Il lampionaio. Maria S. Cummins

Il lampionaio - Maria S. Cummins


Скачать книгу
buona finchè tu non vegga arrivare lo zio True, per sentire che dirà della camera e di me! —

      Ella si volse e girò gli occhi intorno con immenso compiacimento; poi, arrampicatasi sul davanzale ch'era larghissimo, all'uso antico, e di dove, rispondendo la finestra nella corte, poteva veder entrare il lampionaio, prese la gatta in collo, si spianò le pieghe del vestitino, gettò uno sguardo d'ammirazione e d'orgoglio sulla sua calzatura, ed assunse un atteggiamento composto col deliberato proposito d'esser paziente. Ma era inutile, non ci riesciva; le sembrava ch'egli non avesse mai tardato tanto; cominciava anzi a credere che non sarebbe venuto più, quando alfine lo vide svoltare entro il cancello. Benchè fosse già quasi buio ella notò che qualcuno lo accompagnava. Non le pareva il signor Cooper nè alla statura, meno alta, nè al passo; pure finì col concludere che doveva esser lui, perchè proseguì fino all'uscio suo ed entrò.

      Per quanto avesse atteso Trueman con viva impazienza, Gertrude non gli corse incontro come di consueto. Stette in ascolto, e non appena lo sentì venire dallo stambugio dove soleva fermarsi per appendervi al muro la scala e l'accenditoio, e deporre il camiciotto macchiato e i larghi calzoni che portava sopra i vestiti durante il lavoro, lesta lesta si nascose dietro l'uscio donde egli doveva passare nella camera. Senza dubbio ella gli aveva preparato una grande improvvisata e intendeva di goderne pienamente l'effetto. Ma la gatta, che non era tanto compresa dell'importanza della cosa, non dimenticò le buone creanze; e andò secondo il suo costume a dargli il benvenuto strofinando il capo alle sue gambe.

      — Ohe, mustacchiona! — fece True. — Dov'è la mia mimma? —

      Così dicendo chiuse l'uscio dietro a sè, e scoperse Gertrude. Ella d'un balzo venne a piantarglisi di fronte, rise; guardò i propri vestiti, poi guardò lui, bene in faccia, per vedere che impressione gli facesse il suo aspetto.

      — Corbezzoli, fa mai una figurona spanta la signorina! — esclamò egli sollevandola tra le braccia e portandola più presso al lume. — Tutta vestita di nuovo: abito, grembiule, scarpe! E chi t'ha pettinata? In verità, non dico che tu sia una bellezza, no, ma per carina sei carina!

      — La signora Sullivan m'ha vestita da capo a piedi, e m'ha spazzolato i capelli.... Ma ha fatto anche più.... o non vedete che altro ha fatto? —

      True seguì gli occhi di Gertrude, in giro per la camera. Lo stupore che il buon uomo andava manifestando era tale da corrispondere all'aspettazione della bimba quantunque grandissima: e si capiva. Uscito la mattina, trovava la sera la sua casa trasformata. Evidentemente mani di donna ci avevano lavorato, facendovi pulizia e mettendo ogni cosa in ordine.

      Prima che Gertrude venisse ad abitare con lui egli s'era dispensato da qualsiasi ingerenza femminile nelle sue faccende domestiche. Viveva solo, visite non ne riceveva quasi punte; sicchè gli bastava fare il proprio comodo senza riguardo alle apparenze. Nel suo modesto quartierino la granata veniva adoperata di rado, l'acqua mai. Le due ampie finestre guardanti la corte erano trattate con grande ingiustizia, avendo i cristalli così appannati dalla polvere e dal fumo, che la gaia luce a cui davano adito nella stanza n'era mezzo offuscata. Festoni di ragnatele pendevano agli angoli del soffitto; intorno all'alta e vasta cappa del camino s'accumulava un curioso miscuglio d'oggetti utili e inutili; un visibilio di ciarpame stava raccolto sotto la stufa. I mobili, alcuni dei quali assai buoni, erano collocati a casaccio, in modo da ingombrare lo spazio invece di trarne partito. Durante la malattia della bambina poi, un letto preparato sul pavimento per uso di True, e tutte le diverse cose, necessarie all'assistenza della malata, avevano accresciuto la confusione a segno tale, che quasi ci sarebbe voluto un pilota per condurre i visitatori a salvamento attraverso la camera.

      Ora, la signora Sullivan era la nettezza in persona. La sua casa poteva gareggiare con una casa olandese. I suoi vestiti, di un'estrema semplicità ma esenti da ogni più lieve frittella, da ogni più piccola macchia, la facevano sembrare una quacchera; in quelli, anche da lavoro, del suo vecchio padre e del suo figliuolo giovanetto si scorgeva alla prima occhiata la cura d'una figlia, d'una madre, attenta e diligente. A fine d'assistere Gertrude ell'aveva per la prima volta posto piede in una stanza che era a quel punto il contrario della sua: e non sarebbe agevole comprendere quanto meritoria fosse la sua opera di carità, senza considerare che il contrasto era per lei sommamente penoso, e che ella ci pativa a passare qualche volta l'intero pomeriggio in una casa dove, come soleva poi dire quando rientrava nella sua, avrebbe con piacere fatto un po' di pulizia e messo un po' d'ordine solo per vedere che figura farebbe e se qualcuno saprebbe riconoscerla. Ell'era un minuzzolo di donna mingherlina, piccolina, ma aveva più capacità ed energia che non si sarebbe potuto trovarne in una qualsiasi tra venti altre grandi e grosse il doppio di lei. Ella sentiva una sincera compassione della gente che vive in un caos domestico; era sicura che non può esser gente felice. E però non appena Gertrude fu ristabilita risolse in cuor suo d'adoperarsi con tutte le sue forze per la causa dell'ordine e della nettezza che a' suoi occhi era la causa della virtù e della felicità, perchè ella immedesimava la purità e la lindura con la pace dell'anima. Se non che, sensibilissima com'era su questo punto, s'immaginava che True dovesse provare qualche cosa di simile, ed essendo la piccola donnina altrettanto tenera di cuore quanto linda e accurata, non avrebbe voluto per nulla al mondo mortificarlo; perciò andava studiando come entrargli in materia e persuaderlo a una riforma del suo metodo di tenere la casa, quando Gertrude stessa le suggerì il modo d'attuare il suo disegno.

      Il giorno innanzi quello del gran ripulimento, la signora Sullivan vide nel corridoio la bambina che stava timidamente presso l'uscio del suo quartierino guardando dentro con viva curiosità.

      — Vieni, vieni Gertrude, — disse la donnina benevola — fammi una visita! — E notando ch'ella si peritava d'intrudersi così in casa d'altri, la incoraggiò: — Mettiti a sedere qui accanto alla tavola e guarda che cosa stiro. Gli è proprio il tuo vestitino! Stirato questo, i tuoi panni sono bell'e pronti. Sei contenta di rivestirti un po', non è vero?

      — Oh, tanto contenta, signora! — rispose Gertrude. — Potrò portarmeli via, e tenerli tutti da me?

      — Sicuro.

      — Non so veramente dove riporli.... non c'è posto nella nostra camera.... almeno non un posticino a modo.... — E così dicendo la bambina gettava un'occhiata ammirativa alla cassetta aperta del cassettone dove la signora Sullivan riponeva il vestitino che aveva finito di stirare, sopra una pila d'altri indumenti accuratamente piegati.

      — Ma una parte, s'intende, ne indosserai, e per il resto bisognerà trovare un luogo adatto.

      — Voi, sì, avete dove metterla la vostra roba, — riprese Gertrude girando gli occhi intorno. — Che bella stanza, questa!

      — Non c'è mica molta differenza da quella del signor Flint. È circa della stessa grandezza e ha due finestre come la sua. Soltanto la mia dispensa è più comoda. La vostra non ha che tre angoli; ma quest'è tutto il vantaggio.

      — Oh, non c'è paragone, per altro! Voi qui non avete letti, e le seggiole sono tutte in fila e la tavola è lustra che sembra uno specchio, e il pavimento è ben pulito, e la stufa è nuova, e dalle finestre c'entra un sole splendido che consola! Ah, magari fosse così la nostra camera! Avrei proprio scommesso che è anche più piccola della metà.... Figuratevi, lo zio True stamani ha inciampato nelle molle, e diceva che non c'è tanto spazio da far dondolare un gatto!

      — Dov'erano le molle? — domandò la signora Sullivan.

      — Per terra, signora, proprio nel mezzo....

      — Vedi, io non tengo la roba per terra. E credo che se la vostra stanza fosse ripulita e ogni cosa ci avesse il suo posto, farebbe quasi la stessa figura della mia.

      — Vorrei pure vederla messa tutta bene in ordine! — disse Gertrude. — Ma come fare coi letti?

      — Appunto ci pensavo. C'è quella dispensina che doveva essere uno stanzino da bagno quando la casa era nuova e abitata da signori; è grande abbastanza da collocarvi un lettino e due seggiole; potrebb'essere una comoda cameretta per te. Ora non c'è dentro che ciarpame da buttar via: se mai ci si trovasse qualche cosa di servibile, si riporrebbe nello stambugio.

      — Che bella idea! — esclamò la bambina.


Скачать книгу