vi presento Jess".
"Piacere di conoscervi... tesorini", disse Jess, ridendo.
"Ti piacciono proprio gli animali, vero?".
"Sì, è così. Sono dolci, morbidi e danno molte soddisfazioni, e soprattutto non hanno secondi fini".
Magda prese Diego tra le braccia e gli passò la mano nel folto pelo.
"Lui lo trovai sul ciglio della strada, era stato investito da un'auto, e lasciato lì a morire. Lo portai dal veterinario più che altro per porre fine alle sue sofferenze,