Il Possesso Di Un Guardiano. Amy Blankenship

Il Possesso Di Un Guardiano - Amy Blankenship


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quasi rimase affascinato, dall’impertinenza di quella risposta. Per gli dei, era davvero dura, quella ragazzina! Malgrado lo odiasse, avrebbe finito per capire che lui non voleva affatto ucciderla, ma proteggerla. Se l’avesse voluta vedere morta, l’avrebbe già fatto, e dal loro primo incontro. Ma l’aria di sfida che le leggeva sulla faccia era così eccitante… e gli stava riscaldando nuovamente il sangue. Dovette fare un vero sforzo per non saltarle addosso.

      Kyoko abbassò lo sguardo: non riusciva a tenerlo fisso negli occhi di Kyou. Lui era troppo forte. Non poteva competere col suo potere, non ora. Non con il cuore che le batteva nelle tempie a quel modo. Ciò che aveva letto negli occhi di Kyou l’aveva atterrita…più del pensiero di Hyakuhei.

      "Invece dovrai essere brava, se vorrai tornare dai tuoi amati guardiani.” rispose Kyou, con durezza. Si stizzì, quando la vide alzare di nuovo lo sguardo su di lui. Pensava davvero di poter scendere a patti con lui? Di poterlo combattere? Si augurò che fosse così, che quella ragazzina fosse tanto ostinata da farlo. In tal caso…davvero non avrebbe mai più rivisto Toya.

      "Chi ti credi di essere? - esclamò Kyoko, con petlulanza - Chi ti ha dato il permesso di toccarmi in quel modo, di abusare di me? Non voglio rimanere con te, ti odio! Riportami subito da Toya…mostro!”

      Kyou si lanciò contro di lei e la schiacciò sui morbidi cuscini con tutta la sua forza, poi inalò eccitato il profumo della sua paura… e del suo coraggio.

      “Invece rimarrai qui finché lo vorrò io! Se i tuoi amati guardiani non sono in grado di proteggerti, sarò costretto a tenerti con me…per sempre!”

      Kyou si sentì invadere dalla rabbia, ripensando al pericolo mortale che aveva corso quando i demoni l’avevano fiutata: quella stupida umana non capiva quanto fosse stata vicina alla morte! Lui l’aveva catturata per il suo bene. Se non l’avesse fatto, ora si sarebbe ritrovata con Hyakuhei…come sua schiava.

      Le labbra di Kyoko si aprirono, confuse. "Ma perché vuoi che rimanga qui con te?" Fu allora che si rese conto di quanto i loro corpi fossero pericolosamente a contatto. Lo guardò respirare con eccitazione, e quasi le parve che la sua camicia divenisse trasparente alla luce. Scuotendosi da quell’allucinazione lo guardò, in attesa della sua risposta.

      Prima che Kyou potesse rispondere, la porta della stanza si aprì e due bambinetti corsero dentro, ridacchiando. Potevano avere circa sei anni. Entrambi avevano i capelli biondi lunghi fino alle spalle e sembravano identici: probabilmente erano gemelli.

      Kyou balzò in piedi, con la strana espressione di un bambino colto in fragrante a rubare biscotti. Kyoko rimase esterrefatta: mai avrebbe pensato di vedere sul viso del guardiano una simile espressione! Cavolo, quando serviva NON C’ERA MAI una telecamera a portata di mano!

      Inclinò la testa di lato, fissando i bambini dichiaratamente umani. Che ci facevano lì? E che volevano da Kyou?

      "Kyou, sei tornato!" gridarono, correndo verso di lui. Non appena notarono Kyoko, si fermarono indecisi.

      "Kyou, lei resta qui?" chiesero all’unisono, spalancando i loro enormi occhi azzurri. Kyou non li guardò nemmeno.

      "Hiroki, Hiraru…" li riprese, con voce incolore.

      "Sì?" risposero i bimbi.

      "Lei resta con noi. Ora lasciateci soli, per favore." La voce fredda e calma di Kyou non turbò i gemelli, che sorrisero a Kyoko e poi, improvvisamente, si diressero verso di lei.

      Kyoko si aspettava che le saltassero in braccio, ma rimase estremamente sorpesa quando i gemelli si arrampicarono sulle ginocchia di Kyou e lo abbracciarono con gioia. Ancora una volta, l’espressione sul viso del guardiano era da fotografare, talmente era fuori luogo, e Kyoko si rese conto di non conoscere affatto quello strano guardiano. I gemelli si allontanarono da lui ridendo, quando Kyou gli ringhiò contro per gioco, e scapparono via dalla stanza con gridolini di falsa paura.

      Kyoko fissò il suo rapitore. "Che ci fanno qui, quei bambini?" gli chiese. Lui era in piedi di fronte a lei, alto e bellissimo. Esitò a rispondere.

      "Hanno chiesto di rimanere qui…e io li accontento.” rispose con lo stesso sguardo inespressivo di prima. Non gli sfuggì lo sguardo di stupore che vide riflesso nel volto della fanciulla. Gli occhi gli scivolarono con lascivia sulle sue labbra morbide e carnose…e perennemente imbronciate.

      Kyoko era esterrefatta: ma che risposta era? "Non avevi detto di odiare gli umani?"

      Era eccitante guardare quelle labbra. Kyou si avvicinò a Kyoko, e si fermò a pochi centimetri dal suo viso. "Non sono abbastanza intelligenti da avere paura di me." La sua voce era bassa e carezzevole. Kyou distolse lo sguardo dalla bocca di Kyoko, per non subirne il fascino.

      Kyoko deglutì, appoggiandosi all'indietro, ma il cuscino non le permetteva di sdraiarsi completamente. Che intendeva dire? Che chi era abbastanza intelligente…lo temeva? Significava che non aveva intenzione di farle del male? Doveva saperlo. "Allora perché io sono qui?" mormorò.

      "Perché anche tu non sei abbastanza intelligente da avere paura di me." La voce di Kyou si fece più morbida mentre si avvicinava a lei. Era bello guardare il viso di quella fanciulla e spiarne le emozioni.

      Kyoko cercò di tirarsi indietro, per creare un po’distanza tra loro. "Preferiresti che io avessi paura di te?" Rimase senza fiato, quando vide gli occhi di Kyou brillare nel buio come quelli di una pantera. All'improvviso dimenticò perché gli aveva fatto quella domanda.

      "Finché ti comporti bene, non hai motivo di temermi. Per ora." mormorò il guardiano. Allungò la mano per toccarle la guancia, ma lei si ritrasse. La luce della finestra dietro di lui si rifletteva nei suoi occhi. Si era resa conto di quanto fosse seducente, con il suo candore e quelle labbra imbronciate? Andò a sedersi lontano, per concederle il suo spazio.

      Kyoko lo guardò con curiosità. "Kyou ... dimmi la verità: perché sono qui? Devo tornare dagli altri guardiani e continuare la ricerca dei talismani scomparsi." Non riusciva a capire cosa frullasse nella mente di Kyou e la cosa iniziava a spaventarla. Lui tacque per un attimo e Kyoko sentì lo stomaco contrarsi per l’ansia.

      Dopo un minuto in cui Kyou continuava a fissarla senza dire nulla, Kyoko puntò il braccio sul cuscino e si drizzò, avvicinandosi a lui.

      Kyou fu tentato dal chinarsi su di lei e baciarla ma, dopo le libertà che si era preso poco prima, temette che la ragazza avrebbe perso definitivamente la fiducia in lui. La guardò alzarsi in piedi senza dire una parola.

      Kyoko si sentì girare leggermente la testa e allungò le braccia verso il guardiano per mantenersi in equilibrio; lo guardò con aria di sfida. "Va bene ... Se non c'è un motivo particolare per cui mi hai rapita, allora riportami indietro." Si mosse verso di lui ma, prima ancora di rendersene conto, Kyou era saltato in avanti e l’aveva ripremuta a schiena in giù sul cuscino, ergendosi pericolosamente sopra di lei. Il suo sguardo era furente. Senza mostrare il minimo segno di paura, Kyoko pensò, tranquillamente: “Beh, almeno adesso so che sei capace di mostrare emozioni.” Leggendole nella mente, il mostro l’afferrò per le caviglie e la trascinò verso di sé: ora era completamente sopra di lei, le mani schiacciate sul suo petto e poteva sentire il palpito del Cuore di Cristallo Protettore sotto le sue dita, ma lei non cercò di divincolarsi. “Bene.” continuò a pensare Kyoko.

      "Credi che ti abbia rapito senza motivo? Eri in pericolo e non lo hai ancora capito." sibilò.

      "Quale pericolo? - ringhiò a sua volta Kyoko - Stavo benissimo, fino a che non sei arrivato tu!”

      Lui ansimò, cercando di calmare la rabbia e il ritmo impazzito del suo cuore. Non voleva farle del male, ma non l’avrebbe ancora lasciata andare. Qualcuno doveva proteggerla, e ormai non si fidava dei suoi fratelli. "Non te ne andrai finché non avrò appreso da te quello che m’interessa!”

      "Cosa vuoi imparare da me?" Kyoko premette le mani contro il suo petto e spinse forte, per allontanarlo da sé. Quando capì che lui non intendeva spostarsi di un millimetro, lo fissò con frustrazione.

      Stava iniziando a perdere la pazienza con quel "principe di ghiaccio",


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