Rimatori siculo-toscani del dugento. Serie prima - Pistoiesi-Lucchesi-Pisani. Anonymous

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XV

       XVI

       XVII

       XVIII

       XIX

       XX

       XXI

       XXII

       IV BETTO METTEFUOCO

       V CIOLO DELLA BARBA

       VI PUCCIANDONE MARTELLI

       I

       II

       III

       IV

       V

       VII BACCIARONE DI MESSER BACONE

       I

       II

       III

       VIII GERI GIANNINI

       I

       II

       III

       IX NATUCCIO CINQUINO

       I

       II

       X LOTTO DI SER DATO

       I

       II

       XI NOCCO DI CENNI DI FREDIANO

       XII GERONIMO TERRAMAGNINO

       I

       II DOCTRINA DE CORT

       GLOSSARIO

       INDICE DEI CAPOVERSI

       I RIMATORI PISTOIESI

       Indice

      A CURA

       DI

       GUIDO ZACCAGNINI

       MEO ABBRACCIAVACCA

       Indice

       Indice

      I

      Amore non è cagione di pene, ma di gioia.

      Sovente aggio pensato di tacere,

       mettendo in obrianza

       d'esto modo parlare intendimento,

       ma poi mi torna, punge e fa dolere

       la sovraismisuranza 5

       di quei c'han ditto d'aver sentimento

       de l'amoroso, dolce e car valore,

       nomandolo signore,

       ch'ard'e consumma di gioi' la verdura

       del suo fedel: servendolo soggetto, 10

       sempre li dá paura:

       vantaggio 'i tolle, ch'avemo da fèra.

       Eo ne faccio disdetto:

       se simil dissi mai, cangio carrera.

       Ché non par vegna da molto savere 15

       chi sente sua fallanza,

       se non volve con vero pentimento.

       Né l'altrui troppo si dé' sostenere,

       che pare un'acordanza,

       come chi dice: stande l'om contento. 20

       Unde move adistato lo mio core

       d'essere validore,

       se posso, difendendo la drittura

       d'amor, che solo in gioi' have l'assetto

       e di gioi' si pastura, 25

       non avendo giá doglia sua rivera.

       E, se vo' par defetto,

       non è d'amor, ma d'odio è pecca intera.

       Poi conoscenza ferma lo piacere,

       venendo disianza, 30

       l'omo s'alegge ad esso per talento,

       e non è, se poi dole, in nel volere,

       ma, tardando, li avanza,

       soffrendo disioso lo tormento.

       Donque n'ha torto ciascun amadore, 35

       che si biasma d'amore,

       ch'è solo volontate chiara e pura,

       che nasce, immaginato lo diletto,

       che porge la natura

       de la


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