Visione D'Amore. Dawn Brower
di proiezione. E quello dovrete farlo voi, cara. Il problema è che i programmi sono già pronti e non c’è tempo per stamparne altri. Dovrete farvi venire in mente qualcosa. Magari, potremmo affiggere sui padiglioni il nuovo orario di proiezione, in modo che la gente sappia prima di entrare cosa sta andando a vedere.”
Anya non era molto contenta, ma abbozzò. Fece per andarsene, quando Lady Vivian la chiamò di nuovo. "Aspettate un attimo."
"Che c’è?” chiese Anya.
"Avete finito quel promemoria che vi avevo chiesto di preparare?"
"Ovviamente. Volete dargli un’occhiata? Ve lo porto?" Avrebbe dovuto immaginare che Lady Vivian avrebbe voluto vederlo. Era un po’ asfissiante, a volte. Se non controllava e ricontrollava la stessa cosa più volte non era contenta.
"Sì, ve ne prego. - rispose infatti Lady Vivian - Portatemelo prima di andarvene, così gli do un’occhiata e vedo se ci sono modifiche da fare. Quando ci vedremo al Telecinema vi dirò se va bene, e potrete spedirlo urgentemente a tutti i reparti.”
Anya andò alla sua scrivania e tirò fuori il promemoria da una pila di pagine dattiloscritte. La maggior parte di loro doveva essere ancora inserita nelle buste e spedita per posta. Mancava la firma di Vivian, ma lei di sicuro l’avrebbe messa solo all’ultimo momento, una volta sicura che era tutto a posto e che null’altro avrebbe potuto invalidare l’evento. A suo avviso, le lettere potevano aspettare ancora un poco. Anya prese il promemoria e lo portò a Vivian. "Ecco qui." disse.
"Fantastico. Potete lasciarlo sulla scrivania, per favore?” rispose Lady Vivian, già occupata a leggere dei documenti.
"Serve altro?"
"No, grazie cara." Lady Vivian alzò lo sguardo e le sorrise. "E rilassatevi. Insieme faremo di questa giornata un evento epocale. Se ne parlerà in tutta la Gran Bretagna!"
"Farò del mio meglio." le disse Anya. Lasciò l'ufficio di Lady Vivian, questa volta definitivamente, e uscì dall'edificio. Il cuore le batteva forte nel petto. Non sapeva perché, ma era tormentata da una specie di ansia, come se avesse la sensazione che stesse per succedere qualcosa di brutto. Che stupidaggine: cosa doveva andare storto, quel giorno? Tuttavia si sentiva…turbata.
Si scrollò di dosso come meglio poté quella sensazione e si affrettò in strada. Se si fosse sbrigata, avrebbe potuto prendere il prossimo autobus per South Bank. Corse alla fermata del pullman, proprio mentre l’autobus rosso a due piani stava arrivando. Salì e per fortuna trovò anche posto a sedere. Presto sarebbe arrivata al Telecinema e avrebbe visto per la prima volta nella sua vita cosa significava proiettare un film a centinaia di persone tutte in una volta.
Anya guardò fuori dal finestrino mentre l'autobus attraversava alcune delle strade più importanti di Londra. Il viaggio dall'edificio in cui lavorava con Lady Vivian, alla riva sud del Tamigi, era breve. L'appartamento di Anya si trovava a mezza strada tra entrambi. I suoi genitori avrebbero preferito che lei vivesse ancora con loro, ma arrivare in ufficio da Mayfair era lungo e faticoso, e lei non aveva ancora voglia di acquistare un'automobile. Non quando poteva raggiungere a piedi la maggior parte dei posti o prendere un autobus per i viaggi un po’ più lunghi. Come nobildonna poteva sembrare strana, dato che non le piaceva ostentare il suo denaro e utilizzava il suo titolo solo se ci era costretta. Lady Vivian, chiaramente, sapeva da che famiglia altolocata veniva Anya, ma rispettava il suo desiderio di privacy. Anche lei la presentava agli altri menzionando il suo titolo solo quando ci era costretta.
L'autobus si fermò vicino al fiume. Anya dovette farsi largo tra tutta la gente che si era radunata davanti ai cancelli in attesa che aprissero. Beh, almeno l’evento aveva richiamato un sacco di persone. Lady Vivian sarebbe stata felice di vedere tutta quella folla. Il festival era stato pubblicizzato in tutta la Gran Bretagna, ma i padiglioni e tutto il resto si trovavano a South Bank. Quell’enorme spazio era stato diviso in varie aree: c’erano quelle dell’arte, della musica, della scienza e dei film. Tutto era stato progettato esclusivamente per quell’evento, anche l’architettura del luogo. E non si era badato a spese.
Anya mostrò il suo passi e scivolò dentro dall’entrata apposita per gli addetti ai lavori: era così orgogliosa della sua parte al British Film Institute per quel festival! Il Telecinema era un cinema all'avanguardia da quattrocento posti completamente gestito dal British Film Institute. L’idea era di unire cinema, televisione e la sofisticata tecnica del 3D, per cui molti programmi si sarebbero visti a tre dimensioni con degli speciali occhiali che sarebbero stati distribuiti a tutti gli spettatori. Era la prima volta al mondo che la gente avrebbe usato quella tecnica, e Anya non stava più nella pelle di vedere la reazione di tutti. Quel giorno il Festival of Britain avrebbe aperto la strada a un nuovo modo di fare cinema e televisione!
Andrò dritta dietro uno dei maxi schermo approntati per l’occasione. Ben era lì e parlava con delle guardie di vigilanza del festival. “Voi ragazzi dovete stare in fondo alle sale e assicurarvi che nessuno crei problemi o metta in pericolo la vita delle persone. Ci sono tanti matti in giro! Assicuratevi dell’identità degli spettatori, controllate i documenti e state con gli occhi aperti. Qualsiasi imbecille crei scompiglio deve essere immediatamente allontanato dalla sala. Ok?”
Le guardie annuirono. “Va bene. Lo diremo a tutti.” dissero.
"Bene. Tra un’ora si comincia. Vi voglio tutti pronti alle entrate.” continuò Ben.
A breve ci sarebbe stata la cerimonia inaugurale dell’apertura del Festival. Solo a sera sarebbero cominciate le proiezioni, ma le varie aree con le curiosità e le esposizioni delle Arti erano già aperte al pubblico. Un mucchio di gente si stava già aggirando per l’enorme parco che circondava i padiglioni, e il chiasso era indescrivibile. Due enormi file erano pronte davanti ai bagaglini per acquistare un biglietto e riservarsi il posto alle prime file dei cinema. Chioschi di conforto e venditori ambulanti già servivano numerosi clienti, mentre i tv e fotografi scalpitavano davanti all’entrata. Lady Vivian sarebbe stata lì a momenti, pronta per fare il discorso di apertura e illustrare alle tv il programma e gli obiettivi del festival. L’eccitazione collettiva era alle stelle. Poi il sindaco della città e gli organizzatori avrebbero tagliato il nastro e la folla si sarebbe riversata dentro. Un gran bel lavoro per le guardie!
Quando le guardie cominciarono a sparpagliarsi fuori, Anya si avvicinò a Ben e gli mise una mano sulla spalla. Lui sobbalzò. "Cristo, Anya, volete farmi venire un infarto?"
Lei ridacchiò. “Pardòn, non volevo spaventarvi. Lady Vivian mi ha chiesto di portarvi un messaggio."
"Ok, oggi ho i nervi a fior di pelle! Cosa vuole il capo?”
Anya riferì mentre lui segnava tutto sulla sua agenda. “Ok, sarà fatto. Ma Lady Vivian non è un po’ in ritardo?” disse Ben, guardandosi intorno.
“Problemi dell’ultimo minuto, ma vedrete che tra poco la vedremo spuntare da qualche parte.”
Ben sembrava in ansia, e invecchiato prematuramente. Tutto quello stress non gli faceva bene. In fondo, non era molto più grande di lei. Forse aveva cinque anni più dei suoi ventuno, ma visto da vicino sembrava quasi un quarantenne. Era pallido, e due brutte occhiaie gli solcavano gli occhi. Inoltre era dimagrito, in quegli ultimi giorni. Avrebbe dovuto riposarsi di più…ma come si poteva, con tutto quello che c’era da fare? Ben si fece scorrere le dita tra i capelli e sospirò. "Guardatevi intorno, Anya: siamo nel caos completo."
Anya si guardò intorno ma non la vide allo stesso modo di Ben. “A me sembra che funzioni tutto per bene, Ben. Siamo pronti. Vedrete che quando apriranno quelle porta andrà tutto bene.”
"Ah, che il Cielo vi ascolti!” esclamò Ben, alzando gli occhi al soffitto.
"Non credo che oggi il Suo sguardo sia puntato sul festival!” ridacchiò Anya, che non era particolarmente devota. Non credeva in un potere superiore o all’ineluttabilità del destino. Voleva farsi strada nel mondo, e le piaceva pensare che sarebbe stato merito suo se ci fosse riuscita, e non di un Essere soprannaturale.
"Oggi chiederei aiuto